Tempio Pausania, PIIGS, un docufilm che racconta una “fine” annunciata. Rubrica economica a cura di Antonello Loriga,

Tempio Pausania, 25 apr. 2017-

Il 25 aprile è ricordato come il giorno della Liberazione, quello della vittoriosa lotta di resistenza militare e politica attuata dalle forze partigiane durante la seconda guerra mondiale a partire dall’8 settembre 1943 contro il governo fascista della Repubblica Sociale Italiana e l’occupazione nazista. E’ anche il giorno che nei cinema italiani si sta proiettando PIIGS un film inchiesta finanziato in crowdfunding (Raccolta di fondi, per lo più tramite Internet, attraverso piccoli contributi di gruppi molto numerosi che condividono un medesimo interesse o un progetto comune oppure intendono sostenere un’idea innovativa.) che invita a occuparsi di moneta, mercato, finanza, banche. Ma soprattutto di come l’economia influisce sui diritti acquisiti, come quello alla salute, al benessere e all’istruzione dei cittadini, come sancito dalla Costituzione.

L’attore Claudio Santamaria, uno dei pochi attori italiani a salvarsi dal massacro della omologazione e della globalizzazione, presta la voce all’io narrante (in realtà sono tre i registi: Adriano Cutraro, Federico Greco e Mirko Melchiorre) che nel prologo si presenta come qualcuno che rientra in Italia dopo anni di assenza, nel 2011. L’occasione di avere diversi esperti di economia a portata di microfono rende il film possibile, e così P.i.i.g.s. prende gradualmente la sua forma – nell’arco di cinque anni, stando alle note di regia: inchiesta giornalistica costruita su interviste e immagini d’archivio, con qualche inserto di animazione grafica. Ma soprattutto con una copertura in parallelo delle difficoltà affrontate dalla cooperativa Il Pungiglione, che, detto sinteticamente, a causa dell’avvento delle politiche di austerity, è minacciata nella sua stessa sopravvivenza.

P.i.i.g.s., che si può leggere come una sottolineatura dello spregiativo inglese pigs (“porci”), è un “neologismo” coniato dal giornalismo economico nel 2009 (ammesso che si possa definire giornalismo l’insulto; l’alternativa è Gipsi, assonante con “zingaro”), o almeno così ci dicono i titoli di testa del film. Ma è anche acronimo dei cinque Paesi dell’UE considerati dalle politiche economiche scriteriate, Stati non competitivi, per non dire parassiti: Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Spagna.

Non vedo l’ora di andarlo a vedere, anche se le tematiche trattate sono da anni che le seguo e me ne interesso per questo blog. Ho colto con favore la personalissima recensione di Paolo Barnard sulla pellicola in cui, tra gli altri, è presente pure lui così come Erri De Luca, Rampini, Fassina, Varoufakis, Noam Chomsky nel ruolo di intervistato sugli argomenti trattati nel film. Vi propongo la recensione di Paolo Barnard che proprio ieri è stato al cinema a Bologna a vederlo.

fonte paolobarnard.info

Cinema Orione a Bologna oggi lunedì 24, esce PIIGS the movie e io mi presento con mamma di 93 anni cieca, il mitico Christian Paucara de la Cruz, badante che viene dalle miniere dell’Amazzonia, e Alien, alle 18. Ovviamente a quell’ora la sala era semivuota. Replicano, stesso cinema, martedì sera e giovedì, dove sarò presente per una breve presentazione.

Film splendido, mai un attimo di rallentamento, riprese professionali, inquadrature azzeccate (mi hanno fatto sembrare bello, purtroppo non compare il mio cell. x le fans), narrazione perfetta nei limiti di un budget disperato, Santamaria eccellente. Noam Chomsky sfonda lo schermo, Erri de Luca da mozzafiato, Rampini ‘pentito’ fa la sua egregia parte (eh, l’avesse fatta ai miei tempi però…), De Grauwe che si fa capire dal gatto della famosa zia Marta, tanto sa spiegare l’essenziale, ottimo Giacchè, Fassina peccato che non si sia buttato dalla finestra durante le riprese, ma fa nulla, Varoufakis molto efficace, ma speravo di vederlo gettarsi dietro a Fassina per salvarlo, ma ok, funzionano anche loro. Il finale del film, non lo narro, è geniale, e vi anticipo che se non vi parte l’istinto di cercare una calibro 45 dai Casalesi per sparargli a quel tizio che conclude le riprese, siete dei morti.

E poi l’aggancio di vita reale con un’eroica cooperativa sociale triturata a morte dalla porca catena che parte dalla BCE e arriva ai ‘tesoretti’ dei micro Comuni. Aggancio narrato da magone alla gola a ogni frame. Ed è qui che mi sono venute le lacrime, ma di rabbia.

Perché adesso chiedo scusa ai tre straordinari autori del movie, Adriano Cutraro, Mirko Melchiorre e Federico Greco, ma la parte che il film non narra è dove sta rintanato il vero porco meschino vile colpevole della tragedia europea e umana, “crimine contro l’umanità” (citaz. Warren Mosler), chiamato Eurozona e Austerità, cioè il vero colpevole di PIIGS.

Aprite la finestra che dà sulla strada dal vostro appartamento e guardate il condominio davanti, il bar di sotto, la strada e le auto. Sta lì, LI’!, no, non sta a Eurotower, alla Mont Pelérin Society, Bilderberg, HSBC, Bundesbank, o nel cesso di Renzi. E’ la gggènte, sta vile massa di pezzi di merda apatici e menefreghisti che pur sapendo, pur essendo stati raggiunti, pur essendo stati presi per il bavero da noi per anni, e gli urlammo “A BRUXELLES TI STANNO DISSANGUANDO IL FIGLIO, TESTA DI CAZZO! LO CAPISCI CHE NON SONO LE AUTO BLU O IL GOVERNO LADRO?”…

… nulla, zero, lì sono rimasti, cittadini tonti a dare share da spavento alle serate Talk Show su ‘piove, governo ladro’; imprenditori che hanno affollato le nostre sale a migliaia per 8 anni, che ci hanno sentiti in Tv per anni, ma poi?; oppure masse di licenziati, tutti eroi per 5 minuti davanti alle telecamere di Santoro, ma poi il giorno dopo dove cazzo sono (la Champions, le ‘arrostate’ di Pasqua…)? E quei vili peduncoli chiamati Sindaci che tentammo di coalizzare proprio per salvare le tragedie come la cooperativa sociale narrata in PIIGS… Ci bastavano 500 sindaci che avessero dato il dito medio a Monti e ai patti di stabilità, sostenuti da noi esperti MMT e legali come Mori, andavamo sul Financial Times, da lì alla CNN, BBC, sul Frankfurter Allgemeine Zeitung, e da lì partiva il crollo del mostro. Ma no, neppure loro hanno mosso un dito, vili bastardi.

Sono uscito dal cinema con le lacrime di rabbia, perché un capolavoro di film come questo sparirà nel dimenticatoio delle prossime mestruazioni della Raggi, delle cagate che scrivono le Olgettine di Peter Gomez FQ blogs (che lui chiama giornaliste), della prossima tangentina presa da un PD e che farà la prima del Corriere. PIIGS the Movie sparirà lì dentro perché questo Paese non si chiama Brexit, ma Italia.

Adriano Cutraro, Mirko Melchiorre e Federico Greco non ne hanno colpa. Fate una cosa, andatelo a vedere il film e divulgate a più non posso. Dobbiamo morire nell’oblio? Che almeno emettiamo un grido da Spartani tutti assieme prima di sparire. PIIGS, the Movie.

p.s. a’ Riccà ‘il Che’ Scamarcio tu che mi hai succhiato anche il midollo del mio anti-euro, ‘ndo cazzo sei stato mentre facevano “il film di tutti il film sociali d’Europa“? ‘Ndo cazzo sei ora?

 

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