Tempio Pausania, Le insidie del social più usato al mondo, trappola senza uscita? No, si può andar via senza rimpianti.

Tempio Pausania, 23 giu. 2017-

Ho spesso scritto delle insidie e delle trappole dei social network, contenuti che nascono per dirottare l’intelligenza verso improbabili miglioramenti del vivere sociale. Non è così, non è mai stato così. Dopo anni di questa esperienza, nella quale ho considerato a torto il social come una specie di palcoscenico virtuale, sono giunto alla conclusione che la sua vera origine è esattamente opposta a quella di rendere le relazioni sociali migliori.

Come ci si può inventare un social con queste caratteristiche? Semplice la risposta. nasce per svagarsi (l’idea originaria, come racconta il film sulla vita del suo creatore, fu quella di allacciare contatti virtuali tra studenti di college americani) ma soprattutto per creare contrapposizione tra individui. La contrapposizione che intendo non è dialogo o discussione, è solo assolutismo, prevaricazione, rabbia e pensiero che deve dominare quello altrui. Da queste cose derivano poi i contrasti, le liti, le feroci accuse, le denunce, e tutto quel coacervo di atteggiamenti virtuali che abbiamo fatto diventare reali, quasi non esistesse più una vita relazionale normale o mancassero i veri tavoli di confronto. Una sorta di “bar” spostato sul web, o peggio, una piattaforma senza alcun presupposto di  ancoraggio alla vita che si dovrebbe vivere,  viziata da linguaggi che non useremmo se non si trattasse di spazio-palcoscenico per spettacolarizzare tutto o quasi. 

Resta la mia opinione, chiaramente, e non ho nessuna pretesa di avere dei consensi ma, come spesso mi succede, viaggio anche controcorrente, sapendo che mi attiro le ire di chi invece è di parere opposto, di chi lo usa per gioco, o di chi deve dare lustro alla sua attività di colto e raffinato interprete della social reality. Per me era condivisione delle mie cose del blog e qualche altra amenità di poco interesse. Non ho mai voluto essere quel “faro” di cui in tanti si identificano, mi ritengo troppo ignorante e poco abituato alle dotte interpretazioni degli intellettuali del web. 

Mille volte sono stato tentato e due volte sono riuscito a staccarmene invano, col presupposto che per me era indispensabile per amplificare ciò che questo spazio ha prodotto e produrrà ancora. La impressionante deriva che invece ha preso alla sprovvista me, e tanti altri, dice che facebook è usato per qualsiasi vaccata, o per dimostrare a tutti quanto siamo colti, intelligenti e quante cose sappiamo di quel che accade. Siete certi tutti di questo? Per ovviare a questo, mi sono anche convinto che la scelta era la mia e che nessuno mi ha mai costretto a rispondere o a rompere le palle agli altri quando sono stato oggetto di diffamazione o di prese per il culo. Facebook non risponde in automatico, come in una bella discussione vis a vis, al limite anche con una scazzottata. Eh no, ha il potere occulto di raccogliere clacques sparse dappertutto, i cosiddetti “mi piace” che tanto inorgogliscono chi li becca. Io per primo vedevo le cose in tal modo. Ma, siccome la mia estraneità alla religione, mai una sola volta mi potrebbe far dire “mea culpa”,  dico “cazzi miei” che l’ho voluto e oggi mi ritrovo a fare “outing” per palesare la mia estraneità a questo mondo.

Le ultime spazzolate di coda saranno oggi, da domani il mio account personale, quello col mio nome, scompare per sempre, sommerso dalla mia stessa ritrovata dignità, spogliata dalla vanità che non voglo che sia mai etichetta del mio agire.

Per questo, chiedo scusa a chi ho offeso, a chi ho intarsiato come un mobile antico, scalpellandolo per bene, io non voglio più quello che, anche se non proprio voluto, è stato il mio atteggiamento di questi lunghi 8 anni.

Gli articoli li potrete leggere sulla pagina facebook galluranews di cui non sarò amministratore ma editor e ci potrò ficcare tutto, ma la logica del social col mio nome la lascio a tutti voi.

Mi permetto di suggerire, e non certo di insegnare, che anche se dotati di intelligenza, anche se avulsi dalle trappole dei meccanismi perversi, il meccanismo del social prima o poi ci introietta di prepotenza in dinamiche che non vogliamo o non avremmo mai voluto, se solo ci avessimo pensato prima. E ve lo dico io, che sono stato uno di quel miliardo di individui che hanno usato, e usano, fbook!

Molti di voi lettori sanno chi sono ma la maggior parte di me non sa nulla e mi identifica col mio blog. Ecco, chi mi conosce capirà cosa sto scrivendo e chi no, saprà che io sono galluranews.org, dietro il quale ci sarò io o anche altri firmatari. 

Ringrazio adesso chi vorrà leggere ancora il blog, chi condividerà gli articoli, chi ha mostrato nei miei confronti pazienza e considerazione, anche quando, da perfetto imbecille, mi sono scannato con qualcuno per prevaricarne l’idea opposta. Ringrazio anche i miei denigratori, quelli che hanno navigato sottotraccia e sottovento senza esporsi mai al confronto dialettico, pure da me cercato sempre, con tutti. Non ho rancori da perpetrare verso nessuno. 

La nostra comunità ha, in questo difficile momento, bisogno di intelligenze e di tanta ma tanta comprensione. La mia, sufficiente per chiamarla  intelligenza, non la voglio usare per prevaricare nessuno e la metto a disposizione, per quel poco che potrò, della mia città, del mio territorio. La perseveranza è la mia passione, la comunicazione la mia stazione d’approdo finale. 

Tutti abbiamo difficoltà da affrontare, in quel “giorno per giorno” che ci consegna un frastornato modello di società dove non c’è spazio per la penna e il calamaio e dove tutti stanno viaggiando velocemente senza una precisa destinazione.  

La mail per scrivere sarà il sistema che se volete contattarmi dovrete usare: antonmasoni@tiscali.it e il numero di cellulare è sempre lo stesso e appare dappertutto nel blog: 320 7072 629. Ah, scordavo: io sono Antonio Masoni, quello di galluranews.org.

A presto.

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