Si incazzano tutti per la Fase 2, Sardegna in ginocchio.

Parrucchieri ed estetisti sul piede di guerra dopo le richieste di Confartigianato disattese.

Fase 2, situazione da delirio. Si incazzano tutti, strali al veleno contro questo e quello, con la task force di perditempo e un presidente del consiglio che brilla solo per la sua decisione di non decidere nulla. L’intera economia in ginocchio e la Sardegna deve piegarsi a regole e misure che non tengono conto di una sostanziale differenza tra la nostra isola e il nord Italia.

Brilla per la sua costante tendenza al silenzio, oltre che al bavaglio all’informazione, anche il nostro sergente di ferro, Solinas. Uomo tutto d’un pezzo ma di non meglio precisata sostanza.

Nel codazzo degli inutili anche le amministrazioni locali che pur potendo emanare ordinanze a mosaico, se ne guardano bene dal farlo. Mica sono tutti come il sindaco di Feletto (Piemonte). Ligi e proni, mentre la Sardegna muore.

Dicevamo della speranza per parrucchieri ed estetisti, ed ecco che arriva la mazzata anche per loro. Triste e uguale sorte dei negozianti che aspetteranno altri 20 giorni. Tutto assurdo quanto criminoso e voluto.

 Fase 2 per parrucchieri ed estetisti “sull’orlo del fallimento”.

Nessuna “Fase 2” per parrucchieri ed estetisti della Sardegna: potrebbero riaprire solo da inizio giugno. Già persi circa 50 milioni di euro. Matzutzi e Serra (Confartigianato Sardegna): «Settore sull’orlo del fallimento: non possiamo più stare zitti e subire».

«L’annunciata, probabile, riapertura del settore del benessere e dei servizi alla persona solo dal 1° giugno, è incomprensibile e inaccettabile. In Sardegna, acconciatori, estetisti e operatori della pedicure e manicure sono sull’orlo del fallimento e non potranno sostenere un altro mese di serrata».

Sono durissimi, e molto preoccupati, Antonio Matzutzi e Daniele Serra, Presidente e Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna.

«Questi nostri artigiani sono stati i primi a essere stati bloccati dalle misure contro il contagio da coronavirus – continuano Matzutzi e Serrahanno rigorosamente tenuto abbassate le serrande, continuando a pagare dipendenti e fornitori, saldando affitti e bollette. Ricordiamo come il settore in questi 2 mesi abbia già registrato un calo del giro d’affari di circa 50 milioni di euro».

In questi 2 mesi, Confartigianato Benessere ha elaborato e presentato al Governo proposte dettagliate su come tornare a svolgere queste attività, osservando scrupolosamente le indicazioni delle autorità sanitarie su distanziamento, dispositivi di protezione individuale pulizia, sanificazione.

«Suggerimenti molto pesanti e fortemente penalizzanti per le possibilità di ricavo delle imprese – sottolineano Presidente e Segretario – ma sottoscritte dal settore pur di ripartire. Per tutta risposta, il Governo non ha dato alcuna risposta»

«Nella Fase 2 quali isure di sicurezza in più ci sarebbero?».

Per Confartigianato Sardegna, tutto questo è stato inutile e si chiede cosa la categoria potrebbe fare in più dal 1° giugno in termini di sicurezza, con l’aggiunta di costi continui e ricavi azzerati per gli interi mesi di marzo, aprile, maggio. 

«La situazione per il settore è pesantissima e sono tante le attività che rischiano di non avere la forza per riaprire o che purtroppo dovranno lasciare a casa il personale – denunciano Matzutzi e Serra – siamo stati responsabili e lo saremo sempre ma tutto questo è ingiusto e non possiamo permetterlo”. “La prospettiva di un altro mese di fermo obbligato non possiamo accettarla passivamente, tantomeno in silenzio – concludono Presidente e Segretario – nelle prossime ore, infatti, la categoria verrà riunita in videoconferenza per studiare iniziative sia per manifestare al Governo il malessere del settore, sia per formulare ulteriori azioni e iniziative che possano sbloccare la situazione».

Ricordiamo come in Sardegna siano 3.384 le imprese del settore, di queste ben 2.886 sono imprese artigiane, che offrono servizi di acconciatura, manicure, pedicure e trattamenti estetici grazie anche ai 5.124 addetti. Un settore che nell’Isola ha un giro d’affari annuo di circa 523 milioni di euro. Infatti, la spesa media mensile delle famiglie sarde per servizi di parrucchiere e trattamenti di bellezza è di 61 euro al mese, equivalenti a 732 euro all’anno.

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