Dossier Vino, vendite sotto del 70%. Coldiretti Sardegna

Dossier Vino, la nota della Coldiretti Sardegna che parla di perdite del 70% sulle vendite.

Gli oltre due mesi di lockdown sono costati cari al settore vitivinicolo sardo che ha ridotto le vendite di circa il 70%, con punte del 100%, in quantità rispetto all’anno precedente (65% in valore) e ne prevede il 65% per i prossimi sei mesi.

E’ quanto emerge dal primo Dossier in tempo di Covid sul settore elaborato da Coldiretti Sardegna, frutto di un report approfondito su un campione significativo di cantine, 52, distribuite uniformemente su tutto il territorio regionale di dimensioni variabili, espressione di una produzione di 193.463 ettolitri di vino (oltre il 55% del totale prodotto nell’Isola nella annata 2019) e circa 21 milioni di bottiglie.

“È un’indagine dal basso con le aziende protagoniste – spiega il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu – che consente di avere una radiografia del settore vitivinicolo dopo l’esplosione del Coronavirus e l’adozione delle limitazioni da parte del Governo. Ne emerge un quadro completo, con produzioni e mercati di rifermento, perdite dovute al lockdown per concludersi con le proposte sugli strumenti da adottare per attutire il pesante colpo e poter ripartire”.   

Dossier Vino: i numeri

Il Coronavirus sta costando caro alla viticoltura sarda, uno dei settori più dinamici e innovativi della nostra agricoltura che seppur rappresenti circa l’1,5% della produzione italiana (prima produttrice al mondo di vino) si distingue per l’altra qualità del vino, con circa l’80% della produzione a marchio Doc e Igp.

E’ uno dei settori agricoli più colpiti dall’emergenza sanit

google immagini -Regione Sardegna

aria del secolo dovuta soprattutto alla chiusura di uno dei mercati di riferimento, l’Horeca, ed in generale dall’isolamento forzato delle persone, fattore antagonista del consumo del vino che nella nostra cultura si ama bere in compagnia.

Dossier Vino: il mercato

Dal report di Coldiretti Sardegna emerge che il 47% del mercato di riferimento del vino sardo è rappresentato dal settore HoReCa, cui segue il canale delle enoteche e wine bar (20%), della vendita diretta (17%) e della GDO (16%).

Principali mercati di riferimento in termini di valore ultimi 3 anni (%)
HORECA: 47%
GDO: 16%
Enoteche/wine bar  20%
Vendita diretta 17%

 

L’area geografica di riferimento per le vendite è principalmente il mercato isolano (56%), seguito dal mercato nazionale continentale (23%).

 

Aree geografiche di riferimento in termini di valore ultimi 3 anni (%)
Sardegna 56 %
Continente Italiano 23 %
Paesi Europei 11 %
Paesi Extra Ue (specificare sotto) 10 %

Dossier Vino: il crollo

 Le perdite per i mesi di lockdown rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente è del 68% in bottiglie e del 65% in valore, maggiormente accentuato nelle aziende che si rapportano principalmente con il canale HoReCa dove si registrano cali del 90% e 100%.

Buie sono anche le previsioni per i prossimi sei mesi, anche se difficilmente determinabili in quanto legate all’andamento del virus e alle decisioni che saranno assunte dal Governo Italiano e Regionale in particolare per il periodo delle ferie estive. Le aziende, infatti, stimano, per i prossimi sei mesi perdite di circa il 64% rispetto allo stessi mesi del 2019.

Tipologia Riduzione % vendite

marzo 2020

Previsione riduzione % vendite Apr – Set. 2020
DOC/DOCG Rossi 68% 64%
DOC/DOCG Bianchi 65% 64%
IGT Rossi 64% 61%
IGT Bianchi 60% 58%
Vini da tavola rossi 63% 61%
Vini da tavola bianchi 60% 60%

Dossier Vino: le soluzioni 

Intervistate sulle possibili soluzioni da adottare per resistere all’emergenza economica, le proposte delle aziende coinvolte nell’indagine si possono sintetizzare in richiesta di liquidità, meno burocrazia e conseguente velocità nell’attuazione degli interventi e promozione dei vini nei mercati interni ed esteri.

La misura maggiormente attesa dalle aziende è sicuramente quella che garantisce immediata liquidità con strumenti finanziari a tassi ridotti o azzerati per far fronte ai minori o mancati incassi e alle spese che le aziende stanno sostenendo per le attività colturali in vigna e per programmare la nuova annata ormai alle porte.

Ma chiedono anche aiuti a fondo perduto e l’accelerazione nella spesa dei fondi comunitari e regionali per le domande di sostegno già presentate per diverse annualità. Ma chiedono pure investimenti per migliorare i trasporti e la mobilità da e per la Sardegna sia delle persone che delle merci, oltre a programmi di promozione dei vini sui mercati esteri ed interni e sul turismo.

“Anche in questo momento cosi difficile in cui la viticoltura è messa a dura prova, i vignaioli si dimostrano maturi e lucidi dando uno spaccato della crisi dovuta all’emergenza e proponendo delle soluzioni finalizzate al mercato con aiuti diretti ed indiretti – afferma il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -.  Ciò che chiediamo alla Regione, insieme alle aziende attraverso il report che abbiamo presentato, è sburocratizzazione e immediatezza nell’attualizzare gli interventi per non vanificare un lavoro importante portato avanti negli ultimi decenni, che grazie agli investimenti e all’innovazione ci hanno consentito di ritagliarci una fetta di mercato, sebbene piccola, di altissima qualità”.

Dossier Vino: le proposte 

“Alla Regione – spiega il presidente Battista Cualbu stiamo presentando un pacchetto di interventi di 8 milioni di euro necessari per non perdere fette importanti di mercato, non deprezzare il prodotto e garantire allo stesso tempo le condizioni minime per poter programmare e lavorare nella prossima annata”

Le proposte sono di maggiori fondi per il Pns investimenti; l’integrazione cospicua dei fondi per la distillazione rispetto a quelli previsti dal Governo, da destinare a circa il 30% dei vini bianchi e rosati consentendo di svuotare le cisterne da utilizzare nella imminente nuova annata, non far crollare il prezzo con le sovrapproduzioni e allo stesso tempo sperimentare anche un alcool 100% sardo; aumentare la percentuale di taglio consentita oltre il 15% dando la possibilità alle cantine di riversare nella nuova annata parte del prodotto invenduto a causa del Covid; il pegno rotativo per affinamento dei vini e una campagna di comunicazione per promuovere il vino nei mercati esteri e locali.

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