Il terzo compleanno.

Terzo compleanno, terzo Natale, chiuso dentro un mondo che nessuno ha mai visto e di cui nessuno sa. Come quei giardini della canzone di Renato Zero, misteriosi abissi o fantastiche visioni. Mondi paralleli che raramente si intrecciano con quello conosciuto.

Sai, questo mondo, il nostro, è sempre peggio Nick. Si continua ad essere più poveri, ci si affanna a mettere a tavola pranzo e cena, i nostri diritti vengono ogni giorno calpestati e soppressi. Come prima di quel 20 giugno 2017, il giorno che finiva la tua ultima estate nel nostro mondo. La politica è sempre più inutile, corruzione e malaffare dominano lo scenario generale. Le sole persone oneste che conosciamo sono quelle che ogni giorno faticano a campare. Certo, non per pensare di diventare ricchi.

Sono 55 gli anni, ma io non riesco a contarli più. La mia memoria è allineata alla tua, sempre che oltre agli occhi che parlano, tu ne conservi qualche frammento vitale. Vorrei ascoltare le tue lacrime, sapere che il dolore è vivo ma consapevole, vederti sorridere perché lo vuoi.

«Ti darei gli occhi miei per vedere ciò che non vedi. L’energia, l’allegria per strapparti ancora sorrisi» ma nessun potere umano esiste. A noi è dato amare e voler bene ma non cambiare il corso di vite strappate per sempre al ritorno in questo mondo.

Quando torno a casa,  non dico mai niente a casa, sento delle voci  di persone che parlano. Una è la tua, ma sarà il sangue che al solito si mischia a caso e ha dato il timbro a qualche mio figlio. Non dico nulla, non mi piace riscaldare ogni giorno il dolore. Tanto, lo immagineresti che sono sempre lacrime.

Terzo compleanno e terzo Natale

Due anni e mezzo che sei partito e fra poco è Natale. Una festa che ha sempre meno senso nelle famiglie che portano dolori, croci e qualche briciola di gioia lontana. Non mi piace nemmeno ricordarle queste feste quando già eri a casa a prefigurarci un pranzo gourmet. Ti piaceva sorprenderci ogni volta, con ricette studiate nel tuo excursus culinario di alta cucina. La cura e la precisione che si confondevano con il gran casino che lasciavi in cucina. Alla fine, però, venivano fuori pietanze straordinarie che confermavano talento e capacità. Che nostalgia Nick, ripensare a quel tempo che non tornerà più.

Oggi non verrò ma a Natale ci sarò. Anche se le nostre vite sono sempre più casualità e intrecci strani, e la monotonia si interrompe ogni tanto con qualche squillo di sorprese positive, il rugoso scorrere del tempo ci obbliga a fermarci ogni tanto, ad osservare e pensare. 

A tutte le vite strappate, a quelle come la tua persa nei giardini che nessuno sa, a chi si sbatte ogni giorno di fatica per sopravvivere, a chi non può nemmeno sbattersi perché ha sepolto ogni volontà. 

Buon compleanno Nick, non riesco a piangere più. Anche l’abitudine a saperti rannicchiato in quel letto, è diventato una tenue fiammella che mi dice che ci sei e basta. Non sei vivo e non sei morto. Ci sei.

«Un gran freddo dentro l’anima, fa fatica anche una lacrima a scendere giù. Troppe attese dietro l’angolo».

 

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