Tempio Pausania, la mostra dei fucili. Un libro e una interessante esposizione di vecchi fucili raccontano di una Tempio fucina d’arte e di grande artigianato.

Tempio Pausania, 22 giugno 2014-

Tempio è questa. Dorme tanto ma è capace di  sussulti di vero interesse che non sono per forza legati alla kermesse del Carnevale. Così è stato per l’edizione 2014 di Stazzi e Cussogghj dove ci si è trovati tutti in perfetta sintonia, coesi come non mai, vitali e dinamici,  attraverso il racconto del passato a raccontare le nostre cose antiche, preservandone la memoria e facendo conoscere, a chi ancora non sapeva nulla, il ruolo attivo e centrale della nostra città in Sardegna.

La mostra dei Fucili e dei Coltelli, vera realtà del nostro glorioso passato, ha avuto a margine della manifestazione, importanza a parte.

Giuseppe Sotgiu, attivo ed effervescente operatore culturale, sempre al centro di passaggi sostanziali della storia locale, ha scritto un libro dove si racconta di una Tempio regina incontrastata, già dal 1700, della produzione di fucili e coltelli di pregio. Anni di recupero di documenti, un lavoro certosino di informazioni e fatica per raccogliere armi antichissime che sono state esposte al Palazzo Villa Marina Pes nei giorni di Stazzi e Cussogghj 2014, ossia sabato 21  e domenica 22 giugno.

Una mostra che si spera divenga itinerante, a disposizione anche delle scuole, perché con essa si capisce meglio quale fosse la grande abilità dei nostri padri antichi nel costruire e divulgare un’arte scomparsa ma che ha fatto diventare la città la Toledo della Sardegna. Tale era la grande bravura degli armieri tempiesi nella costruzione dei fucili che molti di questi pregiati esemplari sono sparsi in diversi musei del mondo. Pezzi unici, definiti nei minimi dettagli e con meccanismi perfetti di funzionamento. Bravo Giuseppe, ostinata persona che conserva sempre dei rimpianti per ciò che avrebbe voluto realizzare per la sua città e per ciò che la sua città non gli hai mai permesso. Ora aspetta che l’amministrazione risponda ai suoi appelli, in fondo occorre poco. Un piccolo museo, uno spazio anche minimo dove poter far vivere il ricordo di un’arte perduta e che lui vuole mantenere, costi quel che costi. Giuseppe è così, prendere o lasciare. Non si fa incantare dalle sirene degli apprezzamenti ma nemmeno raggirare da chi, per troppo tempo, lo ha ascoltato  ma ostinatamente anche chiuso la porta in faccia.

Alla presentazione del suo libro, I Fucili di Tempio, Li Fusili di Tempiu, erano in tanti, I relatori di tutto rispetto, da Giuseppe Pulina, professore al Liceo cittadino a Giuseppe Spano, dottore esperto in beni culturali e allestimenti museali, nonché Vice presidente dell’Istituto Giulio Cossu, altro partner d’eccezione che in questi anni ha bussato spesso a “quella porta” inutilmente e che ha comunque agito proponendo cultura e arte in città e in tutta la Gallura.

L’augurio che ci facciamo tutti è che Tempio risponda ogni tanto a chi, dopo anni di sacrifici e di lotte per ribadire il ruolo centrale della nostra città in Gallura, continua ad essere paziente e a portare avanti il proprio lavoro senza fermarsi mai. Tempio deve guardare avanti, magari con l’occhio attento alla memoria del passato glorioso che ha avuto. I musei sono una realtà che promuove turismo e devono essere visti alla luce anche di questa possibilità cioè  veicoli trainanti per la nostra esigua economia.

Vi proponiamo anche un brano del Coro Gabriel che ha animato la mattinata di presentazione del libro di Giuseppe Sotgiu.

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