Tempio Pausania, L’euro:il nuovo ordine totalitaristico, Alain Parguez rivela (1^ parte). Rubrica economica a cura di Antonello Loriga.

Tempio Pausania, 18 feb. 2015-

 

Sono qui per parlarvi di una storia oscura e tragica.
Avrete già capito che l’Unione Europea è un mostro che va contro a tutte le regole della teoria monetaria moderna e dell’economia moderna. Il problema è: perché esiste un sistema così assurdo?
Mi è stato detto che nel vostro Paese, come nel mio del resto, alcune persone pensano che se riusciamo a liberarci dell’euro, l’Italia o la Francia potrebbero ritornare ad essere equiparabili ad alcuni dei Paesi più poveri dell’Africa, come lo Zimbabwe; ma l’economia reale dell’eurozona è già nello stesso stato di quella dello Zimbabwe. Vediamo per esempio alcuni dati sulla Francia (si noti che i Francesi hanno inventato e imposto l’eurosistema): in Francia il vero tasso di disoccupazione è di circa il 60% della popolazione attiva [includendo nel computo anche i lavoratori sottopagati, N.d.R.], quindi una cifra enorme; e abbiamo un tasso di inflazione effettivo del 7-8%. Non abbiamo la piena occupazione e non abbiamo una stabilità dei prezzi; questo significa che tutti i dati ufficiali europei sono menzogneri.
Comincerò la mia presentazione con una citazione del responsabile del Ministero delle Finanze francese [Postel-Vinay, N.d.R.], che fra l’altro appartiene all’ordine dei benedettini ed è il capo dell’Opus Dei francese: e la Commissione Europea è ampiamente controllata, come anche il governo francese, dall’Opus Dei. Ho parlato con lui di questa crisi, e mi ha detto: “Sì, l’economia francese è morta, ma non lo è abbastanza”. E ha aggiunto: “Professore, lei deve capire perché esiste il sistema europeo: che cosa vogliamo? Vogliamo distruggere per sempre la gente; vogliamo creare una nuova tipologia di europeo, una nuova popolazione europea disponibile ad accettare la sofferenza, la povertà; una popolazione disposta ad accettare salari inferiori a quelli cinesi”.
Questo rappresenterà il cuore del mio intervento.
Occorre anzitutto capire una cosa: che il sistema dell’euro non è mai stato pianificato per portare ad una unione monetari
a; e non è stato neanche pianificato come agenda neoliberista, sul modello dell’economia americana: infatti questo modello è stato, ed è ancora, completamente dimenticato dall’élite dominante europea: basti pensare che il leader del partito socialista francese [l’attuale Presidente François Hollande, N.d.R.] considera il presidente Obama “un marxista”.

Che cos’è dunque l’euro? È un Nuovo Ordine sociale totalitaristico, programmato molto tempo fa, nel periodo tra le due guerre, e poi portato a compimento, per così dire, dal regime di François Mitterrand, come avrò modo di chiarirvi.
In questo nuovo ordine non ci saranno più Stati sovrani: lo Stato deve svanire, o per lo meno lo Stato che trova radici nella democrazia, nel parlamento, nella repubblica. Nel nuovo ordine il potere dev’essere interamente trasferito a “coloro che lo meritano”; e questo significa un’élite, una classe capitalista di tecnocrati ai quali piace il potere di controllo assoluto.

Il mio intervento si articolerà in tre parti:

  • nella prima parte cercherò brevemente di spiegare la storia della pianificazione dell’unione monetaria europea, che trova origine nel periodo fra le due guerre, nelle parti più reazionarie e più conservatrici della classe dominante francese; mi rifarò anche ad un filosofo italiano, Julius Evola, che accusò Mussolini di essere troppo morbido con la gente e Adolf Hitler di essere troppo favorevole al popolo;
  • nella seconda parte cercherò di spiegarvi che la cosiddetta crisi del debito sovrano è un evento che non si è mai verificato nella storia, ma che una crisi di questa portata non è “venuta da sé”: è stata attentamente pianificata dagli architetti del sistema europeo. Quel che avevano in mente era di privatizzare lo Stato; e dato che ritenevano che lo Stato, perlomeno lo Stato in cui esista una democrazia, tenda a perdere comunque ricchezza, risulta ovvio che lo Stato si trovi poi obbligato a prendere a prestito denaro, e che quindi il debito dello Stato debba essere considerato come un debito a rischio; pertanto lo Stato deve essere completamente assoggettato ai cosiddetti mercati dei bond [titoli di Stato, N.d.R.]: ed è esattamente quello che sta succedendo adesso;
  • nell’ultima parte della mia presentazione cercherò di dimostrare che non esiste modo di risolvere questo problema e “aggiustare” il sistema [il famoso progetto degli “Stati Uniti d’Europa”, N.d.R.], perché questo ordine sociale ha una sua logica e coloro che controllano il sistema non accetteranno mai alcun tipo di cambiamento, soprattutto nessun tipo di intervento della Banca Centrale Europea. Lo accetterebbero unicamente nel caso in cui tale intervento mirasse ad incrementare la ricchezza della banche. Quindi l’unica possibilità di salvare la società europea è di liberarsi di questo sistema.

Il settore privato, il settore capitalista in Europa è morto; per citare Michael Hudson, i leader del settore capitalistico non sono più interessati all’economia reale: sono percettori di rendite finanziarie, e quindi il capitalismo europeo sta morendo; la crescita in Francia, già da 5 o 6 anni, è al di sotto del 3-4% all’anno.
Per quel che riguarda l’euro, grazie all’invito della collega Stephanie Kelton parecchio tempo fa, ho capito molte cose e ho scritto un articolo che parla proprio di una moneta falsa contro l’economia reale, che distrugge a tutti gli effetti l’economia reale. Ora però, prima di tutto, cerchiamo di spiegare brevemente qual è l’origine di un sistema così assurdo.

 Ci sono due fasi nella pianificazione del sistema dell’euro; la prima è nel periodo fra le due guerre e nel periodo che va dal 1940 al ’43; la seconda fase riguarda la realizzazione del sistema, ed è, debbo riconoscerlo, opera in gran parte di François Mitterrand.
Cominciamo dalla metà degli anni ’30, con persone come Robert Schuman e Jean Monnet: Schuman scrisse che nel 1927 c’era bisogno di creare l’Europa come nuovo ordine radicato nella tradizione per salvare l’Europa dalla decadenza: ma la decadenza, per i pro-europeisti, significava socialismo, rivoluzione, proteste, ebrei, marxisti, il libero accesso alla sanità e all’istruzione, l’aborto, l’omosessualità eccetera eccetera.
Altra cosa estremamente interessante, per i primi pro-europeisti l’obiettivo era quello di creare un sistema completamente opposto rispetto alla società degli Stati Uniti, che essi detestavano; l’élite europea odiava la società dei consumi americana, fatta di centri commerciali eccetera; odiavano più gli Stati Uniti, a causa di questo sistema, che l’Unione Sovietica; e adesso la situazione è rimasta esattamente la stessa.
Che cosa si doveva dunque fare per “costruire l’Europa”? In sintesi:
1. abolire gli Stati nazionali;
2. forzare uno stato di deflazione permanente, andando a ridurre sempre di più la spesa pubblica;
3. trasferire il potere a una classe, diciamo così, super partes di tecnocrati che operasse a livello sovranazionale.
Ma per questi europeisti della prima ora che cosa significava l’Europa? Significava creare un co-dominio di Francia e Germania e un impero coloniale che includesse anche il sud dell’Europa e l’Europa orientale; questo obiettivo era stato chiaramente esplicitato.
Come si poteva sopprimere lo Stato? Semplice: bisognava privarlo di qualunque potere di controllo sulla moneta.
Tutti questi europeisti erano fanatici seguaci di Friedrich von Hayek, l’economista austriaco più di destra di quel tempo: l’Europa avrebbe dovuto basarsi su una valuta sovranazionale interamente controllata da una Banca Centrale sovrana che godesse di poteri assoluti, appunto per poter sovrastare gli Stati.
In ultima analisi il loro obiettivo era di imporre la futura valuta europea come un super standard aureo.
Il primo abbozzo, per così dire, del trattato di Maastricht, venne scritto da un economista francese, François Perroux, nel 1943, con il pieno supporto di un trattato fatto dal regime tedesco e dal regime francese pro-nazista di Vichy; il nuovo trattato, che è stato formulato e deciso dal presidente Sarkozy e dalla signora Merkel, è basato esattamente su quello scritto da François Perroux nel ’43.

robert schuman
Robewrt Schuman
Jean Monnet
Jean Monnet

Perroux
Francois Perroux

Queste persone erano contrarie allo standard aureo tradizionale, poiché ritenevano che lo standard aureo non avesse permesso la totale abolizione del potere di spesa dello Stato; quindi bisognava creare uno standard aureo superiore, e questa era la prima fase del processo; ma per qualche tempo il progetto europeo venne tenuto, diciamo, nelle retrovie, perché tutti i suoi fautori erano più filo-hitleriani di Hitler stesso, per cui è stato necessario aspettare: aspettare che arrivasse François Mitterrand.

francois mitterand

 

Potrei parlare ampiamente di questa questione, perché io sono stato, fra l’altro, personalmente in contatto con il principale collaboratore di Mitterrand, un personaggio di estrema destra, un monarchico che odiava il mondo moderno e gli Stati Uniti, uno che diceva: “odio i poveri”. Si chiamava, anzi si chiama, Jacques Attali [attualmente consigliere del Presidente Hollande, N.d.R.].

jacques attali
Jacques Attali

De facto Jacques Attali era il primo ministro della Francia; era il responsabile di una serie di ex-marxisti convertiti in sostenitori del nuovo regime, ed era stato incaricato della creazione di una versione più sostenibile del sistema dell’euro. La visione generale era comunque la stessa, sintetizzabile così: “bisogna distruggere i centri commerciali e il consumismo”. I centri commerciali per loro erano espressione di pura infamia, le persone dovevano accettare di essere povere; mi ricordo di alcuni dibattiti su questo tema in seno alla commissione segreta che si occupava dell’entourage di Mitterrand: Mitterrand doveva riuscire a guadagnarsi per questo progetto il supporto dell’allora partito comunista (già, perché anche la Francia aveva un partito comunista, che adesso non esiste più).
Fui quindi incaricato di scrivere una serie di modeste considerazioni keynesiane di teoria economica moderna; la presenza di Attali venne richiesta dai finanziatori della campagna di Mitterrand: fra i massimi finanziatori c’erano anche la Chase Manhattan Bank e altre due banche americane. Mentre lavoravo Attali mi diceva: “Io ho preso un impegno con il nostro futuro Presidente: appena possibile distruggeremo lo Stato, creeremo una deflazione dell’economia, i salari reali crolleranno; quel che abbiamo in mente è il collasso totale del reddito dei lavoratori della società francese”.
Come riuscire a fare tutto questo? Con il trattato di Maastricht e con la creazione dell’euro.

Voglio concludere il mio primo intervento smascherando alcune menzogne:

  • mi è capitato di trovarmi piuttosto vicino a François Mitterrand; prima della guerra aveva avuto un legame particolare con mia madre, e ricordo che mia madre mi diceva: “François è così bravo a raccontare balle che può riuscire perfino a far credere che gli interessi far del bene alla gente”; ebbene, François Mitterrand, durante l’unico dibattito sul trattato di Maastricht, ebbe il coraggio di dire, in risposta ad una domanda da parte di uno studente: “Io posso giurare che non esiste alcuna menzione di una Banca Centrale Europea indipendente nel trattato” (sic!);
  • il principio fondamentale dei trattati europei era la privatizzazione dello Stato, cioè obbligare gli Stati a prendere a prestito denaro vendendo titoli alle banche private: gli Stati, un po’ come qualunque tipo di azienda, dovevano andare a chiedere i soldi alle banche, ai tassi di interesse stabiliti dalle banche. Quindi il trattato di Maastricht e il “Patto di Crescita e Stabilità” che ne è conseguito (più propriamente da ridefinire Patto di Distruzione e Instabilità) rappresentano la realizzazione dei loro obiettivi: alla fine gli Stati sarebbero stati completamente assoggettati alle banche private, e quindi sarebbero stati obbligati a tagliare, tagliare e ancora tagliare la spesa pubblica. E questo è esattamente quello che è successo. Come vedete, le menzogne continuano.

Due ultime menzogne da sfatare per concludere:

  • la percentuale del debito pubblico nell’àmbito del patrimonio delle banche francesi e tedesche è al di sotto del 5%; le banche perdono soldi non certo a causa del debito pubblico, ma a causa del collasso totale dell’economia reale;
  • mi terrorizza sentire la gente dire: “Povere banche, il governo ha mentito”. Questo è assurdo! Tutti lo sapevano: tutti sapevano ad esempio quale fosse la vera condizione dell’economia greca. Il 90% del debito greco, come di quello italiano, è nelle mani delle banche francesi e tedesche [lo era in effetti all’epoca della conferenza, N.d.R.], e tutti lo sapevano.

Quello che succederà ora, grazie al nuovo trattato, se effettivamente verrà poi approvato [Fiscal Compact, approvato dall’Italia nel dicembre 2012, N.d.R.], è che ci troveremo di fronte alla totale abdicazione degli Stati, delle politiche fiscali e di qualunque tipo di politica sociale: così sarà finalmente raggiunto il sogno di costituire un Nuovo Ordine.

Si pone però il problema di chi deve gestire il sistema: come si potrà mantenere il controllo della società?
È questo il problema che si pongono, di questo hanno timore, ed ecco perché non c’è dibattito: gli economisti ufficiali in Germania, in Francia e nella maggioranza dei Paesi europei sono assolutamente corrotti, si possono equiparare a delle prostitute; e noi siamo nelle loro mani. 

Non si parla quindi mai delle infamie che stanno alla base del crollo del sistema europeo: è questo il vero problema.

Fonte:

http://economiaepotere.forumfree.it/?t=61022468

Alain Parguez è professore emerito di Economia First Class all’Università Franche-Comté di Besançon (Francia) nelle facoltà di Giurisprudenza, Economia e Scienze Politiche. Tra gli altri titoli accademici: è docente di Statistica e Scienze Economiche all’Università di Parigi, nel 1973 ha conseguito due tesi di dottorato, negli Stati Uniti è membro della “Eastern Economic Association” e del Dipartimento di Economia all’Università di Ottawa. E’ autore di diversi saggi sulla politica monetaria, sulla politica economica e sulla concezione della crisi. Dal 1984 al 1996 è stato direttore del periodico “Monnaie et Production”. E’ l’ideatore della Theory of the Monetary Circuit, di ispirazione post-keynesiana, cui ha dedicato buona parte della propria carriera, e attualmente sta ultimando la stesura di questa vasta e dettagliata ricerca.

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