Tempio Pausania, Grazie Andrea, per quanto mi hai dato senza sapere di averlo fatto…

Tempio Pausania, 28 dic. 2015-

Foto Vittorio Ruggero

Di  te,

mi ricorderò sempre,

preso com’eri da questo dramma quotidiano,

assalito da dubbi e speranze su presente e futuro…

mai uno sguardo al passato,

se non per rammentarmi di quel cuore pazzo, e di quel dì…

di quella nuova vita che aspettava la tua infinita pazienza.

 

Se non son venuto in ospedale,

so che mi hai perdonato,

e poi…nemmeno tu ti sei affannato a farmi sapere di te..

solo ora ho capito la tua grandezza di uomo…

solo adesso che hai chiuso gli occhi alla vita.

Lo sentivo, nelle tue parole sempre cadenzate e sobrie,

quel malcelato pudore a parlare del male…

come se non ti appartenesse,

come se non volessi far sapere dei dolori lancinanti e perenni..

Quel filo di speranza,

sai…l’ho coltivato dentro di me e l’ho fatto mio,

invece era solo roba tua…e non volevi spartirlo con nessuno..

Caro amico,

averti sentito parlare,

aver respirato quella tua sottile fiducia in una svolta,

mi ha stupito..

e dire che ne avevamo di cose in comune!!

 

Ora viaggio, sono a quella stazione là,

torno indietro di tre mesi

e ripenso a quegli spicchi d’aglio e a quel pugnetto di riso..

day by day, volevo documentare il tuo nuovo percorso..

Non lo feci…e meno male!

 

Oggi, ti rivedo con quei calzini a caviglia e le gambe magre,

e quella serenità interiore che per me era forza, era essere uomo..

e tu lo eri uomo! Oh se lo eri!

Non sarà certo il tempo a stabilirlo!

 

Il tempo non esiste, caro amico..

è solo un percorso  tra i capelli folti e quelli radi e bianchi,

un compromesso, dove contano solo gli attimi vissuti,

quelli scanzonati e quelli dei beep in ospedale..

Grazie Andrea,

per quanto mi hai dato senza sapere di averlo fatto.

Antonio

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