Tempio Pausania, Sabato 9 giugno, Grande Festa Azzurra.Tra i ricordi e la riflessione sul futuro.

Tempio Pausania, 8 giu. 2018-

Era una gloriosa società calcistica, quando gli interessi della città le avevamo rivolto uno sguardo attento, tanto tempo fa, tanta economia fa. I ricordi diventano nostalgia per la fossa dei leoni, il Demuro che langue in attesa di una iniezione di nuova vita. Erano tanti i progetti, l’attesa,  la passione in città per questo sport  è sempre stata al centro della vita dei tempiesi e il “Bernardo” doveva ridiventare quel fulcro per il vivaio, aldilà di quel maquillage che lo aveva reso idoneo idoneo per alcuni tornei giovanili. Sulla carta, come tante altre cose, come la bieca austerity di questo momento tragico ci ha insegnati a subire. E’ così per molte cose,  si provvede a sostenere la povertà, a fronteggiare emergenze di ben altro spessore. La passione si affievolisce negli anni, la gente non va allo stadio, che pena vedere quel vessillo, quel galletto azzoppato e umiliato in campetti di mezza Sardegna, poi di mezza provincia, infine di una parte di questo territorio. Eppure il calcio è sempre lo sport preferito, il più seguito, la stessa ragione per molti tempiesi. Che fare?

Ci si rimbocca le maniche, si tira giù il groppone per quel che fu, si ragiona sul presente, sul recupero di una società, vilipesa dagli ennesimi cialtroni che hanno pensato di infangarne il prestigio, così come per tanti altri beni di questa perla della Gallura che tutto possiede e che nulla si tiene stretto, neppure il suo passato. Si cala l’asso della società allargata alla popolazione, già tentata all’epoca dell’ultima amministrazione precedente a questa attuale. Un azionarato popolare per salvare la SEF Tempio. Nulla, ennesimo cialtrone che entra in gioco, distrugge e scappa via.

Sino allo scorso anno, quando una manciata di coraggiosi e sempre appassionati decide che anche la peggior sorte passata, persino le cocenti delusioni, potrebbero essere la nuova carica di ulteriore amore da mettere nel piatto. Si raccolgono tesseramenti, prezzi popolari alla portata di tutti, si riparte dalla seconda categoria, si capisce che questo non è tempo di esaltazioni ma di lavoro e giovani con qualche dose maggiore di caparbietà e attaccamento vero al blasone perduto.

Non va bene, va benissimo, è il primo passo per riprendersi il calcio e non gettarlo alle ortiche, questi sono tempi di vacche magrissime. La gente torna allo stadio Manconi, non ancora tanta, questa è una città che aveva la bocca buona per altri spettacoli, ma è il punto di partenza, non quello di arrivo.

Ci riprova un imprenditore di Tempio, Patrizo Saba, presidente che non vuole arrendersi. raccoglie a se alcuni altri giovani coraggiosi e fonda una nuova società, l’US Tempio 1946, la risposta degli sportivi alle scorribande “straniere”, dopo i tempi d’oro della famiglia Ganau che fecero conoscere il calcio professionistico a queste lande per 11 anni. Il progetto decolla, la seconda categoria era per forza il primo anello di questa nuova fase, si vive di modestia, passetti piccoli e  tanti piccoli obiettivi che restituiscono nei nostalgici la prima dose di linfa per proseguire nella crescita.

Sabato 9 giugno sarà la Grande Festa Azzurra, a chiusura di una stagione incolore ma necessaria per riattivare la circolazione verso lo stadio e per questi ragazzi che tenteranno di scalare i gradini di modeste categorie per riportare il calcio tempiese dove merita, o almeno dove in questo momento potrebbe essere.

Una festa tra riflessioni, nostalgia e propositi per migliorare questo inizio di nuova vita. L’occasione per emozionarci ancora con quei nomi, le loro foto, la storia del calcio del Tempio, rivedere alcune bandiere che si pagavano il biglietto da soli  con le loro magie, i gol, le parate, le epiche gesta che tanti di noi ancora rammentano. Sarà anche riflessione come detto, un momento per provare a ragionare su futuri impegni e tentare un salto in avanti, passo per passo come era nel progetto iniziale di US Tempio 1946. Sarà anche ritrovarsi in un clima nuovo e festoso per riorganizzare anche la socialità attorno a questi coraggiosi operatori sportivi che vogliono ridare dignità al calcio locale, quando Marcello toglieva la ragnatela dal sette con una punizione precisa come una sentenza.

Passo per passo. Avanti tutta, azzurri.

Antonio Masoni

 

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