Tempio Pausania, Un altro viaggio nel dolore, un’altra vita spezzata, il ricordo e la rabbia.

Tempio Pausania, 24 mag. 2018-

Angelo, foto tratta dal suo diario facebook

Sono rimasto dubbioso, sino alla fine, se raccontare un mero fatto di cronaca che prelude ad un’altra vita finita prematuramente o se toccare con mano un altro dolore, l’ennesima vita spezzata di un giovane uomo. Ci sarebbero tante, troppe cose da ribadire, approfondire con la sciabola implacabile della verità dei fatti che lascio a chi deve sbrogliare una vicenda che ha lasciato ancora una volta una città attonita, impietosamente fragile per le tante vite che lasciano la nostra comunità prima del tempo. Già il tempo, questa vita sospesa tra le privazioni e le sofferenze, parca di gioia e selvaggiamente colma di lacrime amare e rabbiose.

Conoscevo Angelo, molto bene la sua famiglia e, soprattutto suo padre, che vive qui da 52 anni quando sbarcò a Tempio dalla Sicilia, con in tasca due soldi e tanta voglia di lavorare per costruire la sua vita e quella della sua famiglia. Angelo e Rosario sono nati qui, Maria Grazia a Catania. Tre figli splendidi, forti come il padre e la madre Graziella, arrivati pieni di aspettative e di sogni. Una storia comune a tanti italiani, che cercano altrove di far crescere i rami dell’albero ma che le radici le hanno in un’altra terra. Gente onesta, laboriosa, tenace e volitiva come dev’essere chi viene con una valigia carica di speranze per trovare da un’altra parte la possibilità di andare avanti. Angelo cresce e trova a Tempio quanto gli serve per formarsi e diventare grande, con l’esempio di due genitori che immediatamente si incarnano nelle nostre abitudini e cultura,  socievoli come siamo noi sardi. Lo ricordo piccolo, ma già con la tempra del lottatore, mentre corre nelle strade in bicicletta seguito dal padre Diego, con il suo vocione o col megafono a scandire il passo di quel figlio atleta con la stoffa del campioncino. Il padre Diego è sempre stato un testardo, in questo simile al sardo, e voleva che Angelo si facesse largo nello sport, lui che amava il calcio in particolare ma che non ha disdegnato mai di mettersi in competizione anche nel tennis.

Angelo era buono, un sorriso fantastico ed una dolcezza dello sguardo che metteva a suo agio chiunque. Umile, semplice e silenzioso, mai al centro del proscenio, capace di catturare  con la sua bontà e garbo qualsiasi persona. Aprì un negozio di generi alimentari, ne aprì anche un altro dopo aver chiuso il primo, sapeva farci con la gente. Puntuale e gentile e mai fuori posto con nessuno. Le virtù che non devono essere raccontate da nessuno ma solo percepite attraverso la conoscenza. Uno splendido ragazzo, un uomo che matura sempre con i sani principi della semplicità che conquista e della facilità alle relazioni umane.

Angelo, foto tratta dal suo diario facebook

Mentre penso questo. sprofondando nei ricordi di tanti anni prima, sono a casa della sorella. C’è tanta gente, amici, parenti, conoscenti, venuti a tributare il sentimento di cordoglio per una tragedia che ha ancora troppe domande senza risposta…si poteva…si doveva…si narra delle frettolose cronache dei giornali e della TV, avulse dalla verità delle cose accadute, dei soccorsi, del tempo perso, dell’ennesima carenza, di tutto e di più. Le circostanze sono state drammatiche, questo è sicuro, ma restano troppi dubbi quando senti Diego che al telefono urla…”mi hanno ammazzato un figlio”. La rabbia del dolore, la ferocia di una tragedia forse evitabile, di una morte che grida giustizia, al vento, a se stessi, alla paura del domani senza un figlio.

Giovanni e Maurizio sono accanto a me, a diverso titolo ma accomunati dallo stesso mestiere di Vigile del Fuoco. Li ascolto, guardo le foto impietose, leggo lo strazio di un’altra strada sarda e dell’ennesima vittima. Imprudenze e distrazione, la colpa è di uno o dell’altro. Sarà la magistratura a fare luce, è la sola cosa che mi va di scrivere. A me importa del dolore straziante di una famiglia e di una comunità che piange un suo figlio, ancora una volta. Le lacrime sono l’aria che si respira, il ricordo è presto per farlo emergere. Presto, troppo presto ora ricordare il suo viso buono e il sorriso degli occhi che rincuorava quando ci parlavi, non è il momento delle foto e dei rimpianti. C’è il dolore, l’urlo silenzioso della madre adagiata attonita su una sedia e il greve sentimento di impotenza devastante che si raccoglie attorno, in questa prima giornata primaverile che ha deciso di fare capolino mentre una vita smetteva di sorridere ai suoi cari.

Nel garage della casa che Angelo stava finendo accanto a quella della sorella, c’è un garage colmo di moto e di macchine, una anche  del padre che aveva restaurato. Erano le sue passioni, alle quali  ha dedicato una parte della sua breve vita.

Qualcuno ha scritto, anche Angelo, come Pasqualino, era un amico di tutti. E’ vero, Angelo era proprio così, un amico che a tutti faceva piacere incontrare. 

Non si conosce ancora la data dei funerali, la salma sarà sottoposta ad autopsia nel cimitero di Olbia,  ma non si sa ancora quando verrà eseguita.

Antonio Masoni

 

Related Articles