Tempio Pausania, Notizie in rete e sui giornali. La carta stampata perde pezzi e si adegua ai tempi.

Tempio Pausania, 7 feb. 2017-

La riflessione nasce da una mia personale questione di questi giorni.

Antefatto.

Una intervista scritta, e che avrebbe dovuto apparire sul giornale, relativa al blog, non viene pubblicata dopo che è stata inviata dal giornalista quasi due settimane fa.

Il fatto

Nel pomeriggio di stasera martedì 7 febbraio, vengo a sapere qualcosa che già avevo immaginato. Pare che la redazione abbia giustificato con queste parole: “Non pubblichiamo notizie relative a siti o blog”. Lapidario e sommario giudizio che afferma quanto da tempo un po’ tutti abbiamo notato. I giornali non si vendono più come una volta e questo per svariate ragioni, la prima di tutte la contemporaneità del web rispetto al giornale. Altre sono ovviamente le spiegazioni al riguardo. L’web è poco controllabile, almeno per quanto riguarda i siti di informazione, e ciò lascia presumere anche una sua posizione di privilegio rispetto alle famigerate linee editoriali che soffocano qualche volta la libertà di espressione di alcuni giornalisti. Per fortuna non di tutti. Il giornalista di professione ha da rispettare (non sempre) un’etica professionale, la separazione dei fatti dalle opinioni che è, a mio avviso, il più grande crimine della libertà di stampa che risponde più ad un ricatto che ad una logica insita nell’onestà di chi scrive. Non si deve uscire da quei binari e, se lo si fa, si corre il rischio di perdere il lavoro o di non scrivere mai più su quelle testate.

Per parare il colpo, anche le grandi testate giornalistiche nazionali e regionali hanno da qualche anno provveduto a tamponare la distanza con la rete attraverso le edizioni on line che comprendono o una sintesi degli articoli cartacei, o l’obbligo ad abbonarsi a quel giornale se lo si vuole leggere integralmente. La rete costa meno però e allora ecco che il quotidiano ha subito un calo mostruoso di vendite di cui sono testimoni i giornalai che vendono sempre meno copie durante questi ultimi anni.

Le insidie e i vantaggi del web.

Vero è che l’web nasconde anche delle trappole dovute ai cosiddetti siti farlocchi che sparano bufale per acchiappare lettori. In tanti ci cascano mentre quei siti gongolano di risultati traducibili in ingressi e introiti pubblicitari spesso considerevoli. La rete è però, se la si usa con attenzione e critica opportuna, una vera miniera d’oro. Informazioni che non passano né passeranno mai in altri giornali o nelle TV, quelle per intenderci che diventano insidiose per chi ne viene toccato o colpito. Cosa sarebbe oggi, per fare degli esempi, l’informazione economica se non ci fosse stata la rete? O quella politica? Solo una mesta vetrina di notizie mainstream, super controllate e super visionate dal governo che fanno intendere che tutto va bene, o se non va ancora bene, ci andrà. Le cose però non stanno come dice quell’informazione “di regime” perché se fosse attendibile non saremmo tutti nella “cacca” da 15 anni almeno e con la prospettiva infausta di ulteriori anni di pena, sofferenza e povertà. La rete in questi anni ci ha dato gli strumenti per capire meglio quanto stava accadendo, solo che pochi li hanno saputi usare perché li hanno prima studiati, capiti e divulgati. Poi sta ad ognuno di noi pensarla come si vuole e ignorare e lasciare le carte al croupier che dirige e coordina il gioco.

Il lettore moderno

Lungi da schemi e paradigmi esplicativi, il lettore moderno attento sa dove e come muoversi e, senza mai prescindere dalla sua opinione personale, sa scegliere e valutare l’informazione in rete. Apprezza la schiettezza di chi scrive e persegue sempre la verità dei fatti e delle cose, senza una maschera addosso. Il lettore attento sa scegliere perché ciò che legge gli corrisponde nei fatti, oltreché nella sostanza. Per questa ragione non si lascia infinocchiare dalla banale informazione di “regime” che rappresenta per lui un coacervo di inutilità nemmeno buona per chiacchiere di svago al bar. Non ama il sensazionalismo ma segue anche le parole urlate e le grida di allarme che giungono sempre dalla rete, quella buona. Dinanzi all’evidenza delle cose che accadono, sa prendere una netta posizione senza mai farsi ammaliare dai “guru” che emanano mantra magici, che rifugge comunque.

“La verità è questa – dice – ma ci devo arrivare con la mia testa e col mio ragionamento arricchito di studio e conoscenza”.

Un lettore moderno qualche volta non è abbastanza attento e difficilmente sposta il suo obiettivo  su ciò che non pensa perché non riesce a staccarsi dall’appartenenza politica che ai giorni nostri, salvo rare eccezioni, è davvero stupida. Inquadrato nella logica storica di quel suo essere di parte, non riesce a svincolarsene e quindi da attento lettore critico, diventa suddito e, mi si consenta, anche ottuso. La sua focale è concentrata sulla visione delle cose che ha sempre avuto sino a che il suo motore si grippa. Anche con la sua macchina ferma, non si concentra sulla mancanza di benzina (la causa che ha determinato il blocco della sua autovettura) ma su qualche gingillino che non sta funzionando a dovere. E ci sono anche questi, anzi, sono la maggior parte.

Quante verità esistono?

Si dice che esista una sola verità. Credo che ne esistano almeno 3, quella che pensiamo sia, quella che non vogliamo sia e quella che invece è. Alla ricerca della verità ci si muove in molti modi, con sagacia critica, con umiltà e cosciente ignoranza, con spocchia e presunzione. Solo la via di mezzo, a mio avviso, è praticabile. Essere umili e ignoranti vuol dire sapere di non sapere e quindi piena consapevolezza che occorre rimediare a queste lacune. Come? Studiare e capire senza fare la conta dei testi inghiottiti all’università e nei propri studi che non sempre danno l’esatta definizione di quanto abbiamo capito dei problemi che ci attanagliano. Spogliarsi e essere nudi dinanzi a quanto succede. In tal modo possiamo recuperare l’obiettività dei fatti e penetrare anche dove l’accesso è impossibile. Provare per credere. L’umiltà ignorante paga, si deve solo aspettare che scorra dentro di noi e ne sapremo apprezzare i risultati solo quando sarà del tutto priva della superbia che sussiste come un cancro inguaribile.

Antonio Masoni

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