Tempio Pausania, « Non si guardano le presenze ma l’unica eccezione ». Andrea Biancareddu risponde alle polemiche sul suo impegno per il Paolo Dettori.

Tempio Pausania, 13 lug. 2017-

«Quando il saggio indica la luna e lo stolto guarda il dito», questa in sintesi la risposta del sindaco di Tempio Biancareddu alle polemiche piovutegli addosso sulla sua mancata partecipazione allo sciopero generale organizzato da CGIL-CISL-UIL lo scorso 6 luglio a Cagliari.

Intervistato sull’argomento, relativo al suo impegno di questi anni di mandato a favore del non declassamento del presidio sanitario Paolo Dettori, il sindaco ha risposto compiutamente ricordando le sue mosse politiche, quelle con la sua controparte preferenziale, e quelle anche con l’attuale giunta regionale, alla quale non ha risparmiato critiche sulla vertenza sanità.

Oggi, alla vigilia della manifestazione di martedì 18 luglio, ho voluto ascoltarlo in merito alle succitate polemiche perché ritengo sia giusto che debba avere voce sia chi è dalla sua parte e chi non lo è. Per quanto riguarda il blog, è cosa risaputa, anche infischiandomene delle abiette accuse sul mio nome e su una mia presunta partigianeria di comodo, ribadisco che sono e sarò sempre dalla parte di chi prova a lottare contro le ingiustizie. Io alla politica non chiedo nulla, e nulla voglio che abbia importanza personale, ma pretendo che essa si muova sempre nell’ambito degli interessi collettivi, che faccia e agisca sempre a favore della gente. Non mi pare che questo sia avvenuto o stia avvenendo in questi anni. Le eccezioni esistono, lo so e sempre ho provato a sottolinearle senza pregiudizio. Questa politica non mi piace e non mi piacciono quelli che ancora la sostengono pensando che operi per il bene della gente.

Non mi piace chi non si fa delle domande dei perché succedano queste continue perdite di stato sociale, veri e propri reati derubricati dalle opportune procedure penali. Hanno violentato la carta costituzionale, l’hanno resa inutile e continuano ad operare affinché essa non sia più quel modello di vita che ha garantito sino ad una ventina d’anni fa condizioni di vita accettabili, il lavoro più o meno garantito e una spesa pubblica che era tale in forza della nostra sovranità monetaria. L’appartenenza cieca ai trattati europei, che qualcuno allora orbo sta iniziando a vedere meglio, ha reso impotente la nostra politica, capace solo di chinare la schiena e proferire obbedienza assoluta a tutto e su tutto. L’appartenenza ad un partito, seguendo ideali o ideologie che la storia ha demolito, non aiuta a capire meglio cosa sta succedendo davvero, perché ci si lascia abbagliare dal ricordo di quel che fu e che non è, né sarà più. Quella politica non c’è, sostituita da falsi problemi, ingabbiata nell’informazione lottizzata e a senso unico, sostenuta dai novelli comunicatori protetti e pagati dal sistema stesso, dalle distrazioni del web e dei social che sono stati pensati da chi detiene il potere.

Apparentemente sembra non si possa fare molto ed invece si può e si dovrebbe fare. Le amministrazioni civiche, ad esempio, potrebbero opporsi alle risicate risorse di cui dispongono e non agire col poco o nulla per mandare avanti la complessa vita dei comuni, penalizzati da povertà sempre più estreme e alla ricerca affannosa delle elemosine di Bruxelles. Come possibile che, ad esempio, occorrano 6 anni per rifare un ponte strategico per il collegamento per Olbia? Che questa opera venga rimandata per cavilli burocratici o per impossibilità a spendere i soldi vincolati dal patto di stabilità, altro capestro economico che non poco sta incidendo nelle casse dei comuni? Bene, il Patto di Stabilità è contro la Costituzione, sappiatelo!

Tutto sembra scivolare via come pioggia dall’ombrello, nessuno si oppone veramente al crimine in atto e si continua a ragionare con l’allargamento delle braccia (come dire, ehhh….per forza!) o credendo che le cose miglioreranno perché lo ha detto tale, o perché sentito in TV.

L’intervista al sindaco, al quale va riconosciuta la buona volontà e l’impegno in questa lotta per l’ospedale, pur nella coscienza che la parte al governo della sardegna sia a lui politicamente ostile, fa capire quali siano stati i suoi recenti passi nella vertenza sanità,  associati anche all’impegno dell’intera Unione dei Comuni che, lo ricordo, sarà presente al completo nella manifestazione di martedì 18 luglio con i rispettivi consigli comunali dei singoli comuni che ne fanno parte.

Certo, a posteriori si può dire che Biancareddu poteva e doveva fare di più all’inizio, quando esisteva già “allarme rosso” sulla sanità pubblica, quando non era solo intuizione e  si osservava che anche la salute era carne da macello, alla pari della scuola, del lavoro, dell’economia che stava già mostrando cedimenti palesi e inarrestabili. Ne parlai allora ed anche al tempo della precedente giunta comunale.

Le ricette made in Italy, messe in campo allora, non hanno dato risultati semplicemente perché non potevano, stanti i vincoli dei trattati europei, i veri carnefici di questa Europa che non è, e mai sarà, dei popoli ma solo la stanza dell’alta finanza ossia della morte della democrazia reale, agonia di questa società e futuro segnato  per le le future generazioni. Se volessi creare un etichetta a questo neo liberismo imperante, lo chiamerei “nazismo in giacca e cravatta”. Poco originale forse ma rende bene il senso.

La cultura o la bellezza ci salveranno? Credeteci minchioni! La conoscenza delle cose può salvarci, non altro.

Antonio Masoni

Related Articles