Drammi di vita quotidiana, al tempo del coronavirus.

Drammi, ne leggiamo e ne vediamo anche coi nostri occhi, ogni giorno di più. Questo tempo che si regge su un disastro senza precedenti per le economie di una nazione, sembra dover solo contare vittime, non solo quelle dovute all’epidemia ma tutte le altre, le più numerose, le piccole e medie imprese, e tutte le altre persone  fragili. Sono le persone povere, triplicate negli ultimi 10 anni ovunque. Una folla invisibile che attende solo un aiuto, economico e oggi anche psicologico. I drammi quotidiani devastano ma rimangono troppo spesso inascoltati, si scatena a favore un sentimento che è compassione che però non paga le bollette, non sostiene la perdita di un lavoro, non aiuta neppure per quel che resta della propria dignità. Pensate che nel 2018 erano 9 milioni gli italiani che non riuscivano a pagare le bollette per il riscaldamento.

Interviene talvolta l’ostinazione e la resistenza alle burrasche che temprano la povertà ma non impediscono le umiliazioni e le sconfitte giornaliere in chi si rifiuta di accettare le elemosine. Sono persone forti, arrabbiate e determinate che non accettano di sopperire davanti allo sfascio e alla mancanza di soldi. Non hanno risposte e non sono ascoltate, ma insistono perché cercano i loro diritti. Loro nemmeno sanno cosa siano i privilegi o i favori, ogni frammento della loro dignità lo costruiscono col lavoro umile e onesto.

Anna Grazia Taras è una di queste persone, capaci di andare oltre le umiliazioni e le sconfitte. Lei è madre di due figlie, conosce cosa voglia dire crescerle senza altri aiuti se non le sue stesse forze, quelle di una donna che fa del lavoro il solo bastone su cui sostenere la sua famiglia.

« Non cerco la carità né le elemosine» mi dice dal primo giorno. « Pretendo gli aiuti che mi spettano dallo stato e dalla regione».

I drammi sono silenziosi pugnali che penetrano ogni giorno di più nel nostro cuore.

La sua vicenda passa attraverso l’indispensabile “esposizione pubblica”, ma non se ne preoccupa affatto,  quale male sta facendo facendosi rispettare?

«Il silenzio non paga le bollette e non impedirà che a breve mi stacchino la luce dopo due mesi di insolvenza obbligata. Attendevo, secondo quanto mi hanno detto al Comune, per giovedì scorso. Mi dicono che bisogna attendere alla prossima settimana. Oggi è mercoledì, ma il bancomat manca solo che mi sputi in un occhio. Non ci sono accrediti, nulla. In comune chiamo ma non hanno risposto, saranno impegnati e lo posso anche capire in questo periodo di emergenza sociale. Però, sa quanto gliene importa alle mie utenze scadute? Si risponda da solo, signor Masoni».

La Nuova Sardegna pubblica oggi la sua storia. Anna Grazia ci prova in ogni modo. Come una testa d’ariete inconsapevole, sa che la sua azione potrebbe essere una sorta di esempio per chi, e sono tanti, si trova oggi nella sua stessa situazione, a vivere gli stessi drammi ma evita di denunciarlo.

Non abbassa mai la testa, ogni momento incrocia gli occhi delle sue due figlie e la sua forza si triplica perché è nel giusto, sa di esserlo e non cede di un passo. I suoi occhi sono acuti, guardano la dura realtà che sta vivendo e non può permettersi di agire piegandosi alla sconfitta.

Una guerriera impavida e coraggiosa quanto basta per non arrendersi mai. 

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