Vi racconto una storia, a lieto fine.

Vi racconto una storia, a lieto fine, una avventura successa al tempo del coronavirus, come si usa dire in questo periodo. Lo faccio prima che lo faccia lei, la protagonista che scrive meravigliosamente e ha in serbo per il blog un diario dettagliato di questa sua vicenda.

La storia sortisce per una sua disabilità motoria che la costringe su una carrozzina. O meglio, per lei la carrozzina non è un impaccio o una protezione, è solo un’appendice del suo finissimo intelletto che non le preclude di essere serena e attiva. Mai stata una schermatura dietro cui celare debolezze e fragilità, una donna con un cervello come il suo sa riconoscere i pietismi e te li sbatterebbe in faccia, perché non le servono.

Lei si chiama Rita, tanti hanno letto di lei per l’analisi transazionale o per la grafologia, campi che l’appassionano più di altri come ogni esperienza di psicologia e pedagogia. Laureata in pedagogia, Rita, ama relazionarsi col prossimo. Ha precisi riferimenti culturali e se li porta appresso anche quando deve offrirti un caffè o un delizioso pasticcino. 

Rita ha un dono straordinario, non riesce ad arrendersi. Si esercita in casa perché pensa che la sua disabilità non le debba impedire mai di superare i suoi attuali limiti. Aggira la sua sedia a rotelle, e si alza in piedi dietro lo schienale. Sforza le sue gambe che sa potrebbero riprendere almeno una tonicità accettabile. Mi picchierà per questo racconto, ma come ho scritto, voglio anticiparla. Poi, come sempre, rideremo assieme del racconto o ci commuoveremo appena sarà possibile incontrarci di persona.

Il racconto della sua avventura sanitaria a Milano 

Il 6 febbraio u.s., Rita parte per Milano. Al Centro Don Gnocchi, specializzato in riabilitazione motoria, l’attende un ciclo di fisioterapia mirata per farle riacquistare quella tonicità di cui parlavo. Ci sentiamo per telefono, tutto bene, la fisioterapia le sta giovando, quando scoppia l’inferno coronavirus. Milano, Bergamo, la Lombardia, chiudono i varchi. Col veneto le prime zone rosse di questa tragedia di cui nessuno conosce la fine, ma solo l’inizio. Rita sta bene, come anche gli altri pazienti dell’ospedale dove si trova. La situazione precipita quando l’intero paese diventa zona rossa e vengono chiusi collegamenti aerei e portuali, tranne le poche tratte che si conoscono.

Qualche giorno fa, Rita mi chiama. I biglietti fatti per tornare non le servono più. Voli cancellati. Da 7 giorni lei si trova già in dimissione dal Don Gnocchi. Il centro ospedaliero capisce e la trattiene sino a trovare una soluzione per il suo rientro. Giorni cruciali per tutti, per i lavoratori in Corsica e per tanti casi che mi segnalano e per i quali faccio quel che posso. Rita trova un posto nave sulla Grimaldi Lines che fa servizio giornaliero da Livorno per Olbia. Finalmente. 

Alla fine, due giorni fa, dall’ospedale, con cui si relaziona attraverso i servizi sociali interni alla struttura, decidono di accompagnarla e seguirne l’iter farraginoso ma veloce della sua dimissione protetta e affidata a mezzi sanitari dell’ospedale stesso.

La Protezione Civile e l’Auser di Tempio che contatto, mettono un mezzo per il suo ritorno a Olbia da Livorno. Rita farà la quarantena ma non ha il Covid, l’ospedale è stato un bunker impenetrabile.

Oggi, 24 marzo Rita imbarca da Livorno e alle 19.30 sbarca a Olbia. Mi chiama appena attracca la nave a Olbia, in alto mare non c’è segnale e ci chiamiamo invano a vicenda.

Alle 21. chiama da casa sua. “Antonio sono a casa finalmente, sono sfinita. Grazie per quanto hai fatto, a domani per risentirci con calma”.

Non ho fatto granché. Nulla di particolare, ho solo messo il mio tempo a disposizione del prossimo, come qualsiasi altro volontario di questo paese strano ma unico che è l’Italia.

Una differenza però, che appartiene ai sardi come me, come Rita e come quasi tutti voi. C’è una comune costante genetica: non ci arrendiamo. Mai. Fine del racconto.

In attesa del diario del suo racconto che ha scritto giorno per giorno in questa sua avventura al tempo del coronavirus.

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