Tempio Pausania, Ora è il turno dell’ortopedia. Dall’8 agosto accorpamento con Chirurgia e Otorino. Continua lo scempio del Paolo Dettori.

Tempio Pausania, 23 lug. 2016-

Più volte lo abbiamo detto e credo che nessuno possa dire di aver letto altrove lo stesso scoramento e la medesima preoccupazione sulle vicende del Paolo Dettori, l’ospedale dell’alta gallura che, giorno dopo giorno, perde tutti i pezzi della sua antica efficiente grandezza.

Notizia di oggi, anche il reparto di Ortopedia, altro fiore all’occhiello del nostro nosocomio, verrà accorpato, ufficialmente per ragioni di ferie del personale, ma come già accaduto in passato, ciò che è provvisorio diviene ben presto definitivo. L’Ortopedia, recordman regionale per numero di prestazioni in relazione agli abitanti del territorio!! Cosa conta? Nulla!

Che sanità è questa? Possibile che questa inutile politica aziendale, regionale, nazionale, abbia individuato che solo attraverso il taglio (meglio usare decapitazione) si ubbidisce a delle regole che  arrivano  dallo Stato Nazionale ma rispondono a luoghi molto più affaristici e corrotti ( non che in Italia non vi sia corruzione eh!), quelli che vengono gestiti da pochi e truci personaggi, schiavi delle varie multinazionali che sovraintendono ormai a tutto. Certo che ci si attendeva un tantino di serietà in più da chi è venuto a Tempio a propagandare la sua visione moderna e “all’americana” (modello quest’ultimo proprio da non imitare mai!), unita ad una maggiore economia delle risorse. Vero Ass.re Arru? E pensare che lei stesso mi telefonò per dirmi “Guardi che le cose non stanno come ha scritto lei!”. Aveva ragione Assessore, le cose stavano peggio, molto peggio!

Dall’8 agosto il reparto di ortopedia sarà accorpato dunque a chirurgia e otorino. Ciò significa che i posti letto, attualmente 24/26 in tutto saranno suddivisi per tre, con il disagio del personale sanitario che sta, letteralmente, crollando per lo sfinimento di turni massacranti. Il disegno è chiaro: l’ospedale di Tempio, aldilà delle promesse fatte, che piaccia o non piaccia, verrà trasferito in quel di Olbia, pezzo a pezzo è già così. Questo, sia chiaro, non è la volontà dei sanitari di Olbia che vedono, giorno per giorno, aumentare a dismisura gli impegni, i ricoveri, le visite che prima potevano essere effettuati a Tempio. Ne è un esempio l’articolo di ieri l’altro dove abbiamo raccontato le peripezie di una partoriente, all’ottavo mese di gravidanza.

“Cosi non si può lavorare” è la voce univoca del personale sanitario della chirurgia, ortopedia e otorino, che dal prossimo agosto saranno riuniti assieme al 5° piano, quello che in passato era la medicina uomini (ora la medicina è unita, uomini e donne sempre al 5° piano, lato sinistro). Il quarto piano, quello che attualmente ospita chirurgia e otorino ospiterà prossimamente la piattaforma chirurgica. Si invertono i piani ma nel frattempo si riduce il numero dei posti letto, si sottopongono malati a repentini trasferimenti in quel del Giovanni Paolo II, i sanitari ad acrobazie massacranti per competenze non studiate su malati che sono di altri reparti. Il tutto in barba alle proteste, ai futuri esposti, compreso quello all’Ufficio del Lavoro, alle segnalazioni che si stanno raccogliendo tra la gente per denunciare, documenti alla mano, quanto sta accadendo. Ora l’esposto, con le firme dei cittadini, dev’essere accelerato e presentato nel più breve tempo possibile. Questi stanno cannibalizzando la sanità pubblica per dare fiato al Mater Olbia. Lo capite o no?

Ah, vi ricordate del 6° piano, si quello inaugurato con tanto di cerimonia e messa due anni fa, tutto rimesso a nuovo per accogliere i malati dell’otorino? Ebbene, quello ospita uffici dei medici e ambulatori. A che pro? Perché prima erano costretti a visitare per strada (sigh!!)?.

La parola vergogna è stata abolita da questo blog, non paga e non soddisfa la giusta rabbia che trasuda dalla pelle di tutti noi, sanitari, cittadini  e popolo dell’alta Gallura. 

Antonio Masoni

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