Tempio Pausania, la replica di Luigi Arru, assessore alla sanita della RAS all’articolo apparso sul blog.

Tempio Pausania, 21 mag. 2015-

Mi scrive il Dott. Luigi Arru, assessore alla Sanità della RAS nin merito all’articolo apparso su questo blog, a mia firma. Ecco il testo che potete anche rileggere sull’articolo di cui link:

Gentilissimo Signor Masoni
Alcuni amici Tempiesi mi hanno inviato il link del suo sito invitandomi a leggere “ Tempio Pausania, tutta la verità nient’altro che la verità. Paolo Dettori irremediabilmente declassato”.
Chiedo cortesemente di poter replicare, iniziando intanto con una precisazione: citando il popolo dei lucchetti all’inizio del mio intervento non volevo polemizzare con nessuno, ne volevo ridicolizzare il ruolo di un movimento spontaneo che difende un interesse legittimo. Manifestavo esclusivamente il mio sentimento di sorpresa( sentimento, quindi un vissuto personale) per il primo contatto che ebbi durante la visita a Tempio.
Io non affermo “la bontà del riordino del sistema sanitario decantandone futura efficienza…”ma ho semplicemente detto che gli ospedali della Sardegna, Tempio compreso, sono caratterizzati dal fatto che la complessità dei ricoveri è bassa e per di più caratterizzata da tempi di permanenza in ospedale più lunghi della media italiana. Cosa volevo dire? Che il modello organizzativo che abbiamo in funzione in Sardegna, non è armonico, e persone che richiedono assistenza specialistica in ambulatorio o in Day Hospital da Noi in Sardegna vengono ricoverati perché non sono state predisposte soluzioni alternative “scientificamente valide”.
Mi son permesso di sottolineare un’altra caratteristica degli ospedali sardi, documentata dall’Agenzia Nazionale della Sanità (AGENAS) cioè si vuol fare tutto a tutti con la conseguenza che le casistiche trattate sono caratterizzate da numeri molto bassi con la conseguenza di un aumentato rischi di mortalità. Per essere ancora più pratici ciò significa che se io volessi farmi operare in un ospedale per una patologia grave correrei un rischio di morire più elevato di un mio concittadino che si fa operare in ospedale con una casistica più numerosa. Dedicare la chirurgia all’attività programmata è una conquista non un insuccesso!! Questi sono fatti e non balle!
Cosa hanno fatto in altre Regioni italiane e non in America?. Hanno rinforzato il territorio chiedendo ai medici di famiglia di unirsi in modo da formare aggregazioni di cura, hanno chiesto di lavorare con infermieri, medici specialisti, pediatri e medici di continuità assistenziale in organizzazioni chiamate case della salute. Tale soluzione organizzativa richiede spazi adeguati, attrezzatura idonee, lavoro in team multidisciplinare. La Casa della salute dovrà essere la risposta visibile pratica del territorio, e dovrà essere integrata pienamente nel percorso assistenziale. La scelta della casa della Salute nasce anche da una caratteristica della nostra Regione, comune a molti paesi occidentali, cioè il progressivo aumento della popolazione anziana, che richiede un modello di assistenza che dia risposta alla cronicità e all’associazione di più patologie in una stessa persona, risposta che non può essere l’ospedale che nasce per dare risposta alle patologie acute. Per dare risposte alle patologie acute ci vuole un nuovo sistema di gestione dell’emergenza urgenza, con personale medico ed infermieristico che lavori con alta competenza, che stabilizzi l’urgenza e decida in quale ospedale potrà dare una risposta rapida ed efficiente. Per far questo la Regione Sardegna sta per ripetere quel che fatto la Regione Toscana, che ha ri-formato e addestrato e certificato tutti gli operatori dell’emergenza in collaborazione con la Scuola di Medicina di Harvard. Ripeto il termine certificato, a significare che si vorrebbe superare una malattia che è quella di dichiarare, autodichiarare, eccellenze a destra e a manca.

“Paolo Dettori irremidiabilmente declassato”?
Chi si interessa di sanità, sa che per legge sin dal 1968 gli ospedali italiani sono classificati in base alle dimensioni della popolazione e agli ambiti che dovrà servire, e il numero di abitanti determinerà i servizi che devono essere predisposti. Il Patto della Salute, patto tra lo Stato e le Regioni, ha stabilito le tipologie degli ospedali, e non Luigi Arru, né la Regione Sardegna. Luigi Arru e la regione Sardegna cercheranno di adattare le norme alle caratteristiche della nostra isola per evitare che un solo cittadino sardo non abbia un servizio e una risposta adeguata. Il numero dei posti letto quindi del ‘Ospedale di Tempio è legato alle dimensioni della zona di riferimento, ma in ogni caso dovrà essere visto all’interno di una rete di ospedali della Sardegna.
Infine non mi sembra di avere promesso una Cardiologia H24 per il semplice fatto che a dicembre 2014 non conoscevo il progetto della rete ospedaliera in Sardegna, e che ero ampiamente consapevole che abbiamo enormi difficoltà a trovare specialisti in cardiologia, mentre l’oculistica potrà rientrare tra le attività che potranno essere fatte in attività di DH programmate, una volta che risolveremo il problema della mancanza di specialisti oculisti in Sardegna.
Gli interventi dei cittadini tempiesi , mi hanno confermato più come medico ospedaliero, che come assessore che la nostra sanità ha bisogno di una profonda riorganizzazione per garantire il diritto alla salute in maniera uniforme, dando la possibilità di essere assistiti in centri che abbiamo specializzazioni e casistiche secondo standard certificati da una terza parte.
Resto a disposizione per un dialogo serrato e sono disposto a ritornare a Tempio per dialogare spiegare meglio i progetti della Giunta, pronto anche a cambiare idea se si hanno argomentazioni valide.
Cordiali saluti
Luigi Arru

Ringrazio l’assessore Arru che ha chiamato al mio telefono per voler precisare alcune cose che ha letto e che ha anche sentito durante l’incontro col pubblico di qualche giorno fa. Come certo l’assessore conosce, i tempiesi parlano col cuore e con i bisogni e sapere che determinati servizi verranno chiusi, altri notevolmente ridimensionati, considerate tutte le specifiche necessità di un momento storico gravissimo, di un’economia che non esiste quasi più, di gravissime responsabilità della classe politica che lo ha preceduto  nel disegno di legge volto a riordinare la sanità, tenuto conto che tutto è avvenuto attraverso decreti di spending review e da buchi nei bilanci della sanità sarda e non Leggi (l’ultima risale al 2007 della Dirindin e qualificava il nostro ospedale come DEA di 1° livello), considerato anche che il suo governo Pigliaru non ha pensato ad aggiustare una legge che ci vede, in deroga, comune disagiato da viabilità e quindi non soggetto a rispondere in modo drastico alla Legge Balduzzi, credo che la dialettica politica sia d’uopo ma sia altresì doveroso opporsi ad un piano che vede il nostro ospedale penalizzato  a vantaggio di quelli di Olbia. E questo, aldilà di ogni disdicevole campanilismo, è inaccettabile per la città e per i suoi 25.000/27.000 abitanti che al nostro ospedale fanno roferimento.

Antonio Masoni

Related Articles