Tempio Pausania, Novità dal Mondo Migliore. Quando i pesci in faccia non sono mai troppi (parte 3^).

In bilico sino alla fine, a lottare per un 0.1 in più o in meno, mica è da tutti essere l’ago della bilancia della politica italiana. Il PVU, partito del valore umano ha sbancato ogni pronostico, ha fatto lievitare persino le borse di Hong Kong e Pechino, tutti col fiato sospeso a guardare la diretta dello scrutinio. L’interesse era furioso, anche i cani del vicinato, appena avuta la notizia, si sono scambiati delle opinioni sul futuro della politica italiana. I latrati durante la notte scorsa si sono sentiti da qui a lì, da una cuccia all’altra. Alle 23.00 erano tutti bloccati dalle immagini e dalle voci che sciorinavano dati su dati, percentuali su percentuali, scenari futuri che potevano costar caro all’Italia. Poi, con il Valium diffuso con lo psicotrone quantico nell’aria, tutto si è placato e sono venuti fuori i dati finali. Il trionfo era palpabile e già si stappavano quelle due o tre bottiglie tra tutti i votanti d’Italia.

Il PVU ce l’ha fatta, era ora che gli italiani capissero che roba tosta fossero costoro, tutti armati di tute da attacchini e poi di corsa al seggio a raccogliere i milioni di voti tanto attesi. E milioni sono stati, precisamente meno di 50.000 milioni, cioè senza milioni.

“Inganno, ladri – urlavano nelle strade di Pechino dove erano giorni di maggio e tra noi si scherzava a raccogliere ortiche – avete truccato le schede. C’era il bollino blu e non erano nemmeno Chiquita! Ladri!”. Il dissenso montò anche tra i cani che pettegolavano su questa novità a raggi cosmici introdotta per evitare frodi. I cani, rottisi le palle di quella votazione, se ne tornarono delusi in cuccia, non prima di emettere uno sbuffo puzzolente dal di dietro in segno di stima incondizionata per il partito.

“Frodi un corno – gridavano i bonzi alla ricerca del centro di gravità permanente – la frode ce l’avete fatta a noi, casso (simpatica espressione veneta per indicare il fallo…non quello di rigore)!”.

Effettivamente, la disfatta era stata totale, dal declamato 60% dei consensi e dalla svolta epocale, in una sola notte, si era passati allo 0,14 (con i resti 0,15). Cosa è successo? Ma come? Perché? Quid lo sa? E cosi via in una follia collettiva che invase persino le colonne, i plinti e le armature dell’intera piramide a testa in giù.

L’ottimismo tuttavia rientrò presto nelle vene e nelle viscere dei malcapitati candidati.

“Anche se è andata male, è sempre andata bene” fu la frase più ascoltata nei TIGGGGGIIII del menga dove le dichiarazioni dei trombati, tutti laureati nella prestigiosa Università of The Road della Under  the steps di Fraccazeppola sul mar morto, erano di evidente imbarazzo.

Già si vedevano intervistati dai maggiori network del mondo, a sciorinare i congiuntivi imparati a fatica e a sciogliere gli enigmi delle “h” qui o là, a seconda di come va, ed invece la triste realtà del suono fastidiosissimo delle trombe (popipopi) era diventata un mantra di tristezza sconfinata.

I più accorti, quelli che capivano “meglio tardi che mai” avevano già pronta la valigia e scapparono a gambe levate, gli altri, impavidi guerrieri della morte, tennero duro. Tutti a scudo e protezione della fuffa.

La fuffa sarà anche fuffa ma è anche l’unica fuffa che abbiamo, non toglietecela!”. Coraggio e determinazione non vennero meno e decisero di restare ancora dentro a scambiarsi amore reciproco e sindromi premestruali sotto forma di cuoricini tenerissimi.

Ancora stanno lì, a contare le ore eterne che mancano all’erogazione della carta igienica col pin. Ci credono, combattono, morirebbero per essa e per Lui, il grande bucaniere che si vanta di aver già raggiunto la bellezza di 18 obiettivi della fase 3.0. Non se ne conosce nemmeno uno, ma va bene così. 

“Ah, se avremmo….ha, se potrei….ah, se farebbe….”. L’ignoranza era tornata nelle loro cocuzze dopo anni di formazione psico attitudinale e iniziarono ad apostrofare soggetti maschili come pioggia d’aprile “un’uomo, un’altro…ecc.” mentre la sera del giorno dopo, fu il loro day after, fatidico ritorno alle case vuote, sempre di più, appena riscaldate dal tepore del  prossimo tema del mese.

“Quale? Come si chiama la capitale dello stato americano dell’Idiotsland. Sapevatelo!”

“Uhmmmmm… – si pronunciò uno, anticipando la risposta del prossimo salotto, a quel punto diventato inutile (vabbè, uno più, uno meno) – Coglion City?”.

“Esatto! Rispose il capitano orgoglioso della riuscita del corso di formazione con Lancio Story e l’Intrepido”

Contento come una Pasqua a dicembre, se ne tornò allineato in fila e guardò tronfio i suoi invidiosissimi compagni, aggiungendo.

” Già sarei a buon punto se mi farei fregare da domande così facili!”. Il congiuntivo scappò via come un peto nella nebbia. Era stato tutto inutile, anni di formazione perduti come lacrime nella pioggia.

Antonio Masoni

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