Tempio Pausania, 31 maggio-
Non che non si sapesse dei privilegi della casta. Non che fossimo accecati tutti che non esistono queste discrepanze tra il momento economico che tutti viviamo e queste notizie che ci confermano che fare politica, aldilà di rare eccezioni, sia solo un business personale, il sistema più redditizio di guadagnare somme enormi e quindi non ce ne dovremmo sorprendere. Però, a leggere queste cose mi vengono in mente le parole di mio padre: “Non fare mai politica, è un mondo che non ti appartiene. Tieniti distante e mantieni la tua dignità anche con pochi soldi.” Babbo- gli risponderei ora- ma qui si parla di soldi esagerati e di una ricchezza spropositata” Povero babbo, lui operaio di quelli abituati ai sacrifici e a lottare ogni giorno per il pane, chissà che vergogna avrebbe provato a spiegarsi quanto accade. Leggete ed indignatevi. Sono dati ufficiali e non opinioni.
Dodici milioni di euro spesi per dare l’assegno di fine mandato a 129 consiglieri regionali. Sei milioni sono stati assegnati nel 2009, quando si è conclusa la XIII legislatura; altrettanti gli uffici di via Roma li hanno versati questo marzo, alla fine del quinquennio Cappellacci. In cima alla classifica c’è Tore Amadu, l’ex Dc del Pdl (con un passaggio nell’Udc) che ha beccato310.016,59 euro per cinque legislature. Sempre con lo stesso numero di mandati, ecco Paolo Fadda (Pd) a 283.104,71 euro ePasquale Onida (ex Dc di Fortza Paris) a280.617,85. Segue Giovanni Giagu (Pd) con263.515,98 euro e vent’anni di carriera nell’Aula di via Roma. Ma il record dell’assegno di fine mandato più alto spetterà a Mariolino Floris (Uds) e Giorgio Oppi, quando pure loro appenderanno al chiodo le scarpette della politica: entrambi superano le cinque legislature e per tre di queste hanno già preso rispettivamente 210.489,47 euro e 186.735,1.
Oltre al sestetto dei colonnelli, ci sono i consiglieri della quota 260mila euro per 4 mandati. Nel dettaglio, l’ex presidente del Consiglio Claudia Lombardo (Forza Italia) a 260.308,53 euro e Sergio Milia (Udc) a 260.279,29, ex assessore alla Cultura e alla Pubblica istruzione. Sempre sopra i 200mila euro, per tre mandati, figurano il socialista Peppino Balia a 213.778,68 euro, più gli azzurri Alberto Randazzo e Nicola Rassu ex equo a 210,489,47. Randazzo è ancora consigliere, mentre Rassu, assessore uscente all’Urbanistica, non si è ricandidato dopo 15 anni di politica in Regione. Cifra identico anche per Renato Cugini (Sinistra autonomista) e AntonelloLiori (ex Pdl dei Fratelli d’Italia) a 213.778,68 euro. Seguono Nello Cappai (Udc) a 210,489,47euro, Roberto Capelli (Centro Democratico) a 201.428,74 e Siro Marrocu (Pd) a 207.224,64.
Andrea Biancareddu (Udc) – assessore uscente all’Ambiente, uno dei trombati delle Regionali di febbraio nonché pensionato a 48 anni (per lui 5.100 euro netti al mese) – ha messo in tasca240.311,19 euro per quattro legislature (è arrivato in Consiglio giovanissimo, nel ’94, poi l’ingresso nel partito di Oppi).
La liquidazione più bassa tra tutti 129 ex consiglieri l’hanno presa Giuseppe Stocchino(Rifondazione) e Giuseppe Tupponi (Udc): per loro, che sono due ripescati dell’Aula con pochi mesi di legisaltura, 8.502,37 euro.
Alessandra Carta