Tempio Pausania, Natale 2018, immagini dalla città degli incontentabili.

Sono ben altri i problemi di Tempio.

Immagini in giro per la città in questo giorno di Santo Stefano 2018. Una piccola testimonianza dei decori e delle luminarie di questa edizione 2018 che non passerà alla storia come tra le migliori ma ancora una volta tra le più discusse. Tempio, sta attraversando problemi ben più gravi che dovrebbero essere al centro dell’interesse dei cittadini che invece sembrano attratti proprio dalla contingenza a brevissimo termine e scadenza, e sono distratti dai veri problemi di cui o si parla troppo come nel caso della sanità o si parla sempre poco come il problema dell’acqua potabile che sta arrivando a quasi tre anni nel prossimo mese di gennaio.

Piazza del Carmine

Non che di acqua non se ne parli ma quando lo si fa, aldilà della class action e delle altre azioni intraprese da Comitato Civico, arriva il disinteresse di chi invece dovrebbe puntarci come un altro degli aspetti prioritari.

Via Mannu

Invece, per tornare al Natale, si dovrebbe sempre apprezzare quanto viene fatto perché dietro, è bene sempre ricordarlo, c’è lavoro ed impegno, ci sono fondi destinati allo scopo, iniziative che possono anche non piacere ma sono sempre dignitose e del tutto aderenti al momento economico difficile.

Via Villamarina

Ne parlavo qualche giorno fa con un tempiese DOC, uno di quelli che se la prende sempre con chi disprezza il lavoro altrui, sia esso di
mera critica fine a se stessa o di aspre cattiverie che rasentano l’ingiuria. Lui sostiene sempre la città e gli sforzi finalizzati al suo miglioramento e si arrabbia con chi invece oppone atteggiamenti superficiali e stupide prese di posizione che non conducono a nulla.

La Chiesa di Santa Croce addobbata dal presepe della Color Art realizzato con palloncini

Tant’è, qualcuno disse che il male di Tempio sono proprio i tempiesi, quelli che….come cantava Jannacci sono coloro che si sentono soddisfatti di inveire contro chi fa qualcosa, a prescindere dallo scopo che muove le coscienze di pochi per il bene di tutti. Amare la propria città non significa accettarne sempre ogni aspetto, ma almeno che si rispetti l’agire altrui quando questo ha il solo fine di tenere accesi le luci ella ribalta che pian piano stanno spegnendosi se non proviamo tutti a volerle bene.

Lungi da me l’idea di cavalcare la rassegnazione ma ci si rispetti di più e si provi assieme a fare uno sforzo per renderci tutti utili nel difendere la nostra tradizione, il patrimonio, la bellezza, così come nel saper cogliere il buono delle poche cose che vengono fatte.

Antonio Masoni

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