La verità sulla targa in ricordo del record di Filippo Tortu. Era stata rimossa per dei lavori ma mai ricollocata.

La verità.

La verità andrebbe sempre raccontata, anche quando, e ne sono convinto più di tutti, ci sono problemi assai più importanti, in una città villaggio che lentamente sta perdendo le sue migliori qualità. Si,  ha perso un ruolo guida di un vasto territorio per colpe non sue, vedi ospedale e altre peculiarità che reggevano i suoi tanti servizi in Gallura.

La verità su questa targa che rammentava il record italiano sui 100 metri piani di Filippo Tortu, sangue a metà sardo-lombardo, andava detta e occorrevano le prove.

La notizia sui social di questo apparente sgarbo al giovane talentuoso atleta, da adito a controverse posizioni. Chi la ritiene giusta e chi la vede come una mostruosità di stile fuori contesto. Ci sono anche coloro che non si accorgono della sua assenza, quelli che con indifferenza l’hanno accolta la prima volta e anche chi pensa che Tempio abbia ben altri problemi. Ci sta tutto ma anche il suo contrario. Ossia, quali sono i motivi della sua rimozione e perché non viene riappesa.

Quella targa col 9.99″ era francamente brutta, non per quanto  simboleggia ma brutta e fuori tema rispetto all’edificio e alla Piazza.

“Le cose sono andate così”

Mariella Mundula risponde alla notizia condivisa su facebook e mi scrive che la verità, se voglio, me la spiega lei. Lei sa l’antefatto e conosce anche il “post factum” e la sua evoluzione. Mariella gestisce una delle attività commerciali presenti nell’edificio.

”  Le cose stanno così – mi dice. Il contesto dove si mette la targa certo non è bello ma si tollera e nessuno vi si è opposto, né io né gli altri esercenti del palazzo che ospitava la tipografia Tortu, del nonno di Filippo, Giacomo. Lo abbiamo notato che fosse eccessiva, del tutto anomala per l’architettonica del luogo e di questo edificio.

La facciata dell’edificio, però, andava pitturata, come anche si vede da quella foto che mostra Andrea Biancareddu davanti alla targa. Inizialmente, si toglie per questo anche se, ripeto, a me e ad altri co-proprietari dell’immobile o gestori delle attività commerciali presenti, quella targa non piace. Le spese di tinteggiatura sono a nostro carico, mio e degli altri esercenti. La prima tinta non piace, e siamo a febbraio, e quindi si decide di rifare con altro colore, quello celeste attuale. Per pubblicizzare la mia attività, io dispongo di un treppiedi. Ritengo importante non rovinare con targhe o altri affissi non consoni nulla della bellezza della città.

La verità: Dico questo: perché la Pro Loco non è venuta prima, con le autorizzazioni in mano, a chiedere a me e agli altri, se siamo d’accordo? Invece no, d’imperio mette questa targa, allora sulla facciata ancora da ri-tinteggiare, e poi  pretende di rimetterla quando nessuno di noi è d’accordo? Nessuno, io per prima, ha nulla contro il simbolo, ma questa azione la reputo di arroganza ed imposta. Come tale, non l’accetto né io né gli altri, proprietari compresi”.

Non è cosa nota, come questa storia finirà, è certo però che quella targa, così come altre soluzioni su quell’edificio, non troveranno il consenso di chi quell’edificio lo gestisce nei diversi locali così come anche i proprietari dell’intero stabile.

Vedremo. Intanto era opportuno conoscere la verità dei fatti.

 

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