Tempio Pausania, I sospesi, gli insicuri, gli ultimi, prove di resistenza alle conseguenze della crisi.

Tempio Pausania, 22 dic. 2017-

Siamo Stato o non lo siamo più? Oggi, ho visto un video drammatico sui terremotati di Amatrice (apri il video  cliccando su questo link), persone sepolte dalla neve che urlano il loro disagio inveendo contro il governo e quel che resta della nostra capacità di rispondere alle conseguenze di quel dramma o di tutti gli altri eventi calamitosi successi in Italia. Non c’è più la tutela dello Stato, non esiste e questo non è dovuto solo alle evidenti incapacità o ignoranza dei politici, come pensano tanti, ma al fatto stesso che la definizione di stato non è più pertinente. Stato è parola che stabilisce ben altro. Prendiamo in considerazione la definizione classica, così come l’abbiamo studiata (fonte wikipedia).

Lo Stato è un’entità politica sovrana, costituita da un territorio e da una popolazione, che lo occupa da un ordinamento giuridico formato da istituzioni e leggi.

Lo Stato si compone di tre elementi caratterizzanti:

  • Il territorio, cioè un’area geografica ben definita, su cui si esercita la sovranità;
  • I cittadini, su cui si esercita la sovranità;
  • Un ordinamento politico e un ordinamento giuridico, insieme delle norme giuridiche che regolano la vita dei cittadini all’interno del territorio.

Lo stato italiano è all’interno della Unione Europea insieme ad altri 27 paesi, mentre l’euro viene usato da 19 paesi (Eurozona) della UE. L’area geografica del nostro paese è ben definita ma la sovranità non è esercitata in quanto non è più libera come era prima ma soggetta ad imposizioni di carattere macroeconomico che vengono dettate da Bruxelles, sede del Parlamento Europeo, della BCE (la banca centrale da cui dipende l’emissione della moneta) e crocevia delle disgrazie che stanno avvenendo negli ultimi anni, diciamo 10 per delimitare l’acuirsi della cosiddetta crisi. Antecedente al 2007, esisteva ancora qualche margine, benché già si fosse nell’euro, che non lasciava presagire lo sfacelo attuale. Le peggiori cose sono accadute a partire da quell’anno, e tutti si sono resi conto che lo stato non ha più funzioni autonome ma risponde di fatto ai governi nazionali a loro volta dipendenti da quello sovranazionale che si chiama UE. 

I cittadini,secondo la definizione di stato così come citata sopra, rispondono alla sovranità dello stato. Se abbiamo appena scritto che l’Italia ha solo una sovranità sulla carta ma risponde a direttive europee, gli stessi cittadini rispondono, di fatto, a qualcosa di astratto che ha concretezza solo nella sostanza delle cose eseguite, ossia liberalizzazioni, privatizzazioni, vendita o svendita del patrimonio nazionale per sanare l’altra follia che è stata conseguenza dei trattati europei di Mastricht e Lisbona, ossia il pareggio di bilancio. Come dire, un tanto entra e un tanto esce. Il primo “tanto” sono le nostre tasse, dove l’Italia è ai primissimi posti in Europa, e il “tanto che esce, sono le stesse tasse che servono a finanziare la spesa pubblica, la scuola, lo stato sociale, e quanto altro prima della sciagura euro era anche facile da risolvere con la nostra moneta sovrana che suppliva in quanto noi stessi la emettevamo, senza limiti. Un circuito chiuso, dove non facendo deficit, alla fine 100 entra e 100 esce. In altri termini, il deficit di uno stato è la ricchezza dei suoi cittadini. Non esiste deficit dello stato ma nemmeno  spesa pubblica che garantiva lavoro e benessere. La gente si incanta con falsi problemi, privilegi della casta, opulenza della politica, corruzione, mafia e in ultimo l’immigrazione. Se voi aveste un lavoro, foste in grado di garantire gli studi ai vostri figli, vivendo nella sicurezza economica che vi da anche la possibilità del risparmio, pensereste che questi siano i problemi reali o li vedreste come cose affrontabili e, giustamente, anche perseguibili?

La terza voce dell’accezione classica di stato recita di ordinamento politico e giuridico.

La politica ha si un suo ordinamento ma avrebbe senso se lo stesso fosse capace di capire e soprattutto risolvere le questioni interne, comprese ovviamente anche quelle dell’esempio di cui sopra (terremoti e calamità naturali). Tutti sappiamo che le cose non sono così e prova ne è che le disgrazie si lasciano a frullare, gli aiuti non arrivano per le stesse ragioni di prima, ossia che la sovranità di stato non esiste più. Gli esempi da spendere sarebbero tanti, praticamente tutti rientrano nella mancanza di sovranità, compreso lo sfascio della sanità pubblica, della scuola, della mancanza di lavoro, delle difficoltà oggettive della quotidianità a cui tutti cerchiamo di far fronte ma spesso non ne abbiamo gli strumenti. L’ordinamento giuridico risponde direttamente alle norme di legge che un governo stabilisce. Sin qui ci siamo. Provate però ad emanare leggi che vadano a favore dei problemi irrisolti del paese e vediamo quali possano definirsi di interesse collettivo e quali invece rispondano solo ad interessi di parte.

Se ci fosse la possibilità voi fareste una legge che preveda nessun limite alla spesa pubblica? Ossia, vorreste che uno stato fosse in grado di spendere soldi per risolvere tutti i problemi prima elencati, mancanza di lavoro, privatizzazioni selvagge, crescita esponenziale della povertà? Mi fido del mio istinto, rispondereste SI, senza indugio e senza pensare al “come”. Esiste il come perbacco, si chiama sovranità reale, risponde alla Carta Costituzionale, non a caso ultimo baluardo per opporci al disegno criminale che ci vede morire ogni giorno di più. La politica queste cose le conosce ma, chissà per quale motivo, non tocca neppure questa sola e unica battaglia. A chiunque tocchi governare, spetta il solito ritornello delle promesse che non si possono mantenere, la riduzione delle tasse, “da una parte danno, dall’altra prendono”, posti di lavoro che non possono esserci perché il pubblico è full da tempo, il privato langue o chiude, restano tentativi di cooperazione che quanto meno rappresentano una via d’uscita, e le iniziative delle startup, ossia nuove e innovative espressioni di lavoro dove ancora esiste margine ma spesso si vanno ad infrangere con la burocrazia mostruosa e le tassazioni che non risparmiano niente e nessuno. Oggi apri un’attività e già sei sommerso da debiti senza ancora aver prodotto una scheggia. 

La situazione vi appare risolvibile? Lo sarà solo ad una condizione. La politica deve seguire questa sola strada, il ritorno alla nostra sovranità monetaria. Non lo farà , ne sono sicuro. Prima che solo accenni nel suo programma a questa scelta indispensabile, qualcuno lassù, dove svolazzano i rapaci che possiedono quasi l’intera ricchezza del pianeta, lo ingoierà con un click.

Ci vuole coraggio, quello del popolo unito, privo del tifo da stadio, coordinato da chi conosce questa strada per salvare il paese (stimati economisti e illuminati giuristi), serve sapere che il problema da affrontare per tornare ad essere Stato è solo quello appena descritto. I sospesi, gli insicuri, che danno prova di resistere ancora, prenderebbero coraggio davanti ad un nuovo scenario dove anche gli ultimi potranno riacquistare la dignità perduta. Non ci sono alternative. Chi vi dice il contrario, mente sapendo di mentire…oppure è uno sciacallo.

Antonio Masoni

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