Tempio Pausania, L’albergo, la discoteca e quasi 50 anni di storia finiti nel dimenticatoio.

Tempio Pausania, 27 mag. 2018-

L’edificio nacque alla fine del 1960, quasi 50 anni di vita, come albergo situato in una posizione dominante sull’altura più rilevante della città, per nome e per conto di un privato cagliaritano, allo scopo di essere abbinato al comprensorio di Rinaggiu, laddove sarebbero dovute sorgere le terme che in effetti furono poi terminate ma mai entrate in funzione. Al principio era l’Hotel delle Fonti, col tempo con un nome più o meno simile, era nato l’Hotel vero e proprio delle Terme a non più di 100 metri dalle fonti (oggi diventata casa residenziale di cura per anziani). Poi divenne una discoteca con svariati tentativi di renderla accattivante per la sua posizione invidiabile e per tante altre manifestazioni di interesse.

La struttura, intesa come progetto albergo, non decollerà mai e fallisce. La regione ne viene in possesso e decide di affittare il piano terra e il primo piano ad un privato locale e, attorno agli anni ’80 diventa discoteca (Kiss). Pensare che l’Hotel disponeva anche di una piscina e di una terrazza panoramica da brivido da dove si dominava per chilometri questa porzione stupenda di Gallura.

Fu un vero crac, nel senso che la discoteca funziona alla grande per tanti anni ma alterna momenti economicamente favorevoli ad altri deludenti. Il Kiss chiuderà i battenti nel 1998 dopo aver cambiato il nome  in Millennium, attiva sino al 2003. Il periodo Millennium fu molto vivace e produttivo. La gestione sarà sostituita con un nuovo nome, Karaventu. attiva per poco a cui seguirà un stop di qualche anno in cui la strutura restò chiusa e avrà il colpo di coda dal 2009 al 2010 con il nome Up n’Down. Poi, nulla più.   Durante la gestione Kiss, l’edificio aveva comunque una certa custodia che preservò da vandali e piccioni e una intensa umidità che andava combattuta.  

In queste date, che hanno visto la fine di un qualcosa mai decollata, l’albergo, e tutti gli anni seguenti l’attività delle discoteche che si alternarono nella gestione, è bene ricordare quel tragico 28 luglio del 1983, la data più sconvolgente della nostra storia con 9 vite umane perse nel rogo di Curraggja.

Sono anni, e tante amministrazioni che hanno attraversato la storia dell’edificio. La penultima anche il problema dell’abbattimento di questo mostro architettonico che domina la città e che oggi sta letteralmente cadendo a pezzi. Finita l’era del locale discoteca, anche le ultime due in ordine di tempo, la precedente e quella attuale, hanno vissuto la decadenza dell’edificio e la perdita dei criteri di sicurezza. Sappiamo bene che una struttura chiusa, con infissi inesistenti, nel giro di alcuni anni, diventa quel che oggi appare. Si era deciso di abbatterla ma, come mostrano queste due foto, anche in questo caso sembra lontano dai propositi in tale direzione. La via di accesso non è chiusa ma semplicemente sbarrata con tre transenne che certo non possono evitare che ci si possa arrivare e sono assenti nel tragitto segnali che avvisino della pericolosità dell’edificio.

Ci sono, essendo il punto più alto di Tempio, i ripetitori TV e telefonia che devono essere controllati e non si può impedire l’accesso alle macchine autorizzate. Tuttavia, a mio avviso, dovrebbero esserci dei veri segnali di pericolo così come l’edificio andrebbe isolato e dotato di cartelli atti a scongiurare chiunque dall’avvicininarvisi.

Resta un mio parere, come sempre, ma bisogna fare qualcosa. Il rischio è evidente e questa pagina della nostra storia  va chiusa definitivamente.

L’almanacco sempre più ricco di Sardegna Abbandonata, dove già è compreso questo mostro, scrisse anni fa (2013) il progetto di demolizione che non fu seguito né dalla giunta precedente né tanto meno da quella attuale. A chi toccherà prendere una decisione ? Fosse per me, non sarebbe mai sorta, ma visto che rappresenta un po’ il simbolo per chi viene a Tempio da Sassari, anche a 10 chilometri dal paese e che bene o male ce l’abbiamo, cosa ne pensa questa amministrazione di decidere per la sua morte?

Antonio Masoni

Related Articles