Tempio Pausania, Tempio vista da vicino, la vita oltre la foto. Straordinaria mostra da ripetere e far vedere ancora e ancora e….

Tempio Pausania, 23 giugno 2014-

Cosa altro mi dovevo aspettare da una mostra fotografica che raccontasse la città. Una raccolta di scatti, più o meno già visti, e la solita rassegna di scorci dei graniti e di poco altro, ho pensato.

Appena ho visto la prima foto mi sono invece imbattuto in opera d’arte che fermano il tempo rendendolo vivo. Già, quella è la mia città. E’ Tempio, come solo chi la ama profondamente può rappresentare. E’ Tempio nella sua immobile ricchezza che sa darti emozioni e forti richiami al passato, nelle sue ombre, nei suoi colori, nelle sue vecchie mura senza intonaco, soggetti o palazzi, che prendono vita e che immagini in movimento. Come può una foto dare l’idea del movimento? Bisogna guardarci dentro e mettersi nella testa del fotografo che è come un pittore davanti ad un panorama straordinario. Lo fissa su una tela ma lo vive nella sua vita oltre la foto, quella per chi ne capisce l’essenza e la motivazione che ha indotto lo scatto.

Così me la sono mangiata letteralmente e ho iniziato a capire anche chi c’era dietro la foto, ne ho subito la grandezza come se fosse un’artista inarrivabile ed invece era un comune mortale, proprio come me.

Mi piacciono le foto e mi sono sempre divertito a descriverle per me stesso e poi non solo per me ma anche per altri. Ne subisco il fascino indiscreto e impiccione ma ne ammiro la potenzialità e la forza esplosiva che riesce a dare alla mia incerta capacità di comprensione.

Che belle queste foto, mi sono detto. E poi scoprire che dietro quel nome ci sta anche una giovane esistenza. La saettante immediata prontezza dei giovani di imparare ad usare una reflex mi turba ma esalta la mia speranza che ancora c’è speranza. Che cosa straordinaria, penso, che un giovane si dedichi a questa nobilissima arte e che lo faccia già da subito con questa professionalità!

Tempio vista da vicino va vista, ma va anche capita. Indistintamente, da modesto sensibile uomo di emozioni che talvolta mi regalo, erano tutte opere d’arte, Dentro ci ho visto la vita, quella che dobbiamo sempre vedere oltre un fermo immagine, nelle sue difficoltà, nella sua incantevole natura, nei suoi fiori di pietra e nella sua mutevole pioggia di sensazioni che stampa ad inchiostro indelebile nei nostri occhi. E dopo ho pianto, erano lacrime di felicità. C’è speranza mi sono detto. Si, c’è speranza.

foto della mostra dello Studio Fotografico Gallura
foto della mostra dello Studio Fotografico Gallura

 

 

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