Tempio Pausania, Sono 35 anni, domani l’anniversario della tragedia di Curragghja.

Tempio Pausania, 27 lug. 2018-

Si avvicina anche quest’anno il 28 luglio. Una data importante  che ha segnato profondamente la storia della nostra città. Una data che nessuno in città potrà mai dimenticare e che arriva a ridosso della tragedia che ha colpito la Grecia.  Quest’anno ricorre il 35esimo anniversario. L’inferno di fiamme che ha investito  la collina di Curragghja minacciando la città  portò via nove vite che sono state strappate all’affetto della propria famiglia, dei parenti e degli amici. Abbiamo visto anche oggi il potere distruttivo del fuoco. In Grecia il villaggio di Mati, piccola località turistica, è stato spazzato via. Grazie a questi nostri uomini generosi, che hanno affrontato l’emergenza di quei giorni del 1983 con spirito di amore verso la propria comunità, si evitò una tragedia ancora più grande.

Alle vittime e alle quindici persone che rimasero ferite, che rappresentano per la nostra città i valori dell’amore verso la propria terra, dell’altruismo, della generosità, della solidarietà e del coraggio, in una società che ci appare dominata dall’egoismo, dall’individualismo, dalla sopraffazione, dall’interesse personale, dedichiamo ogni anno questo giorno della memoria e della riflessione.

E’ a loro e ai valori che incarnano e rappresentano che la città dovrebbe sempre ispirarsi, fiera di aver avuto e avere  tra i propri cittadini uomini di una così alta levatura morale e di una così profonda e rara umanità.

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha  insignito,  della medaglia d’oro al valor civile,  il 28 luglio 2007 (Vittime)

–  Sebastiano detto Nino Visicale – 32 anni impiegato;
–  Salvatore Pala- 40 anni Maresciallo del corpo forestale;
–  Claudio Migali- 35 anni vigile urbano;
– Tonino Manconi- 50 anni ex segretario comunale di Bortigiadas e Aggius;
– Silvestro Manconi- 44 anni muratore;
–  Luigi Maisto (Gigi)-24 anni operaio tessile;
– Mario Ghisu- 35 anni operaio forestale;
– Tonuccio Fara – 36 anni muratore;
– Diego Falchi- 43 anni Maresciallo Corpo Forestale;

Nel 2009 la medaglia d’oro al valor civile è stata assegnata anche ai feriti nell’incendio di Curraggia (feriti).

I reduci. Nella foto della Nuova Sardegna è presente anche Vanni Bisson che è deceduto nel gennaio el 2015.

– Giuseppe Sotgiu;
– Gianni Mazza;
– Mario Marchesi;
– Antonello Forteleoni;
– Vanni Bisson;
– Francesco Antonio Azara.

Nel 2011, il 28 luglio, la medaglia d’argento al valor civile è stata assegnata alla città di Tempio Pausania

Ci teniamo a ricordare, in quest’occasione,  anche Vanni Bisson, già assessore e consigliere comunale, insignito insieme ai caduti e ai feriti sopravvissuti della medaglia d’oro al valor civile conferita dal Presidente della Repubblica , che ci ha lasciato e che portava i segni di quel giorno nella propria anima e nel corpo.

Il Sindaco e l’amministrazione invitano tutti i cittadini a partecipare alla cerimonia  per stringersi  attorno alle famiglie delle vittime e dei superstiti e condividere tutti insieme  il ricordo di questa tragica giornata che ha visto la nostra comunità reagire e raccogliersi per difendere la nostra città mettendo a rischio il bene più prezioso, la vita.

Un pensiero anche al popolo greco e alle numerose vittime della catastrofe  dell’Attica Orientale. Questa giornata è stata infatti dichiarata nel 2007 Giornata europea di sensibilizzazione contro gli incendi boschivi in memoria di tutte le vittime cadute nella lotta al fuoco dalle regioni europee partner del Progetto Interreg III C OCR Incendi e nel 2011 giornata regionale in ricordo di tutte le vittime degli incendi in Sardegna e sarà commemorata attraverso una serie di appuntamenti civili e religiosi.

Si inizierà alle 17, 00 con la deposizione di una Corona d’Alloro nel monumento presso il Viale Caduti di Curragghja;

Seguirà alle 18. 00 la deposizione di un’altra Corona d’Alloro presso il Monumento Funebre nel Cimitero Cittadino

Alle ore 18. 30 sarà celebrata una Santa Messa nella Cattedrale di San Pietro cui seguiranno canti con l’intervento di cori locali.

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Sempre ti ricordo, ovunque ci sia un lembo di azzurro che scompare all’improvviso, a ricordarmi l’odore acre del fumo e le fiamme che salivano veloci giù dal pendio. Collina che ho amato e odiato, oggi come allora sei memoria che spalanca gli occhi increduli, attoniti davanti alla lingua violenta di fiamme che saliva e saliva e saliva. La testa è spesso là, dentro quelle facce che sorridono da 35 anni su lapidi sconsolate e tristi. Vi ricordo uno per uno, rammento ogni dettaglio di quella corsa verso il coraggio impavido, incoscienza o senso civico non lo so, per voi era dovere, anche vestiti d’estate torrida, con scarpe da tennis, infradito e canotte colorate. Uno per uno mi apparite davanti agli occhi, e di voi non ho ricordi dei corpi arsi ma dei vostri occhi che andavano incontro alla tragedia. Da allora, ogni giorni passo e ripasso da te, ho visto ogni pianta ricrescere, le offese che ti portano ogni giorno stolte persone che continuano a profanarti o che si chiedono cosa sia quel granito di sotto, “quella specie di monumento” che fu messo a memoria futura. Dicono che la storia insegni qualcosa ma non è sempre vero, a volte è noioso ripercorrere quel giorno per chi non c’era. Presi il Garelli e scappai verso casa. Ci chiudemmo tutti dentro casa, il calore era insopportabile. Poi gli aerei, le campane, le grida, il “dopo” che rividi solo la mattina appresso. “Ecco sin dove è arrivato, qui lo hanno fermato”, prima che fosse la città intera a piangere centinaia di morti. Stamattina ci sono passato ancora, come faccio da 35 anni, ogni giorno. Ti stavano addobbando per la commemorazione di domani, rendendoti dignitosa come allora non fosti. Uomini che rastrellano i marciapiedi, tagliano le ultime erbacce. Domani è il grande giorno, ti stai rivestendo a festa per rammentare ognuno di loro, impavidi eroi, incoscienti eroi, coraggiosi eroi, che hanno da allora un posto fisso dentro il cuore di ognuno di noi. Sempre ti ricordo, collina maledetta, ovunque veda un lembo di cielo che si tinge di fumo, quell’odore acre e il calore che diventava vento.

Antonio Masoni

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