Tempio Pausania, Michela, non saprà mai.

Tempio Pausania, 2 dic. 2017-

Che Michela Deriu fosse inquieta, spaventata, senza apparenti soluzioni a quel subdolo ricatto, è cosa certa. Certa era anche della sua condizione di perseguitata a vita che attendeva la sua giovanissima coscienza di donna.

A 23 anni si è consapevoli che il ricatto può costare tanto, pregiudicare una vita serena, possibile quando si ha un lavoro, un aspetto piacevole, un carattere probabilmente socievole e tanti amici fidati. Che paure dovrebbe avere una donna quando esistono tutti questi presupposti? Nessuna che non appartenga a qualsiasi uomo o donna di questo pianeta. Michela era giovane e forse anche felice, e quando si è giovani…” è strano poter pensare che la nostra sorte venga e ci prenda per mano (F. Guccini) o ci sfugga,  come un lacerante lampo che annuncia tempesta e dolore che all’improvviso cambia lo scenario delle belle giornate, spese a sudare per esserci. Perché a volte è sufficiente far parte di questa preziosa occasione, unica e irrinunciabile, che chiamano vita.

Michela amava, al punto che l’amore diventa tutto quel che può dare e ricevere, senza limiti, perché l’amore non prevede alcun limite. L’amore viaggia come quella strada della canzone, lunga e diritta, è tutto nostro, apre praterie immense per incontrare occhi da prateria come i nostri, quelli che non hanno confini e che vedi che guardano lontano, come i tuoi, oltre la curvatura dell’orizzonte.

Michela si fidava, l’amore è fiducia, rispetto, complicità, prima che carnalità e passione. Non può esistere uno sterile sentimento e un’attrazione se non per qualcosa di fugace, improvviso, legittimo ma è un “non per sempre”-. Forse “per sempre” a 23 anni è sogno o illusione. Lo è anche a 40, 50, chi può stabilire cosa sia duraturo e chi aleatorio?

Michela non sapeva, o forse si, che ci fosse un video, oggi basta poco per distruggere qualcuno. Basta un telefono e dentro ci metti un bazooka che uccide. Lei non saprà mai, non vedrà mai più quel mascalzone con occhi da prateria, se ne ubriacava senza pensare a nulla, forse. Di sicuro ci sono solo i dubbi e le ipotesi su una tragedia che non doveva accadere. 

Tre indagati, scoperti da telefoni, tablet e PC, un video hard quello che le causava inquietudine, spavento, estorsioni bastarde di uomini senza scrupoli, disposti ad affondare la loro cattiveria senza limiti in quella giovane donna.  Terrore, al punto che non ha avuto esitazioni. Parte, destinazione La Maddalena e lì finisce la sua esistenza.

Michela era in pericolo, forse non poteva soddisfare quelle estorsioni, il vile ricatto che faceva da lordo contraltare a quegli occhi che l’avevano fatta sognare. Pare  fossero diverse mani che si giravano quel video trofeo, acquisito con la minaccia di una diffusione. Casi analoghi anche qui, come non ricordare una vicenda che interessò una giovanissima 1 anno e mezzo fa. Lì non ci fu ricatto, ma solo la perversione infantile high-tech di infierire e ridere alle spalle. Roba da bulli, fenomeni in crescita e da affrontare con energiche soluzioni, non da lasciare che  si trasformino in azioni peggiori.

Michela ha una storia ancora tutta da decifrare, così come la sua era una storia ancora da scrivere, mancavano pagine e pagine di vita serena, di fatiche mirate ad un domani da scegliere, quello che già aveva o chissà, magari uno migliore. Non ha voluto affrontare una condanna, quel marchio vigliacco che “la ggggeeeeente” è solita manipolare per sentirsi sempre migliore degli altri- Non ha rischiato che il ricatto potesse avere un futuro, lo ha stroncato ammazzandosi. Tale dev’essere stata la sua paura di essere additata dal lerciume del popolo che non l’avrebbe perdonata, che non ha fatto la cosa che avrebbe dovuto fare: denunciare il ricatto. Ha preferito, ha scelto la morte, la fine del tutto. Per lei, non per tutti. Per i bastardi resta ancora una storia da scrivere, le indagini chiariranno tutto, ci sarà la condanna per istigazione al suicidio, quasi certo che su questa ipotesi di reato si farà luce.

Michela non saprà mai, non vedrà mai le facce dei suoi ricattatori dietro le sbarre.  Lei ha preferito un biglietto per La Maddalena (A/R) e la notte del 4 novembre ha cessato di avere paura, per sempre. Il “ritorno” di quel biglietto non c’è stato.

Antonio Masoni

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