«Nessuna assistenza per i malati di sclerosi multipla». Pazienti allo sbando.

L'ennesima denuncia della malasanità che sta trascurando gli oltre 250 malati di sclerosi del territorio Olbia-Tempio.

« Nessuna assistenza – denunciano  dall’associazione Zero46Sclerosi Multipla Gallura -, siamo totalmente abbandonati ed avremmo bisogno di assistenza periodica». 

Un’altra l’ennesima, situazione disastrosa creatasi in questi mesi dove le sole attenzioni della sanità pubblica, sono ricolte all’epidemia da Covid.

I tre ospedali galluresi

« È il momento di prendere una posizione, io cosi non ci sto! Non è possibile che la sanità si sia bloccata a febbraio, non esiste solo il covid. Ci sono delle malattie invalidanti progressive che necessitano di essere monitorate, è diventata un’impresa prenotare una visita. Se poi, come nella Sclerosi Multipla, si devono fare periodicamente delle risonanze magnetiche, allora ci accorgiamo che forse nel terzo mondo son messi meglio».

La lettera del Presidente dell’associazione, denuncia le richieste continue di esami che oggi sembrano un lontano ricordo. Le restrizioni, quasi che tutta questa macchina infernale per molte persone sembra non produrre problemi, stanno letteralmente denudando l’intera sanità pubblica di quegli elementi fondamentali che, in sintesi, chiamiamo “diritto alla salute”. Una denuncia di sofferenza e di troppe attese, vanificate dal silenzio della politica e dalle transumanze di poltrone che restano, evidentemente, la sola preoccupazione. Nel territorio il dibattito è sulla ASL e sulla nuova provincia, e lo status della sanità, letteralmente un disastro, sembra essere distante dalle agende politiche della regione.

«È importante tenere sotto controllo la malattia – continua la lettera – perché rischiamo di avere esiti non reversibili se non interveniamo in tempo. Siamo stanchi, delusi e demotivati. Nella ex provincia di Olbia-Tempio non abbiamo un centro prescrittore, (possiamo solo ritirare i farmaci nelle farmacie ospedaliere finché verrà concesso di farlo). Non è possibile, ad esempio, iniziare una nuova terapia, o cambiarla se quella che si è intrapresa non da i risultai sperati».

Nessuna assistenza per gli oltre 250 malati di sclerosi multipla.

«Nella nostra ex provincia – chiude la lettera – si stima che i malati siano circa 250, che su una popolazione di 160.000 residenti (dati istat 2016) equivale a dire che c’è un malato di Sclerosi Multipla ogni 640 residenti (considerando vecchi e bambini). Siamo in mezzo a voi, molte volte invisibili altre meno, non vogliamo compassione chiediamo solo i nostri diritti, chiediamo di poterci curare. Non è necessario che compriate le “famose mele della solidarietà” quelle per quanto mi riguarda potete darle ai porci. La ricerca grazie a queste donazioni va avanti ci sono nuove cure e si prospettano nuove opportunità, ma a che serve se mi si continua a curare con lo stesso farmaco di 10 anni fa?».

L’invito a donare per la ricerca è implicito, nonostante la rabbia giustificata di chi ogni giorno si imbatte nei problemi della malasanità. A poc serve finanziare con le donazioni una ricerca che va comunque avanti ma si scontra con la realtà di centri ospedalieri paralizzati e bloccati da una sola problematica. Ecco quel che in questi mesi abbiamo cercato di ribadire sulla pandemia. Forse ne fermi uno di problema, ma agli altri mille nessuno ci sta pensando. Solo chi ha veri problemi per monitorare una malattia a decorso cronico, e tra loro i malati di sclerosi multipla,può comprendere quanto sta accadendo.

«A che serve se per farmi una risonanza devo aspettare un anno e poi altri 6 mesi per fissare un appuntamento utile con il mio neurologo a Cagliari (o a Sassari o a Nuoro) sperando che quel giorno lui o io non siamo influenzati, altrimenti salta tutto?».

Da aggiungere credo ci sia poco. Quando la popolazione che oggi muore per tumori (screening impossibili), per malattie cardiocircolatorie (la prima voce di decesso in Italia e enl mondo), comprendere che occorre ribellarsi a questo dannatissimo sistema, sarà sempre tardi.

Ma ascoltate i bollettini quotidiani della stampa di regime che annota ogni giorno i nuovi contagi e i decessi. Scordiamoci che il diritto alla salute non prevede che un’emergenza sanitaria pregiudichi la continuità assistenziale per le infinite patologie delle quali, a quanto pare, nessuno ha più contezza. Nessuno, tranne chi la malattia se la porta addosso come una condanna di morte.

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