Tempio Pausania, La risposta del consigliere Amic alla nota pubblicata sul sito del Comune. ” La miglior difesa? Il becero attacco”.

Tempio Pausania, 17 mar. 2018-

Ricevo e pubblico la risposta dell’ex assessore Alessandra Amic sulla vicenda Hotel Limbara che ha suscitato scalpore in città e che il sindaco Biancareddu ha sintetizzato in una nota sul sito del comune che anche noi abbiamo pubblicato (link).

Alessandra Amic

«Egregio Sig. Sindaco non mi sorprende lo stile né i contenuti del suo comunicato, è proprio vero che la lingua batte dove il dente duole. Ancora una volta non si può non prendere atto che per l’Amministrazione in carica la miglior difesa sia il becero attacco, anche se si è totalmente sprovvisti di munizioni. Prima di tutto segnalo la sua totale mancanza di rispetto non solo nei confronti di chi per mandato assolve ai propri doveri di consigliere, ma anche nei confronti di tutti quei Cittadini che in questa Amministrazione riponevano grandi aspettative, confidando nella esperienza politica del primo cittadino. Rispondendo punto per punto alle sue sterili difese Le ricordo che  già, nel mese di Giugno, quando ero ancora in Giunta  e molto prima delle “ mie ferie d’agosto”, come lei elegantemente ha voluto esternalizzare, anche in violazione della mia privacy, ebbi a sollevare il problema della struttura ricettiva di Curadureddhu, poiché ero stata informalmente messa a conoscenza di presunti ammanchi che si stavano ivi perpetrando, ma sono stata tranquillizzata dalla risposta ricevuta “ é tutto in regola non ti devi preoccupare”, mi sono, in ogni caso, premurata di informare della cosa anche il Funzionario responsabile. Dopo la lettura degli atti  contrattuali la sorpresa di constatare  che  tutto non era assolutamente in regola,  poiché non esisteva alcuna documentazione con la quale il Comune, quale unico  proprietario di tutto (immobile ed arredi compresi) autorizzasse chicchessia  a trasportare altrove beni e suppellettili vari.

Successivamente con la Vostra consueta calma, nel mese di Ottobre, non si sa perché o per come, sono state, finalmente, avviate le verifiche del caso.

Per dovere di verità, voglio rammentarLe, che dal 2006 ad oggi per la struttura di Coradureddu il Comune ha riscosso  come canoni di locazione poche centinaia di euro a fronte di ingenti capitali spesi per  gli arredi, in parte dispersi,  della struttura. Concordo signor Sindaco  che purtroppo non esiste nessuna delibera della giunta Biancareddu relativa a Curadureddhu…infatti grazie anche alla vostra totale inerzia  è andato  tutto in malora. Le ricordo, sempre per dovere di chiarezza, che tra gli obblighi dell’amministrazione  in carica e dei suoi funzionari, non certo tra quelli dell’opposizione, vige l’obbligo del controllo sulla legale e corretta esecuzione dei contratti, a partire dall’incasso dei canoni  per finire con la redazione degli inventari dei beni locati (a quel che mi risulta a tutt’oggi  entrambi inesistenti). Mi chiedo come si possano accertare gli ammanchi se prima non si è provveduto ad inventariarli? . È superfluo ribadire che con “ delibera della giunta Frediani è stato rinnovato l’appalto, ma è altrettanto vero che l’originaria locazione di Curadoreddhu venne concessa nel 2006 con delibera della allora Giunta Comunale n. 96, alla presenza dei suoi attuali  assessori  Addis e Quargnenti. Da non dimenticare, inoltre, che, questa Amministrazione non ha avuto nemmeno la correttezza ed il buon senso di informare il Consiglio Comunale sugli ammanchi riscontrati nella struttura ricettiva. Resto però basita nel leggere le affermazioni del Sindaco  sul fatto che, l’opposizione, a suo dire “poco attenta” avrebbe dovuto  “arrivare sui fatti prima dell’Amministrazione ” ovviamente prima che accadessero, dato che io stessa avevo provveduto a farlo, invano, nell’immediatezza. Mi permetto, in ultimo, di dissentire anche sull’affermazione relativa al canone di locazione fissato  in  euro 100  solo per il primo triennio, per il futuro prima di accusarmi di gravissime inesattezze le vorrei ricordare che tale discordanza è dovuta alla modifica successiva, di quanto offerto in sede di gara e non voglio aggiungere altro. Dopo le doverose precisazioni alle ennesime accuse del Sindaco, peraltro mai dirette e sempre a mezzo stampa  o pec, confido che l’Amministrazione addivenga a più miti consigli e lasci a chi di dovere il compito di sbrogliare la matassa, Corte dei Conti inclusa.

Concludo che non è mia intenzione ostacolare né criticare a priori l’operato della Giunta, anzi sarò ben lieta di congratularmi per quanto saprà realizzare nell’interesse pubblico di tutta la comunità Tempiese, sempre, se fatto con la dovuta diligenza del buon padre di famiglia».

Alessandra Amic

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Parole dirette, espresse con efficacia e allo stesso tempo mirate a sbrogliare una matassa che ha dell’assurdo, per quanto appaia incredibile che nessuno abbia mai sollevato il problema. Ma come? Da anni una struttura a totale controllo dell’amministrazione, passata a gestioni esterne, diventa terra di conquista per chiunque? E quando il caso viene sollevato da un assessore, le si risponde ”  “ è tutto in regola non ti devi preoccupare”? Ma che paese è mai questo che si lascia scippare beni propri, di cui  dovrebbe rispondere in prima persona, e non va a controllare cosa stia succedendo? Leggere dalla lettera che questa struttura ha attraversato tre amministrazioni diverse,  sapere che queste depredazioni avvenivano ugualmente senza soluzione  e mai una sola volta ì si sia mai andati dentro la vicenda per fermarla, lascia perplessi e imbottiti di perché. Il blog, come suo costume e preciso orientamento per il bene di questa comunità, non patteggia per nessuno, non tira il carretto a qualcuno né vuole attaccare qualcun altro ma vien da se che una storia come questa del Hotel Limbara, è quanto mai spinosa. 

Per riavvolgere il nastro, cosa che sarebbe auspicabile per amore della verità, bisogna essere chiari e prendersi le proprie responsabilità sull’operato di tutti questi anni. Se no, ce lo dicano, questi amministratori come i precedenti, che in casa propria ognuno fa quel che vuole. Vero, sinché quella casa non si chiama bene pubblico e quel “nostro” non è mai stato una proprietà ma un bene da tutelare, controllare e salvaguardare.

Altrimenti, valorizziamo la nebbia sul Limbara che forse sarà anche lavoro inutile ma vuoi mettere la vista da lassù?

Antonio Masoni  

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