Tempio Pausania, Il tracollo del salottificio Clen Clen mette in crisi l’Italia. Panico in borsa!

Tempio Pausania, 25 mar. 2018-

C’è molta preoccupazione nel paese tutto e  tra gli azionisti per l’improvviso crollo in borsa delle azioni del salottificio Clen Clen, azienda leader italiana che dava da mangiare ad un gruppo di una trentina di persone, compreso personale di servizio, cani, gatti e gallinelle.

L’azienda, vero fiore all’occhiello della Scam e Co, la multinazionale mondiale della fuffa vergine e riciclata, ha subito contraccolpi sanguinolenti dalle ultime vicende interne, a causa di violente esternazioni di alcuni suoi rappresentanti. Fra gli altri, senza che il presidente Tarlok potesse minimamente sospettare, i fedelissimi Fra Gandolfo da Norcia e la soubrette Ninì Tirabusciò al centro di un veemente fuoco di fila di scambi epistolari che hanno fatto tracimare persino l’acqua della vaschetta acquaponica dove stavano germinando i semi di lattuga veneta e di radicchio trevigiano.

Nello scontro, del quale ci riferiscono le cronache dei molossi del castello, prima plinti muscolosi e forti e ora colonnine di rifornimento di benzina laserquantica, entrambi hanno riportato ferite meditative e spirituali giudicate guaribili dai sanitari del Millantar Hospital Center, in appena un quid da concordare per stare zitti. Nella colluttazione, sono intervenuti anche la Slava, Maialetti, Suopaolina e alcuni manovali della fuffa del pianeta, che hanno cercato di dirimere la controversia prima che degenerasse.

Il Caso è ora nelle mani del tribunale Male Non Far e Paura non Aver di Fake City, sede della prestigiosa Università della Strada dove si sono laureati gran parte dei vertici aziendali.

Il salottificio Clen Clen ha serrato i battenti per mancanza di api operaie, stancatisi di non ricevere nulla e di sgobbare come formichine zoppe del Madagascar. 

” Ci siamo rivolti anche ai sindacati – ha dichiarato il portavoce del salottificio, Egidio la Scimmia, diverso dal precedente portavoce che è passato alla Don Fosco e C.che sappiamo sta seguendo da vicino gli sviluppi della faida interna che ci sta costando il posto di lavoro. Abbiamo famiglia, qualcuno ne ha anche tre e quattro, essendo stato sposato più volte e non avendo mai usato il profilattico a raggi macrobiotici quantici. Mancano anche le materie prime, due anni in azienda c’erano capisquadra informati di tutto che tenevano alto il morale dei lavoratori, oggi anche loro miagolano nel buio aspettando i riscontri dai loro referenti che non sanno una beata minchia ponica. Tutto ciò è paradossale, oserei dire paradigmatico, perché gli accordi erano altri e noi sapevamo di contare sul piano di rilancio aziendale che tarda ad arrivare. Le ultime notizie parlano del 4 aprile, ma non sappiamo più cosa pensare. Che ne sarà di noi?“.

Grande la commozione che circonda i lavoratori del salottificio, tutti abbacchiati e delusi dal mancato rilancio che sta per conoscere una data ritenuta importante ma sono stati abituati alle date disattese da quando il salottificio ha aperto e mai si sono arresi alla speranza della nuova fase.

Siamo stati anche a palazzo a sentire gli umori del Presidente della Clen Clen, che è lo stesso imperatore di Millantar, Tarlok. Anche se questi ha sempre dato evidenza che non c’entra nulla. Valli a capire sti imprenditori!

Pensando fossimo delle Iene o di Striscia, ha lasciato detto ad un molosso del palazzo che era andato via per un breve aggiornamento Scam Corporation con Tony lo Sgherro e Tarcisio Truffetti. Ovviamente, non abbiamo creduto a questa improvvisa fuga e lo abbiamo pedinato sinché non siamo riusciti ad incontrarlo e intervis (tarlo).

“Re Tarlok, ci rilasci una dichiarazione – tutto di corsa, stile Iene, mentre lui faceva una passeggiata con una felpa juventina regalatagli da Tacconi il Sommo – che ne sarà del salottificio?”

“Non rilascio dichiarazioni. Male non fare e paura non avere. Hai fiducia in me? Sei allineato? Conosci i villaggi IDEMM, la CEIDA e il COEMM? Sai di economia fantascientifica tu?”

“Certo Re Tarlok, conosco tutte queste amenità, ma ci dica del salottificio”

“Aspetta che copio e incollo che se no faccio qualche piccolo errore di memoria!”

“Come copia e incolla? Se stiamo parlando?“. Nel mentre, accende il telefono e si mette l’auricolare a raggi ultraquasar e chiama un numero. Dall’altro capo del telefono Tarcisio Truffetti. “Tarcisio caro, ci vediamo fra un’ora circa. Ho uno alle calcagna….no, non è in divisa…non ha nemmeno le fiamme gialle…va bene, ciao ciao, cia, cia, ciaoooooooooo”

“Allora ci dice o no che ne sarà del salottificio?”

Si ferma, allarga e spalanca il miglior sorriso di sempre, vero quanto un quadro di Picasso a casa mia, e finalmente ci risponde.

“Allora, male non far…si, questo l’ho già detto….Hai fiduc…anche questo mi pare di averlo già detto….allora devo risponderle…NO COMMENT. La saluto e la ringrazio, questo è vero giornalismo etico!”

Ma come, aspettavo questa intervista per rimpolpare la mia valigia di sketch e mi lascia così? Lo vedo allontanarsi di corsa mentre due bodyguards della scuola di Suorpaolina gli stanno dietro a proteggerlo. 

Torno alla macchina, e guido sino a Fake City, dove mi attende il corso di meditazione con quel santone barbuto che ogni volta che lo vedo penso a quanto stupido sia il mondo che crede ancora alle melanzane con la nutella. Alla parmigiana, come ve lo devo dire?

Fra Gandolfo, che stava da quelle parti, vestito come Demis Roussos prima maniera, intravvede da una siepe il mio sconforto e mi mostra il dite medio, molto eticamente, mentre la sugna gli esce fuori dagli occhi, e mi urla: ” Se avevi domande da “porci” bastava che le facessi a me!”. Ecco, appunto.

Antonio Masoni

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