Tempio Pausania, Respirazione Consapevole 1^, di Sergio Todesco. Rubrica Ben Essere.

Tempio Pausania, 14 mag. 2016-

RESPIRAZIONE CONSAPEVOLE

Alla base di ogni problema, sia esso fisico, emotivo, mentale, energetico – spirituale, vi è sempre una respirazione disarmonica ed insufficiente  (le cellule tumorali proliferano in ambiente anaerobio).

Ben poco si sa di questa fondamentale funzione vitale e tanto meno suscita la dovuta attenzione da parte delle istituzioni sanitarie. L’aria più pura e incontaminata non è presupposto di buona respirazione.

Siamo immersi in un mare di energia vitale eppure non possiamo approfittarne almeglio per svariati motivi: è opinione comune che respirare equivalga ad una fase inspiratoria durante la quale si assume aria e ad una fase espiratoria per espellere anidride carbonica dal circolo ematico.      

Da un punto di vista fisiologico bisogna aggiungere a questa fase aerea (inspirazione-espirazione), la fase perfusiva con la quale il sangue venoso, dal lato destro del cuore, attraverso le arterie polmonari, perfonde i polmoni col piccolo circolo assumendo ossigeno e rilasciando anidride carbonica.

Si entra ora nella fase diffusiva e, tramite l’aorta, nel grande circolo per portare ossigeno a tutte le cellule.

Ricapitolando: Fase aerea – Fase perfusiva – Fase diffusiva.

Con queste tre fasi si potrebbe avere la convinzione di una buona respirazione, ma non è così: l’aria (il 20% è ossigeno, il 78% azoto) per essere usata dalle cellule ha bisogno, al pari del cibo, di essere oltre che digerita, assorbita e diffusa (le tre fasi precedenti), anche assimilata (quando il cibo non è assimilato diventa alimento di transito dalla bocca al water; l’aria, quando non è assimilata, entra e esce dai nostri corpi disperdendo vapore e calore).

La presenza di ossigeno nel sangue richiede emoglobina ricca di ferro (vettore dell’ossigeno) e il suo trasporto nei fluidi extra-cellulari, tramite i capillari sanguigni, richiede una giusta concentrazione di anidride carbonica nei polmoni e nel flusso ematico. Basse concentrazioni di anidride carbonica nel sangue, dovute a ritmi respiratori disadeguati (l’emotività interferisce sempre coi ritmi respiratori), impediscono il passaggio del sangue ossigenato nei fluidi extracellulari e quindi fame cellulare di ossigeno.

Tutte la malattie originano da carenza di ossigeno che è causa di degenerazione, deperimento, trasmutazione cellulare (vedi il tumore).

Superata questa fase (giusta percentuale di anidride carbonica nel sangue e nei polmoni), arriviamo al momento più delicato del passaggio dell’ossigeno nei fluidi extracellulari che costituiscono il mezzo di comunicazione tra il circolo ematico e le cellule.

Le cellule dei nostri organi e tessuti non sono alimentati da singoli capillari sanguinei; questi ultimi riversano nutrienti e ossigeno nel fluido extracellulare ed è da questo che le cellule, per osmosi, ricavano il loro sostentamento.

Finalmente l’ossigeno può essere assimilato e da questa fase, a partire dal ciclo eliminativo, si riparte col ritmo alternato della respirazione.

Ora, per arrivare a comprendere come pensieri, emozioni e stress, coinvolgono il respiro ed i suoi ritmi, è necessario capire cosa succede da un punto di vista biomeccanico.

Per una buona ventilazione polmonare è necessaria una buona mobilizzazione dei segmenti corporei, torace e addome, che in funzione del loro contenuto (polmoni, cuore, organi della digestione), influiscono sulla vita vegetativa dell’individuo. Un torace mobile è indispensabile per variare le aree interne e la pressione interna e favorire l’elasticità delle articolazioni costo-crondali dove il rachide rappresenta il punto di inserzione e di presa per la gabbia toracica. Una buona espansione toracica permetterà (la pressione interna diminuisce) l’afflusso di sangue venoso nell’atrio destro del cuore e l’immissione di aria nei polmoni. L’espansione toracica e l’elasticità costale facilitano l’azione del diaframma (motore della
respirazione) e del torchio addominale. Il diaframma è un muscolo volontario e involontario, data l’innervazione col nervo frenico che crea collegamenti, tramite il sistema simpatico e parasimpatico, con le pleure, il pericardio, le surrenali, il plesso solare e
il peritoneo, ecc. La sua funzione appare come una commistione delle due sfere, vegetativa e cosciente, che si
integrano nella unità dell’organismo.
La sfera vegetativa vi predomina stabilendo attraverso questo muscolo il ritmo respiratorio. Nel sonno, quando si sono spente o quasi le luci della coscienza e i muscoli rilassati non lo coadiuvano, provvede da solo al ritmo respiratorio. Il suo ritmo diventa lento e si protrae soprattutto nella fase espiratoria. Con la volontà possiamo regolarne le contrazioni, accelerando, rallentando o fermando il respiro, ma ben presto la spinta involontaria ci mette in un disagio sempre crescente fino a diventare insostenibile e dobbiamo obbedirle: al respiro scarso e all’apnea seguono respirazioni rapide e profonde finchè la concentrazione di CO2 negli alveoli non sia riportata alla giusta concentrazione; viceversa, ad una serie di
respirazioni forzate segue una spontanea sospensione del respiro atta a liberarci da quel senso di vertigini provocato dall’iperossia. Il diaframma, a forma di cupola si trova alla base della  cavità toracica e può essere mobilizzato e appiattito indirettamente tramite movimenti di espansione e contrazione toracica. Nell’appiattimento della cupola in diaframma incontra la resistenza degli organi sottostanti, per cui un buon tono addominale che limiti la discesa dei visceri, gli permetterà
indirettamente, per riflessa spinta elastica, di elevare la gabbia toracica. Concludendo, torace, parenchima, diaframma e addome (che corrispondono a petto, dorso, lombi, ventre) sono così riuniti nella loro azione da rendere difficile la loro mobilizzazione singola.

Tutte queste funzioni diventano fondamentali per una buona circolazione sanguinea: il cuore è supportato nella sua funzione di pompa, dall’effetto mantice degli organi respiratori che intervengono a livello pressorio, soprattutto nel ritorno venoso. Anche il sistema linfatico trova in queste forze la spinta necessaria al suo stato di flusso, senza entrare nel merito della buona respirazione per la digestione e i processi eliminativi (tali argomenti sulla salute consapevole saranno trattati in seguito).

Dopo aver messo in evidenza la primaria importanza della respirazione come pompa di energia vitale e come processo della motilità possiamo addentrarci ad analizzare come essa rappresenti la chiave per la comprensione delle risposte emozionali e
comportamentali dell’individuo

Nel prossimo articolo “ LA RESPIRAZIONE E L’INCONTRO CON IL SE’ ” la respirazione viene considerata come espressione dello stato emotivo.

Buona approfondimento da Sergio

Sergio Todesco

 

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