Tempio Pausania, “Ricordando Franco Pellegrino – 5^, Acquerelli e Storielle dei personaggi della Tempio degli anni ’50/’60.

Tempio Pausania, 14 apr. 2016 –

Franco Pellegrino in gioventù
Franco Pellegrino in gioventù

Le storie di Pruneddu e di Samugheo.

Pruneddu – 1955 – “Era un piccolo uomo alquanto furbo che cercava di sconfiggere la grande sete e la fame girovagando negli stazzi. Trattava l’acquisto delle pregiate uve che erano gradite alle massaie del tempo. Restano famose le vivaci mediazioni con i proprietari degli stazzi ove si recava per acquistare la merce che poi rivendeva nell’abitato di Tempio, a mercato libero. Spesso capitava che durante la contrattazione col venditore, essendo lui di mano piuttosto lesta, riusciva a occultare qualche gallina che poi nascondeva nel fondo del grande cesto. Ovviamente, le stesse galline venivano poi rivendute sempre al miglior offerente.

Il suo intenso ed instancabile girovagare per gli stazzi e per la città, sempre al fine di vendere la sua merce, tra gli improperi e gli sfottò dei giovinastri del luogo, si leniva ogni tanto con visite nelle bettole, giusto per riprendere fiato.

Al tramonto, con buona pace, cercava un giaciglio per riposare nelle osterie e gli capitava sovente di sognare grandi terreni così come grandi bevute. Mentre ai primi doveva rinunciare, alle seconde certo non veniva meno.”

Samugheo – 1955 – “Era un carabiniere molto fiscale per far rispettare la legge ma piuttosto ignorante, a causa di mancanza di istruzione.

La sera, all’imbrunire, diventava il “cacciatore delle serenate”, in quel periodo molto di moda. Appena sentiva nell’aria il suono di qualche strumento, accorreva immediatamente ad intimare “ALT!”. Esigeva, dal malcapitato, le generalità e porgeva l’invito a comparire in caserma per regolare i conti e pagare la contravvenzione per schiamazzi.

Sovente, però, i contravventori, riuscivano a scappare e lui, a causa dei suoi pesanti scarponi militari, desisteva dall’andare a prenderli ed usava una espressione colorita che qui non posso scrivere”

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Pruneddu e Samugheo    

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