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Tempio Pausania, Perché una patente non può essere revisionata o rinnovata in un ospedale di prossimità?

La sede della Commissione Medica ATS dell'Assl di Sassari-fotogalluranews

Tempio Pausania, 11 apr. 2018-

La domanda nasce spontanea, si sparge tra le persone giunte da ogni dove stamani a Sassari per un rito che va avanti da sempre, da un “sempre” che si perde nella notte delle troppe disparità nell’applicazione di una legge che prevede a scadenze diverse, il rinnovo della patente. Trattandosi di una condizione, quella di patentato, che deve rispondere a determinate leggi ed altrettanti requisiti che bisogna possedere per averla, mantenerla e quindi poterla convalidare per poter guidare un mezzo, non bisogna per forza accettarne le incongruenze o “le vergogne”, come più di una persona stamani ha apostrofato un carnaio di gente ammassata in via Rizzeddu, 21 a Sassari dove esiste la sola sede provinciale per effettuare questa obbligatoria pratica.

Tralasciando gli obblighi di una legge che decide che tu sei idoneo o meno alla guida di una macchina, focalizzerei l’attenzione sui dettagli che sovraintendono alla legge stessa.

RINNOVO: Le patenti devono essere rinnovate ovvero confermate di validità: per alcune, basta una visita medica per accertare la persistenza dei requisiti fisici, per altre – quelle professionali – sono previsti appositi esami per accertare la persistenza anche dei requisiti tecnici (conoscenze).
Le visite mediche vanno effettuate presso i medici autorizzati (ASL o presso autoscuole o enti convenzionati) e presso le CML – Commissioni Mediche Locali. 

Hai una determinata patologia, prendiamo come esempio una delle più note, il diabete. Ti presenti a scadenza biennale, o secondo la discrezionalità della commissione medica anche più o meno anni. Paghi tre bollettini di cui 2 destinati alla Motorizzazione Civile e 1 alla ATS (Azienda della Salute), presenti la o le certificazione/i medica/che, ti sottoponi a delle domande che accertano il tuo stato di salute (presumo psichico, se no per cosa uno ha con se i suoi certificati medici specialistici?) L’esame della vista assolutamente indispensabile  e ne esci, se sei fortunato, dopo un’intera mattinata passata in un corridoio stretto assieme a 30 persone o dentro una sala d’attesa tipo cinema dove sostano  altre persone, o al di fuori della sede, all’aria aperta dove si sta bene se la temperatura o il meteo ti sono favorevoli. Oppure sosti nella tua macchina, perché il tuo turno non lo perdi, avendo preventivamente preso il numeretto di ingresso quando sei arrivato sul posto (quasi sempre all’alba, stamattina c’erano persone dalle 6.00!). Certo che parlare con le persone e sapere che giungono da Olbia, Tempio, Ozieri, La Maddalena, Alhero, tutte città sede di presidi ospedalieri, ti pone immediatamente la domanda: perché? Perché un cittadino della provincia- attenzione era così anche quando fu fatta provincia Olbia-Tempio-, di un  territorio vasto e popolato, non può sottoporsi a questo rinnovo in un ospedale della sua città o comunque prossimale? Cosa obbliga a questo cavillo, l’ennesimo, un  vero martirio periodico, centinaia di migliaia di cittadini sardi? Dal momento che si tratta pur sempre di una commissione medica ad hoc che lavora esclusivamente a questo obbligo di legge, perché non potrebbe esserci una commissione medica di un ospedale prossimale che sappiamo esiste e lavora per i rinnovi lo stesso ma solo per quelli definiti “normali” e non per questi altri chiamati “speciali”? Si tratta di prese d’atto, in fin dei conti, di una certificazione medica che accerta la tua salute e la tua idoneità alla guida e non capisco perché deve percorrere questa lungaggine, non solo chilometrica ma anche disumana. Nella turnazione mattutina odierna c’erano 50 persone circa, altrettante il pomeriggio, questo per 3 giorni la settimana e per tutto l’anno. Solo a Sassari, e non ho elementi per smentirlo, da fonte ufficiale mi dicono che siano circa 60.000 utenti complessivi all’anno che vengono in via Rizzeddu per questo adempimento. Potrebbero essere molti di meno, se Tempio, Ozieri, La Maddalena, Olbia, Alghero, avessero facoltà di esaminare anche queste cosiddette patenti speciali. Disparità, discriminazioni, accentramento di poteri e nessuna attenzione ai disagi di queste “speciali persone” che, lo potete solo immaginare, hanno, chi più e chi meno, problemi fisici.

REVISIONE: La revisione della patente di guida può essere disposta dagli uffici della Motorizzazione o del Prefetto, quando ci sono dubbi sulla permanenza dei requisiti fisici e psichici prescritti o dell’idoneità tecnica alla guida, o quando il conducente perde tutti i punti sulla patente (art. 128 CDS).

In tal caso, essi possono imporre ai titolari della patente di guida una visita medica e/o un esame di idoneità tecnica. L’esito della visita medica o dell’esame di idoneità viene comunicato ai competenti uffici per gli eventuali provvedimenti di sospensione o revoca della patente.

La visita medica è sempre obbligatoria nei seguenti casi:

Revisione tecnica a seguito di perdita completa dei punti sulla patente
Chi esaurisce tutti i punti della patente deve sottoporsi alla revisione della stessa, cioè deve rifare gli esami per la patente, sia l’esame teorico che l’esame pratico, per verificare che si possiedono ancora i requisiti tecnici. Deve fare la revisione della patente anche chi dopo la notifica della prima violazione, che comporti una perdita di almeno 5 punti, commetta altre due violazioni non contestuali (insieme), nell’arco di dodici mesi dalla data della prima violazione, che comportino ciascuna la decurtazione di almeno 5 punti. Di recente l’esame di revisione della patente per motivi tecnici si sostiene con metodo informatizzato: le domande d’esame sono un estratto di quelle relative all’esame per il conseguimento della patente di riferimento.

Rinnovo e Revisione sono le due facce della stessa medaglia laddove nelle due procedure si intravvedono gli stessi elementi del focus precedente.

Perché queste storture del paese al mondo più burocratizzato non vengono appianate con una più sensata politica di decentramento delle competenze, provincia o non provincia, atte a mettere i cittadini sardi tutti sulla stessa barca, senza creare favoritismi, che pur esistono, e sbrogliare con la logica del buon senso questi esagerati, cavillosi, dispendiosi (almeno per l’utenza), dettagli di una legge non solo giusta ma indispensabile ma che vive, un po’ come qualsiasi legge italiana, di mille contraddizioni e di un malcontento diffuso? Basterebbe trascorrere, come nel mio caso, una mattina intera in via Rizzeddu 21 per capire di cosa parlo.

Non voglio lanciare nessun messaggio ma se la politica prendesse coscienza di queste storture e capisse che è di esseri umani che parliamo, non ci sarebbe bisogno di scriverne, né di stare sempre dalla parte dei diritti dei cittadini, ma tutto verrebbe da solo, nella magnificenza della parola che abbonda nella bocca di tutti ma di cui pochissimi sembrano interpretare il senso: bene comune.

Antonio Masoni