Artigianato e Agricoltura, notizie sindacali-

Artigianato  Quasi 7mila le imprese che in Sardegna realizzano prodotti e offrono servizi alto valore estetico e professionale. Matzutzi e Mameli (Confartigianato Sardegna):

Settore sotto attacco e a rischio estinzione”.  Sotto accusa difficoltà burocratiche, oneri nella trasmissione dell’attività, formazione giovani, commercializzazione, produzioni in serie e contraffazione.

Sono le 6.850 le imprese artigiane dell’artigianato artistico della Sardegna. Con i loro 13.942 addetti, realizzano, prevalentemente con tecniche manuali ad alto contenuto professionale, prodotti di elevato valore estetico.

  • Rappresentando il 19,7% di tutto il comparto artigiano della Sardegna,
  • il 20% dei dipendenti.

L’artigianato artistico riunisce il capitale umano delle imprese che, creando valore economico, culturale e sociale, realizzano prodotti ad alto contenuto identitario. Esprimono la cultura dei popoli, rappresentando simboli delle tradizioni e della creatività.

E’ questo, in sintesi, ciò che emerge dall’analisi effettuata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna per le MPI,.

Sono i dati UnionCamere-Infocamere del primo trimestre 2019, relativa alle imprese dell’Artigianato Artistico che lavorano

  • ceramica, terracotta e simili,
  • chimica,
  • cibo,
  • legno e carta,
  • metalli, metalli preziosi,
  • multimateriale,
  • pelle e pelliccia,
  • pietra,
  • plastica e gomma,
  • servizi creativi,
  • servizi di restauro, riparazione e tappezzeria,
  • tessuti e vetro,

In ben 21 settori di attività quali

  • abbigliamento,
  • abbigliamento su misura,
  • alimentari,
  • calzature,
  • carta ed editoria,
  • ceramica, vetro, pietra, plastica e simili,
  • fotografia e design,
  • gioielleria, metalli preziosi e orologi,
  • intrattenimento creativo,
  • lavorazione artistica del vetro, della ceramica, della pietra, legno, metalli, mobili, pelletteria,
  • profumi e cosmetici,
  • restauro, riparazione e tappezzeria,
  • ricami e affini,
  • strumenti musicali,
  • occhialeria e altro
  • tessili.

A livello nazionale, la Sardegna occupa la sedicesima posizione come numero di imprese. Al primo posto la Toscana (30.126 aziende), seguita dalle Marche (12.110) mentre all’ultimo posto c’è la Liguria (6.896), contro un totale nazionale di 288.733.

Artigianato – Edilizia

Ecobonus: no delle imprese artigiane allo sconto in fattura.

Giacomo Meloni (Presidente Confartigianato Edilizia Sardegna).

Premia i grandi a discapito dei piccoli imprenditori del “sistema casa””. Con il “decreto Crescita”, rischio “asfissia” per 23mila imprese della Sardegna.

 Rilanciare la riqualificazione edilizia, soprattutto quella dei condomini, con uno sconto pari all’agevolazione è una proposta che appoggiamo. Tali importi non possono essere scaricati sulle nostre imprese. Il rischio è l’asfissia, per mancanza di liquidità, per le 23mila imprese artigiane sarde dell’edilizia, dell’installazione di impianti e dei serramenti”.

E’ un no secco quello che arriva dal Presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna, Giacomo Meloni, allo sconto sulle fatture per gli interventi relativi all’ecobonus e al sismabonus, previsto dall’articolo 10 del “Decreto Crescita”.

La misura contestata dagli Artigiani, e approvata definitivamente dal Senato, prevede che i cittadini che effettuano lavori di riqualificazione energetica o antisismici, possano chiedere, in alternativa alla detrazione fiscale dal 50% all’85% spalmabile in 10 anni, uno sconto immediato sulle fatture da parte dell’impresa che ha realizzato i lavori. Sconto che l’impresa potrà farsi rimborsare dallo Stato tramite un corrispondente credito d’imposta da utilizzare esclusivamente in compensazione, in cinque anni. Inoltre, l’azienda potrà scegliere di cedere il credito così acquisito ai suoi fornitori di beni e servizi. Non potrà invece cederlo a istituti di credito e intermediari finanziari.

Nel 2018 in Sardegna, le detrazioni per ristrutturazioni ed ecobonus hanno attivato investimenti per 390 milioni di euro.

Agricoltura; cerealicoltura, c’è l’accordo di filiera

Prezzo minimo garantito e pagamento immediato

E’ stato siglato  a Cagliari l’accordo di filiera denominato “salva cerealicoltori” tra Coldiretti Sardegna e il Gruppo Casillo che permetterà di invertire la rotta del crollo delle superfici destinate a grano.

immagine da google archivio

In 14 anni la Sardegna ha perso infatti i 4/5 (-78%) di terrà destinata a grano, passando da 96.710 ettari del 2004 agli appena 20.684 del 2018. Un tracollo accompagnato dalla perdita di oltre il 50% di cerealicoltori, passando dagli oltre 12mila del 2000 a meno di 6mila oggi.

Elaborazione Coldiretti Sardegna su dati Istat del settore artigianato.

Una emorragia dovuta alla incertezza della remunerazione. Solo negli ultimi 5 anni il prezzo ha imboccato una lunga discesa. Dai 30 euro del 2014 è sceso a 27 euro l’anno successivo per poi crollare a 21 nel 2016 (0,21 centesimi al kg) pagati al produttore e 21 dello scorso anno che in alcuni casi è sceso anche di 6 euro (15-16 euro) per un peso specifico basso a causa delle continue piogge. Il grano era remunerato meglio 40 anni fa (nel 1976): 48 mila lire al quintale.

La Sardegna ha grandi tradizioni e potenzialità nella coltivazione del grano duro. Basti ricordare che tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 la Sardegna era la seconda regione dopo la Sicilia in cui si coltivava più frumento duro in Italia: 158.000 ettari su 1,29 milioni totali (il totale nazionale oggi è pressoché simile).

L’accordo siglato  tra Coldiretti Sardegna e il gruppo pugliese Casillo vuole sfruttare queste potenzialità e incentivare i cerealicoltori innanzitutto garantendo un prezzo minimo (22 euro a quintale, per il prodotto con 12,5% di proteine e 80 kg/hl di peso specifico) con pagamento immediato.

L’accordo di filiera che si declina in questi punti (grano duro, tenero e biologico) dal punto di vista logistico prevede l’ammasso del grano nelle strutture del Consorzio agrario di Sardegna, mentre la trasformazione, almeno inizialmente avverrà nelle strutture di Casillo.

Battista Cualbu, Luca Saba e Vito Savino (Casillo)

“Dopo gli accordi di filiera con Biraghi per il pecorino etico solidale, Bovini al sud per al filiera del bovino da carne, e gli accordi per i localismi con Metro e Carrefour oggi abbiamo siglato un altro accordo di filiera importante per la nostra agricoltura. Una risposta concreta ad un settore in difficoltà come quello cerealicolo. Come sempre si garantisce un prezzo minimo al produttore, tamponando il punto critico della filiera che scarica sul produttore le crisi del settore, e si valorizzano le nostre produzioni di altissima qualità e si lavora insieme, lungo tutta la filiera, per valorizzarla anche con nuovi prodotti”. 

Luca Saba “Proseguiamo una collaborazione nata a livello nazionale che ora si sta diradando con successo anche a livello locale valorizzando le biodiversità. Siamo certi che questo sia solo il primo passo di un accordo che porterà valore aggiunto ai nostri produttori ma anche ai cittadini garantendo dei prodotti a base di grano made in Sardinia, certificati e controllati”.

Vito Savino (Casillo) “Stiamo investendo su filiere locali tracciate e controllate da enti terzi. Lo stiamo facendo in altre Regioni e non poteva mancare la Sardegna che ha un territorio e un clima adatto alla coltivazione del grano”.

 

 

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