Tempio Pausania, La Respirazione e l’Incontro con il Sè, il segreto del Ben Essere. Rubrica Ben Essere a cura di Sergio Todesco.

Tempio Pausania, 15 mag. 2016-

                                 LA RESPIRAZIONE E L’INCONTRO CON IL SE’ (il segreto del ben-essere)

La respirazione è elemento indicatore di ciò che sta avvenendo nell’individuo ed espressione del suo stato emotivo. Così i potenti stimoli provocanti un comportamento emozionale hanno di solito un significato psicologico e sociale che sottende il semplice e pur complesso funzionamento meccanico della respirazione.

L’individuo tende a rispondere alle situazioni in modo olistico. La collera, ad esempio, procura mal-essere ed interferisce col buon funzionamento del cuore, della circolazione sanguinea, della respirazione, del tratto digestivo compreso l’intestino, dell’apparato endocrino, della pelle e ancora di altre strutture corporee. Nello stesso modo agiscono anche l’esaltazione, la paura, il disgusto, la gioia, l’odio, ed una varietà di altre configurazioni della reazione emozionale. Ma se queste forze energetiche provocano reazioni fisiologiche così delimitabili e destabilizzanti, diventa comprensibile come forze stimolanti contrapposte possano determinare, attraverso processi associativi diversi, reazioni fisiologiche contrarie come quelle che si hanno, ad esempio, conseguentemente all’evocazione di situazioni di calma, di quiete e di rilassamento attraverso la pratica del Training autogeno, della Meditazione, del Qi gong.

Tutto ciò equivale a riequilibrare l’energia emozionale che, come abbiamo visto, è connessa in modo così stretto al riequilibrare la respirazione.

La rilassata pulsazione della respirazione dà una sensazione di centraggio. Chiamiamo centrata una persona quando è collegata al ritmo della propria respirazione. Secondo il concetto orientale dei sette centri  dell’energia o “chakra”, il centro gravitazionale del corpo è lo “hara”, cinque centimetri al di sotto dell’ombelico: quando una persona galleggia sull’acqua, il suo peso è distribuito in parti uguali rispetto a questo centro; l’angoscia interrompe il ritmo della respirazione, crea una contrazione e la persona affonda: perde il suo collegamento con il centro.

La respirazione ha un ritmo simile a quello del mare: possiamo sentire le onde che si innalzano e che si distendono  nell’addome e nel torace; se prestiamo attenzione possiamo sentire il rumore dell’inspirazione e della espirazione; possiamo percepire il gonfiarsi e lo sgonfiarsi del torace. Nell’inspirazione il torace si espande e vi è un impulso ad allungarsi che risale la spina dorsale. Nell’espirazione la persona si fa più piccola e più corta,  corrisponde a un lasciarsi andare e ad un abbandonarsi. Respirare significa riempire e contenere, è una preparazione all’azione.

Il centro emotivo di una persona è avvertito nel cuore; il centro energetico nello hara. Se il diaframma è rilassato questi due centri sono connessi e li avvertiamo uniti. Se il diaframma è teso il collegamento si interrompe. E’ allora possibile sentirsi collegati al proprio cuore, ma anche sentire che il cuore non è sostenuto dall’energia della metà inferiore del corpo. Oppure si può sentire vitalità e potere nel centro dello hara ed essere contratti o vuoti e freddi nel cuore. Potremo chiamare questi due centri “il centro dell’amore” e “il centro del potere”: quando essi sono divisi abbiamo un amore privo di potere o un potere privo d’amore. Quando il collegamento del diaframma è aperto abbiamo una persona centrata nel potere dell’amore.

Dunque la respirazione può essere una espressione di spontaneità oppure il riflesso del condizionamento del carattere (alla base dei disturbi comportamentali, emotivi, vi è sempre un disturbo respiratorio).

Il modo in cui una persona respira trasmette una sensazione di ritmo e di benessere interno, oppure comunica tensione, disagio, pressione o mancanza di benessere.

Possiamo ora di descrivere vari disturbi di un adeguato ritmo respiratorio:                                                  1) respirazione toracica, in cui la respirazione avviene prevalentemente nel torace e i movimenti addominali sono limitati al minimo.                              2) respirazione addominale, in cui la respirazione è prevalentemente diaframmatica e si può vedere la parte dello stomaco che si alza e che si abbassa, ma i movimenti del torace sono limitati al minimo;                                3) respirazione paradossale, in cui sia torace che addome si muovono ma sono fuori fase e non sincronizzati;                                                                                    4) respirazione agitata, in cui manca completamente il ritmo e i movimenti respiratori sono irregolari e incostanti.

Questi modelli di respirazione derivano dai pensieri e dalle emozioni che li sottendono. Ad ogni emozione corrisponde un tipo di respirazione, e ogni tipo di respirazione si ripercuote sul corpo con adeguamenti prima funzionali e dopo strutturali, andando a stimolare reazioni endocrine e nervose, e creando posture e atteggiamenti di sostegno ad ogni forma di respirazione. Possiamo dire che i vari modi di respirare rappresentano i modi in cui un individuo affronta la vita, orientando o bloccando i suoi impulsi che riflettono il carattere, nella necessità di adeguarsi a sopportare le pressioni della realtà quotidiana sulla base del proprio vissuto. Il vissuto è qui inteso come stratificazione dei processi di crescita e di strutturazione corporea in relazione ai fattori determinanti della personalità di natura ereditaria, istintuale, filogenetica, ontogenetica; la persona è la somma delle sue esperienze di vita, ciascuna delle quali è registrata nella personalità e strutturata nel corpo. Con la crescita vengono ad aggiungersi sempre nuovi strati di personalità che per essere integrati appieno nelle vita dell’individuo devono radicarsi nelle esperienze precedenti che continuano a vivere nel corpo. Ma ora possiamo comprendere come  esperienze negative di vita portano a reprimere e a rendere impossibile alla coscienza l’integrazione nella personalità adulta degli strati che la sottendono. Tutto questo implica limiti della personalità e conflittualità che portano allo sviluppo di forti tensioni nei nostri corpi. Il meccanismo di disturbo implica sempre un processo respiratorio limitato e tipico per ogni forma di disturbo.

Ora, ponendo gli strati come equivalenti alle qualità della coscienza, diventa chiaro come una nuova dimensione del emerga dalla consapevolezza e dalla integrazione dei vari strati che intervengono a formare la personalità. Ciò che bisogna considerare è lo sviluppo e l’espansione della coscienza; ogni strato allora rappresenta un nuovo senso del e delle sue potenzialità, una consapevolezza del e della sua relazione col mondo.

Il flusso della consapevolezza, il flusso dell’attività muscolare ed i ritmi della vita vegetativa sono quindi i temi dominanti su cui si basa il centraggio sul e al centro di questo processo di crescita troviamo sempre la respirazione.

Gli argomenti trattati negli ultimi articoli pongono la base per la comprensione dei vari approcci alla salute e al ben-essere che non dipendono solo dal cibo ma anche e soprattutto da pensiero ed emotività positivi. In tutti questi ambiti la respirazione e i suoi ritmi sono fondamentali.

Addentrarsi nella comprensione di queste tematiche porta ad interrogarsi su come interagire per ottenere la pace e la serenità che derivano da una respirazione calma e profonda. La soluzione si trova sempre nella semplicità, ma anche questa, il più delle volte, non è alla portata di tutti.  Per questo motivo propongo di estendere il mio aiuto agli interessati, magari con un incontro-seminario, sempre gratuito e donato dal Cuore. In questo incontro possono essere spiegate alcune pratiche psico-corporee di cui mi avvalgo nella professione d’aiuto (Meditazione consapevole, Qi gong, Bioenergetica, Ho-oponopono, Zen-Shiatsu).

Buon approfondimento e buona salute dal vostro amico.

Sergio Todesco

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