Tempio Pausania, L’addio a Graziella, tra una folla imponente e i suoi bambini. Emozione e lacrime, nel suo ricordo.

Tempio Pausania, 3 feb. 2018-

« Tutte le persone siamo uguali per dignità ma è sbagliato dire che tutti lo siamo in assoluto. Graziella era altro, era libri per i quali spendeva la metà del suo stipendio, era saggezza, sobrietà che definisce le persone speciali. Se passandoci sopra del sidol alcuni nascondono sotto il ferro, in lei veniva fuori l’oro, quello della sua vocazione al fare senza apparire».

Queste alcune delle parole pronunciate nella sua omelia da Don Antonio Tamponi, parroco di San Pietro, nell’ultimo saluto a Graziella Pittalis, l’insegnante di 54 anni di Tempio che è deceduta due giorni fa per un infarto a Olbia.

Una folla silenziosa e commossa, e non sono le solite frasi di sempre, ha seguito in silenzio le parole del sacerdote, chi più e chi meno rapiti da quel verbo che raccontava l’essenzialità di una persona davvero speciale. Nella semplicità, che cela tanta conoscenza, alla quale lei si è sempre avvicinata affamata, ci stanno i valori veri dell’esistere, e nessuno può insegnarteli se non possiedi questa vocazione insaziabile che è stata per lei storia di vita.

« In quel feretro ci sono 150 anni di vita e non 54»,  ha detto Don Antonio – a dimostrare che la sua vocazione era leggere, conoscere, esprimersi attraverso la parola quando leggeva, fare e produrre cultura buona.

Chi fosse stata Graziella, per chi non l’abbia conosciuta, è difficile da spiegare, soprattutto perché, come ha ribadito il prete, lei era tutto fuorché una frequentatrice delle platee social, ne restava in disparte come succede in coloro che preferiscono l’azione alla reazione conseguente  alle inevitabili incomprensioni che in certi luoghi si generano. Viveva del suo lavoro e delle sue passioni per la conoscenza, come presidente di un’associazione culturale a cui ha dato tanto (Carta d’Annata), circondata dalle solide amicizie di sempre, quelle che erano tutte presenti, con un dolore inconsolabile quanto inspiegabile, come questa vita assurda che non ti concede soste, presi tutti dalle intemperie dell’esistere  e consolati solo dal calore di anime belle che ci circondano, per fortuna, e che mai ci lasciano da soli.

Le testimonianze, strozzate dal pianto trattenuto di Massimo e Domenica, due degli amici di una vita, alle prese col dolore che presto si tramuterà in memoria perenne. 

In testa i suoi alunni, con un cartello pieno di frasi dedicate a lei, al centro la foto della loro amata maestra, palloncini bianchi lanciati al cielo dalle mani di quei bambini, indelebili immagini che ognuno di noi conserverà nel proprio diario delle troppe vite spezzate prematuramente.

Il corteo attraversa una città fredda, e non solo per i 2 gradi di temperatura, direzione cimitero. La gente, la mestizia, il silenzio. Cade qualche chicco di grandine, ci si ripara come possibile, fa tanto freddo ma dentro il cuore dei suoi amici e parenti il calore che hanno ricevuto da lei, quella piccola grande donna che ha reso tutti noi un po’ più poveri per la sua mancanza, ma più ricchi per averla conosciuta. 

Antonio Masoni

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