Tempio Pausania, Giù la maschera! Il tuo giochetto da prestigiatore è finito.

Tempio Pausania, 16 nov. 2017-

Un tempo senza memoria non è mai un futuro certo. Il gioco con gli italiani è finito ormai, chi sei lo sanno tutti, cosa cerchi altrettanto. Scrivo a te, si proprio a te Maurizio Pasqualino Sarlo,  perché, benché affermi il contrario, so benissimo che leggi le pagine di un tuo “detrattore”, ne parlasti anche con aria sorniona in uno dei tuoi monologhi senza contraddittorio, c’è chi ti informa che questo avviene e che qui, in quella  Gallura che è sommersa da problemi identici al resto del paese, in tanti ti hanno voltato le spalle. Nessuno crede più alla tua visione etica, da tempo. Il disegno si è svelato per quel che era in origine: creare l’ennesimo movimento di popolo per soddisfare esclusivamente i tuoi progetti personali, sconnetterti dalle vicende umane che ti ruotano attorno, e tentare la scalata verso quella politica che ti ha visto all’inizio come un esempio di acerrimo suo nemico.

Per perseguire questo obiettivo, sei passato sulle anime dei tanti innocenti creduloni che ti hanno ascoltato,osannato e applaudito come il salvatore della patria. Hai preso in giro centinaia di migliaia di poveri cristi, arrivati allo stremo delle forze, vituperati e feriti dalla cosiddetta crisi economica. Non hai aspettato altro che il tempo si compiesse, sono parole tue, per tirare la tua freccia avvelenata, scordando tutto quello che in questi due anni e mezzo hai divulgato alle platee “senza domande”, di soldi nemmeno l’ombra, come se qualsiasi persona dotata di un minimo di intelletto ci abbia mai creduto. Quali soldi? Soldi ci sono e ci saranno se nessuno ti ferma, ma saranno per te e per questa partita col morto che ti appresti a giocare. Tanto, peggio di come si è attualmente, credo che anche a questo partito ci si attaccherà, spinti da devozione, incompetenza e dal sentirsi tutti in scena, come protagonisti della pellicola più immaginaria che si ricordi. Il film era quello, dall’inizio, e tu sei arrivato ad esserne regista, attore unico, con qualche sciocco comprimario, magari da te foraggiato coi soldini dei tuoi osannatori seriali.

Sei un pericolo per questa nazione, ma non per quel che vali, perché sei veramente zero, ma per chi sei riuscito a trascinare in questa follia che oggi ha un nome PVU, il partito del valore umano, quello che tu hai stabilito essere umano. Di umano non c’è nulla, perché tu non lo sei, perché chi ti adula lo è ancor meno, perché non hai fatto nulla da quando è iniziata questa farsa, perché hai giocato col destino di troppa gente sapendo di non importartene nulla. Sei uno dei tanti ignobili politici che inneggiano al cambiamento, ma sei meno di qualsiasi poveraccio che hai illuso. Benché ti sia circondato di altri faccendieri e nullatenenti come te, e so bene che c’è di peggio in giro, tu sei alla stregua di un malfattore, capace di soggiogare masse incredule e sbigottite dinanzi all’assurda vicenda del QUID, la sostanza virtuale per cui tantissimi si sono accostati alla tua diabolica messa in scena.

Non ritengo di essere un giustiziere, sono anche io un peccatore ateo, ho anche io il dovere di redimere me stesso davanti al giudizio complessivo che non sarà un dio a decidere ma quella coscienza che mi ribolle di vero amore per il prossimo, qualcosa che non rientra nel tuo scarno vocabolario. Puoi vendere fumo ad un caldarrostaio, ma quando ci si prova a scardinare le tue poche conoscenze, dentro ci ritrovo il disprezzo che hai mostrato verso il prossimo. Non si fanno le guerre o le battaglie con l’inganno, ma si deve usare il coraggio del confronto leale che nemmeno una volta hai usato. Come potresti d’altronde? Sempre attorniato dalla massa di creduloni che potrebbero fare da guardia anche al tuo bottino, e magari in cambio avere un osso da spolpare. C’è qualcosa in te che ricorda la figura del reietto, del povero frustrato che non facevano giocare a pallone perché era incapace ma che dentro ha covato odio verso quelli che al pallone davano del tu. Tu, che sotto la tuta avevi la fascia di capitano che non hai mai mostrato in un campo. Intento a proteggersi dalle figuracce, hai campato come un uomo infelice, che oggi sta trovando la sua dimensione di personaggio pubblico che, col microfono in mano, arringa il suo popolo affamato.

Giù la maschera, grande uomo di nessun valore, il tempo di mostrare il tuo vero volto è arrivato dunque. Quando Don Chisciotte faceva la guerra ai mulini a vento, aveva più probabilità di te di vincerla. L’uomo si riconosce meglio nelle sconfitte, nella vittoria tutti siamo bravi a sbrodolarci coi complimenti.

Ora il tuo piano è palese, hai creato la contrapposizione, ciò che il sistema vuole, e tu sei sistema, alla pari dei tiranni sicuramente meglio dotati intellettualmente di te, che hanno messo il capestro a noi tutti. 

Io non ti auguro il male, perché chi sa cosa sia umanità, chi raccoglie ogni giorno le grida disperate della povera gente allo sbando, chi lascia una monetina nelle mai sottese di un mendicante per dargli un panino, chi ascolta ogni giorno le sofferenze e se ne fa portavoce, chi aiuta le persone malate, chi ha trovato la sua umanità nel volontariato vero, chi semina strette di mano e guarda negli occhi anche la pelle di colore diverso, chi rispetta le tendenze sessuali di ciascuno, chi predica amore perché ne riceve anche dagli sconosciuti, chi nella vita è valore in quanto uomo e non in quanto denaro, io lo conosco. E conosco bene anche quale sia il vero male, il Potere che domina il mondo, che decide di cosa si deve morire e non vuole che si sappia, chi, esattamente come hai fatto tu, ha usato il popolo per i suoi scopi biechi. Tu, non sai nemmeno di chi o di cosa parlo. A te lo deve dire l’economista di turno che porti sul palco a spiegare alla tua gente cosa sia il denaro, i trattati europei, la farsa del debito pubblico o la mancanza della nostra sovranità. Fattene una ragione, Sarlo, in tanti ci sono arrivati prima di te e nessuno ha chiesto 1 euro per dirlo. Vergognati!

Che la tua condanna sia la consapevolezza di chi stai oltraggiando e offendendo ogni giorno con il tuo sporco gioco.

Antonio Masoni

 

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