Coldiretti, Nessun vantaggio economico alle industrie, prima il prezzo equo del latte.

Coldiretti non prescinde dal prezzo giusto del latte.

COLDIRETTI

“Niente soldi pubblici alle realtà di trasformazione e commercializzazione senza la garanzia di un giusto prezzo per il latte consegnato dai pastori sardi”

lo sostiene Coldiretti nazionale col suo presidente Prandini in riferimento ai contenuti del provvedimento sulle emergenze agricole.

L’emergenza è all’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri su richiesta del Ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio.

“Come chiesto dai pastori con l’impegno formale del Governo è dunque necessario che gli stanziamenti previsti nel provvedimento siano vincolati al raggiungimento di un accordo.

“un anticipo sul prezzo superiore ai costi di produzione determinati.

Una griglia di indicizzazione ed una clausola di salvaguardia che garantiscano nel tempo il raggiungimento del valore di un euro richiesto dagli allevatori”.

“I trasformatori  non possono essere beneficiari delle consistenti misure di sostegno pubblico messe in campo da Governo.

  • L’acquisto di pecorino romano invenduto giacente presso i loro magazzini.
  • contestualmente,  un accordo equo con i pastori, ai quali continuano ad essere invece corrisposti compensi insostenibili.
  • Questo, nonostante il fatto che  le vendite di pecorino romano siano aumentate di oltre il 30% nei primi dieci giorni dall’avvio della campagna di valorizzazione.
  • La necessità di una profonda ristrutturazione della filiera e il commissariamento del Consorzio del Pecorino Romano sul quale gravano pesanti responsabilità della crisi.
  • In gioco  ci sono 12mila allevamenti della Sardegna dove pascolano 2,6 milioni di pecore, il 40% di quelle allevate in Italia.
  • Quasi 3 milioni di quintali di latte destinato per il 60% alla produzione di pecorino romano (Dop)”.

“Come abbiamo detto in tutti i tavoli – dice la Coldiretti Sardegna con Battista Cualbuqualsiasi intervento pubblico deve essere legato a un accordo di filiera.

Occorre un’ equa ridistribuzione per i pastori.

Qualsiasi atto formale deve essere conseguenze all’accordo che verrà sottoscritto nel tavolo, al contrario si indebolisce ulteriormente la parte produttiva”.

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