Tempio Pausania, “Ricordando Franco Pellegrino – 6^, Acquerelli e Storielle dei personaggi della Tempio degli anni ’50/’60.

Tempio Pausania, 15 apr. 2016-

Come certo i lettori avranno avuto modo di conoscere, Franco Pellegrino era un’artista che amava descrivere i personaggi del suo tempo attraverso non solo il disegno ma anche con alcune storielle che, a distanza di oltre 60 anni dalla vita di costoro, li rendono simpatici, ironici ed attuali.

Le storie di oggi riguardano altri due coloriti personaggi di quegli anni, Mastru Sanna e Peppino Cascioni. La caricatura di copertina che li rguarda, ne descrive brevemente la fisicità ma la storiella che accompagna la loro vita, sempre scritta da Franco Pellegrino, ne attesta stranezze, vizietti e particolarità che al tempo li avevano resi piuttosto “noti”.

Mastru Sanna – 1950 – Era un vecchio muratore sassarese che viveva a Tempio in una casupola assieme alla moglie. La moglie, vecchietta anch’ella, veniva chiamata da Mastru Sanna “Ninnedda di l’oru” (Nina dell’oro). Lei stava tutto il giorno coricata. La loro casa era vicino alla fontanella di Viale Valentino.

Mastru Sanna era un uomo burbero ma simpatico; diceva di conoscere bene le leggi e si vantava di avere un’ottima istruzione.

All’epoca, noi bambini, ci divertivamo ad infastidirlo. Ad esempio, quando d’inverno tirava fuori dalla casa il braciere dove aveva messo sopra la diavolina (accendifuoco) che serviva a far accendere meglio il fuoco, noi la facevamo volare. Quando Mastru Sanna si accorgeva, dal rumore, della nostra presenza, imprecava con parolacce sconce verso di noi. Il dotto carabiniere Samugheo (di cui abbiamo tracciato la vita ieri 14 aprile) accorre alla casa di Mastru Sanna (la caricatura che segue narra quell’episodio).

Peppino Cascioni – 1950 – Uomo che da giovane era dotato di rara bellezza, per la sua alta statura, la carnagione scura, la folta capigliatura riccia e anche altro!….Era letteralmente adulato dalle donne della città.

Il suo spirito eroico lo spinse ad arruolarsi nelle FF.AA. e, durante la guerra di Spagna, si guadagnò numerose decorazioni e medaglie per gli assalti al nemico. Altra nota del suo periodo spagnolo, fu che anche le donne spagnole di lui si erano accorte, per la sua “armatura”.

Col tempo,  anche quello che è il nostro trascorso meritorio di gioventù, passa come il sogno e Peppino, dopo il suo ritorno a Tempio, si accontentò di essere sempre in prima fila nelle celebrazioni militari con la sua divisa sempre costellata delle sue medaglie e decorazioni. Insieme ai suoi riconoscimenti militari, anche le altre sue “doti” che rimasero “intatte”!.

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