Unione dei Comuni Alta Gallura nel caos.Elezioni o questioni diverse all’origine dei malumori?

Forse anche le divergenze sulle mancate dimissioni degli altri sindaci hanno avuto un certo rilievo.

Un periodo ad alta tensione quello dell’Unione dei Comuni Alta Gallura, istituzione nata nel 2007 con il proposito di sposare le cause territoriali e unire le azioni in totale sinergia per un bene collettivo.

La Nuova Sardegna, oggi ha tracciato alcuni scenari già configurati  tra cui, in evidenza, appare la prossima tornata elettorale del 24 febbraio.

Andrea Biancareddu, in carica come presidente per il semestre di sua pertinenza (dal 18 agosto 2018), si sarebbe dovuto presentare dimissionario e lasciare l’incarico al sindaco di Aggius, Nicola Muzzu.

Ciò non è avvenuto e, come cita una nota dell’Unione, la responsabilità sembra del sindaco di Tempio.

Questo fatto sta bloccando l’operatività dell’istituzione che adombra “scicchiolii e perplessità” in tal senso.

Alcuni sindaci, che non hanno rilasciato dichiarazioni, sostengono che l’atto ufficiale delle dimissioni dall’incarico di presidente dell’Unione, sarebbe dovuto essere venerdì 15 febbraio. Secondo la convocazione ufficiale, che lo stesso Biancareddu ha diramato. La convocazione, oltre alle dimissioni del sindaco di Tempio, avrebbe dovuto dar seguito alla elezione alla presidenza del sindaco di Aggius, Muzzu.

Biancareddu, con sorpresa di tutti, non si è presentato adducendo improrogabili impegni.

Oltre l’assenza del sindaco di Tempio, si sono aggiunte anche quelle di Vito Ara (Viddalba), Antonio Tirotto (Aglientu) e di Giampiero Carta (Trinità) i quali, poco prima avevano espresso un documento di pieno appoggio al sindaco di Tempio.

Alla riunione, peraltro, mancava anche Emiliano Deiana, sindaco di Boertigiadas e impegnato in qualità di presidente ANCI ad un altro incontro fuori sede a Cagliari.

Nella sostanza, quanto era all’OdG non si è svolto. I sindaci hanno espresso un documento congiunto di piena solidarietà alla lotta dei pastori sardi, rinviando ogni altro atto ufficiale al dopo  elezioni.

Le considerazioni in merito allo stato attuale dell’Ente, chiaramente, non possono prescindere dal momento politico in atto. Ci sono le schermaglie elettorali, che sottendono ad un clima diventato pesante dentro quella istituzione che prima viveva di serenità ed empatia.

Sul piatto della bilancia, pesano anche le recenti dimissioni poi revocate del sindaco di Tempio. Pesa anche la bagarre scatenatasi quando il sindaco restò il solo a dimettersi. La forza sinergica degli altri sindaci che tre mesi prima avevano espressamente deciso di dimettersi, venne meno. Lo scopo era  quello di  rafforzare la coesione dinanzi alla lotta per il Paolo Dettori.

Il giorno prima della revoca delle dimissioni di Biancareddu, sono stato raggiunto telefonicamente dal sindaco di Aglientu, Antonio Tirotto. Appresi che anche lui voleva dimettersi, così come Ara e Carta. Nessuno dei tre si dimise.  Questo fatto, per contestualizzare anche l’articolo di oggi sul giornale, denota che quelle divergenze hanno avuto un certo rilievo su quanto afferma la Nuova Sardegna.

Una vera unione, dovrebbe avere come priorità il bene del territorio tutto,  ma oggi appare spaccato in quella che sarebbe dovuta essere la sua forza, la coesione.

Non hanno inteso questa necessità per l’ospedale, forse si ricompatterà tutto dopo il voto.

Chi vivrà, vedrà.

Antonio Masoni

 

 

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