Tempio Pausania, “True story”, per sorridere un po’, magari sotto l’ombrellone. Breve racconto di Lucio Verre.

Tempio Pausania, 2 agosto 2014-

Questa storiella non è la solita inventata per fare due risate a scapito delle forze dell’ordine, che in realtà svolgono un utilissimo servizio per la comunità. Forse la conoscete già perché l’avere sentita da qualche parte. Ma la storia è autentica. Lo posso affermare perché ne sono stato personalmente testimone in una torrida estate degli anni ottanta.

Basso Campidano. Tardo pomeriggio. Pianura arsa dal sole, interrotta solo da qualche fila di alberi frangivento. Strada provinciale inspiegabilmente sinuosa, vista la pianura. Auto nuovissima (quattro mesi dall’acquisto), grigio “antracite” metallizzato, guidata dal proprietario a bassa velocità. Davanti, a una ventina di metri, Mini Minor bianca, anni sessanta, con neanche un centimetro di carrozzeria intatta. Complice il passaggio di un caccia della NATO in atterraggio, arriva la distrazione. Quando l’autista rigira la testa sulla strada, la Mini è già lì, a cinque o sei metri, ferma, senza freccia inserita, per girare sulla sinistra. Frenata di emergenza con inchiodamento: inutile, impatto inevitabile. Un quarto del valore dell’auto se ne va tra il fragore delle lamiere. Arrivo dei Carabinieri. Un omone alto, bruno, con due baffi ottocenteschi, scende dalla “Gazzella” e si staglia controluce a gambe larghe; chiede il libretto di circolazione con quell’accento strano che hanno i meridionali che anno vissuto per qualche anno a Roma; lo controlla con calma; poi controlla bollo e assicurazione; sembra tranquillo, anche troppo per lo stato d’animo dell’autista, quando, controllando la coda della macchina, aggrotta le sopracciglia. Incomincia a perlustrare tutta la macchina andando più volte avanti e indietro, lungo la fiancata, tra la parte anteriore e posteriore dell’auto. L’autista, quasi con le lacrime agli occhi per il danno subito, comincia a preoccuparsi vedendo tutto quel movimento che non faceva presagire nulla di buono. Ad un certo punto il carabiniere gli si avvicina con aria severissima e sospettosa e gli chiede: <<Ma questa macchina e a benzina o è diesel?>>. <<Diesel>>, risponde perplesso il proprietario. E il carabiniere: <<Allora perché sul libretto c’è scritto Mercedes-Benz?>>.

Lucio Verre

 

Lucio Verre

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