Tempio Pausania, Forse un meteorite ci salverà. Una terra da rifare, extraterrestre portami via!

Tempio Pausania, 8 dic. 2017-

La genialità di chi ha inventato i social sta proprio nella assoluta insofferenza con cui ciascuno di noi si rapporta con gli altri anche se semplicemente ci si trovi davanti ad un albero di Natale. Il social, separa, produce discordie, coadiuva il rancore a crescere di forza, poche volte diventa sostenibile e di ausilio ad una comunità, specialmente quando si vorrebbe a tutti costi far prevalere una propria idea, o quando si pensa di essere più intelligenti degli altri o si è convinti che basta applicare alla lettera alcuni dettami della buona creanza per essere migliori. I migliori, non alcuni tra tanti.

Prendiamo gli ultimi avvenimenti in città. Una pianta di sughera ha sostituito il maestoso albero di pino o di abete che eravamo abituati a vedere a Natale. Era una pianta vecchia, malata, sradicata dal suo originario habitat per essere collocata nella piazza principale della città. Dipinta di bianco, sfrondata e abbellita di fiori rossi finti. Operazione per alcuni innovativa, certo non convenzionale, ma anch’essa portatrice sana della simbologia che alla fine è la sola cosa che conta. Un richiamo alla ripresa, se appare utopistica quella economica, almeno a quella umana, dove i valori etici e di solidarietà non siano esclusiva di pochi o di vivaci associazioni  della “sostanza”, della essenza che crea esempi concreti, umili quanto si voglia, ma i soli che lottano per non sentirci sconfitti dall’impero del male. Ci si prova, non è detto che si riesca. In un momento storico così difficile e tragico per centinaia di famiglie tempiesi, anche un albero può invitare a non cedere. Lo si può discutere, certo che si, ma non volergli male, perché dietro la sua apparente povertà, c’è il lavoro di chi ci ha letto l’albero della speranza, e lo scrivo io che non mi vanto di missione evangelica. Ragiono sulla vita degli altri, ma non la vivo. né mi permetterei mai di farlo. Basterebbe sognare un secondo e ripensare meglio ad un Natale che sia crocevia di bei gesti, pensieri positivi e altruismo allargato. Non serve donare, basta sentirsi partecipi di chi lo fa senza chiedere nulla. Questo ci ha insegnato il lavoro di tutti questi ragazzi, in primo luogo innamorati della voglia di esserci. In giornate e notti freddissime, erano lì a mostrare e dimostrare cosa voglia dire donare.

Sono opinioni dei social, improntate alle divergenze, chiacchiere tanto per…, qualcuno dice che è obbrobrio puro, altri, opera d’arte inusuale e bella, sempre tanto per… Polemiche? No, semplice voler per forza asserire qualcosa, tra eserciti del selfies mutuati alla religione e ponti tibetani tra questo pianeta “piatto” e le galassie. E’ questa l’epoca dei distrattori, non ce ne meravigliamo.

Da una galassia, spero presto, si staccherà un grosso meteorite che ci salverà o ammazzerà. Oppure scenderanno gli alieni per portarci via, qui l’aria si fa irrespirabile.

Libera nos domine – canta Guccini- ed è una canzone che comprende tutti, socializzati, asocializzati, i poveri di spirito e gli intolleranti, gli eroi, i presuntuosi e gli arroganti, i cinici, gli egoisti, i predicatori. Quelli che insomma….

Related Articles