Tempio Pausania: Gianmichele Lisai e la sua Sardegna in giallo e nero. Presentato il libro alla libreria Max ’88.

Tempio Pausania, 15 maggio 2014-

Ozierese di nascita e maddalenino di adozione, ha collaborato a varie antologie, scritto per riviste e curato, con Gianluca Morozzi, la raccolta di racconti Suicidi falliti per motivi ridicoli. Con la Newton Compton ha pubblicato 101 cose da fare in Sardegna almeno una volta nella vita101 storie sulla Sardegna che non ti hanno mai raccontato101 misteri della Sardegna (che non saranno mai risolti), Sardegna giallo e nera Sardegna esoterica.

Gianmichele Lisai
Gianmichele Lisai

La breve biografia di questo giovane scrittore lascia intendere come Lisai sia particolarmente dedito alla scrittura di libri che parlano della sua Sardegna. Scrive da 5 anni e lavora anche come editor, ossia sui libri di altri scrittori.

Sardegna giallo e nera racconta come fosse un documentario, le vicende malavitose soprattutto degli ultimi trent’anni della criminalità in Sardegna ma strizzando l’occhio anche al passato con riferimenti  a storie del 1400 e del 1800, periodo quest’ultimo in cui ci furono i primi sequestri. Il sogno di Gian Giacomo Feltrinelli,  il famoso editore che vedeva nell’isola la Cuba del Mediterraneo , quella sorta di terra di rivoluzione che nasceva dallo spirito indipendentista congenito nei sardi autentici e desiderosi di liberarsi dal giogo dello stato,  i contatti dello stesso editore con Graziano Mesina, il romanzato “delinquente” che per molti era diventato un eroe per poter allargare il fenomeno rivoluzione sarda al resto del paese. La storia di Barbagia Rossa, la radice armata sarda che tentava di avvicinarsi dalle Brigate Rosse e  che si apprestava a compiere i primi crimini, e che fu smascherata nelle sue reali intenzioni dalle confessioni di un pentito, Savasta.. I ritratti delle figure simbolo del banditismo in sardegna, Matteo Boe e Graziano Mesina e altri nomi storici che hanno, purtroppo, segnato anche nell’immaginario collettivo del resto del paese il concetto indelebile di terra dei banditi.

L’anonima sequestri, organizzazione che si autofinanziava con una sempre più intensa attività nei primi anni ’70 e che si spense man mano nel tempo lasciando una serie interminabile di rapimenti ed estorsioni sino al 2010, anno in cui non avvenne più un sequestro in sardegna..  L’anonima sarda è stata un’associazione a delinquere indipendente basata su regole tradizionali come il codice barbaricino (un regolamento di condotta e onore vigente nell’isola sin dal 1800 la cui messa in atto ha fomentato la nascita dell’anonima sarda) e mai avente rapporti con le mafie italiane né con la politica.

Non si può quindi propriamente parlare di organizzazione criminale vista la mancanza di struttura e organizzazione interna, e per la totale indipendenza nella maggior parte degli episodi criminali tra loro.

I sequestri lampo, finalizzati alla soluzione immediata con metodologie fino ad allora sconosciute, ossia sequestrare i familiari di un possidente o di un direttore di banca per avere il riscatto in tempi brevi., la deregionalizzazione dell’anonima sequestri in Toscana (con Mario Sale) ed in Emilia Romagna (con Cubeddu) , sempre con organizzatori sardi per estendere le possibilità dei rapimenti di breve durata e rapida soluzione.

Infine gli omicidi di gente che aveva dedicato la vita ad insegnare ai giovani che esisteva un’altra possibilità in Sardegna per vivere al posto dell’attività criminosa. Peppino Marotto e Don Muntoni, rispettivamente nel 2007 e nel 2009, uccisi ad Orgosolo solo perché volevano una Sardegna diversa.

Sardegna giallo e nera è un libro che bisogna avere per capire, conoscere e riflettere sui trent’anni di omicidi, sequestri, fatti di sangue che sono accaduti in Sardegna, l’isola misteriosa. Tra le altre cose costa poco, soli 9,90 euro.

Una discussione finale, animata ed interessante, ha incorniciato una presentazione brillante su tematiche dure e reali e, se non fosse stato per l’ora tarda, sicuramente sarebbe proseguita visti i continui interventi del pubblico e la vivace esposizione delle questioni del penitenziario di Nuchis (grazie alla direttrice Carla Ciavarella) dove il libro è stato presentato, come da consuetudine ormai, nel primo pomeriggio. .

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