Tempio Pausania, Omertà? Quali sono le spiegazioni di alcuni fatti accaduti? Sono i “soliti” poteri forti o c’è altro?

Tempio Pausania, 15 lug. 2018-

I dubbi che anche a Tempio esistano dei fatti alquanto strani – nessuno che abbia avuto una spiegazione plausibile -, sono concreti. Un dubbio viene quando arrivati ad un certo punto del cammino di alcune vicende che vedono persone coinvolte, improvvisamente tutto si ferma, la strada viene deviata, si cerca di mettere il silenzio su tutto, qualcuno che sa tace, mentre alcune altre persone ne subiscono le conseguenze e si chiedono il perché e il come di quanto gli è accaduto. Per zittire quanti sanno, si ventila la probabilità di una denuncia qualora codesti fatti, documentati, realmente successi, vengano tirati fuori. Le conseguenze sui malcapitati si traducono in stati d’animo compromessi, paure, crisi di panico, sino a completare il quadro con farmaci adeguati per attenuare crisi depressive e anche danni biologici.

Il sistema agisce sempre con le medesime armi, quelle che tutti conosciamo perché sono il cancro della nostra Italia e nessun’altra istituzione, politica, civile e religiosa, ne rimane esclusa. La paura domina il pensare comune, e sappiamo tutti che rischi non ne vogliamo correre perché, oltre a produrre prove inoppugnabili di quanto conosciamo,  ci chiedono un legale che gestisca la causa con la conseguenza, simile per tutti, che i costi per una difesa delle nostre ragioni, diventano pesanti, quando non impossibili.

In questi anni, le incompiute che abbiamo vissuto sono state tantissime, troppe perché possiamo contare in quella giustizia che agogniamo non solo per tutelare noi e la nostra istanza, ma anche per confidare in un mondo che abbia come pilastri delle sue fondamenta non un tribunale ma la comprensione che un sistema coercitivo che salvaguarda sempre e solo i detentori del potere, è già un mondo malato, una minaccia che distrugge le vittime, incapaci di ottenere giustizia anche quando “le prove” a loro difesa sono lampanti.

Pongo una domanda: se ci fossero prove inconfutabili che un “pilastro” del potere sia colpevole, quali sarebbero le contromosse della vittima per dimostrarlo? La risposta, sono sicuro, sarebbe la stessa che mi do io stesso. La vittima avrebbe da dire e potrebbe dimostrare quanto afferma ma tace, o meglio, la costringono a tacere. In casa mia questo sistema corrotto, l’ho sempre chiamato “mafioso”. Certo, in guanti bianchi, perché i pilastri rivestono ruoli istituzionali prestigiosi, hanno titoli e cariche tali che ogni cosa che fanno, grazie sempre alla presunta loro innocenza, è sempre la cosa giusta e, di solito, anche quella che viene esaltata dagli organi di stampa e dalle televisioni. Quando poi si ritrovano comunque a pagare per qualcosa che hanno commesso, si tenterà la strada dell’insabbiamento preventivo. E nessuno dirà mai più nulla. The end!

Come potrebbero, uomini dichiaratamente definiti eccellenze, essere coinvolti in fenomeni di mafia bianca? La macchina della giustizia si muove, indaga, tira fuori tutto ciò che è possibile ma costoro ne usciranno puliti perché questo è il diktat del “sistema”. A piangere saranno sempre quelle vittime che dinanzi alla paura di una denuncia per calunnia, si tirano indietro. La loro condizione sociale e anche quella psichica, nel frattempo, ha subito un vero e proprio tracollo al punto che qualche volta pensano di essere stati loro stessi a causare il danno. O meglio, questo gli fanno credere “ab ovo”, dal principio delle cose, da quando si erano resi conto che un sistema apparentemente efficace e utile alla collettività, si è deteriorato a causa delle loro “domande inopportune”, davanti a cose che non rientravano nelle azioni consone che non accettarono perché le ritennero “strane”.

Ritornando al titolo di questo pezzo, bisognerebbe chiedersi quali siano le spiegazioni di alcuni fatti accaduti. Bene, la risposta pare scontata, anzi addirittura banale. Quali possono essere gli interessi in ballo quando una strada devia da quella “magistra” se non il solito denaro che tutto regola, tutto cambia, tutto può e tutto ottiene?

E qual’è la ragione dell’omertà che diventa condizione esclusiva per far andare verso quella strada secondaria? Per ottenerla, la rete deve coinvolgere terze persone, li definisco il secondo livello del sistema, coloro che hanno il compito di mettere a tacere tutto e tutti ma non vogliono essere invischiati e se ne tirano fuori ma fanno la loro parte agendo indisturbati (sono di solito anche loro “eccellenze”) ma appaiono come sodali, non complici, ma amici, pronti ad accusare chi osa sbrogliare gli intrecci della trama. Come ogni buon sistema piramidale esiste anche una cupola che se ne sta buona buona in sedi altolocate a controllare che tutto vada secondo i presupposti stabiliti “ab ovo”. Costoro non figureranno mai perché “intoccabili” e quando, semmai, verranno fuori i loro nomi, diranno che non sapevano nulla di quanto successo. Sono i veri manovratori della macchina ma agiranno col telecomando.

Ho lasciato in voi qualche domanda? Credo di si, era questo il mio intento. Sono solo un modestissimo operatore dell’informazione, nessun titolo, nessun giornale che mi tutela, nessun obiettivo particolare se non quello che non sopporto le ingiustizie e quando ne conosco una, si scatena in me un sentimento di ribellione al quale nessuno, qualsiasi ruolo esso ricopra, si sottrae. Normalmente, e lo scrivo spesso, “so di non sapere”. In alcuni casi “so di sapere tante cose”, ma non spetta a me raccontarle. Sapete perché? Perché non ho strumenti economici che mi possono permettere supporti legali. Il rischio di querela esiste, oggi è più facile di prima essere denunciati, basta una mezza parola che si finisce a rispondere di calunnia anche quando esistono le prove. Che tristezza! La tristezza si impadronisce di chi vorrebbe che ci fosse una condanna per i colpevoli veri e che, pur conoscendo i fatti, possono solo sollevare il dubbio in chi ha strumenti idonei a perseguire i colpevoli.

Ci hanno reso così tutti, silenziosi e omertosi, anche se il silenzio è complice della colpa e basterebbe infrangerne il muro per ridare certezze a questa società malata, che sa di esserlo ma evita anche di curarsi con la verità.

 

“Non si può costruire niente di solido sulle bugie e sulle omissioni.” ISABEL ALLENDE

Antonio Masoni

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