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Tempio Pausania, scrive Marcello Doneddu, Presidente della Commissione Sanità del Comune di Tempio.

La Commissione Sanità alla riunione di oggi

Tempio Pausania, 10 nov. 2014-

Mi scrive Marcello Doneddu con questa nota che volentieri pubblico condividendone l’essenza e la pragmaticità espressiva.

«Qualcuno non c’era
Qualcuno non c’era: qualcuno non c’era perché era ammalato, il colmo
Qualcuno non c’era perché non era malato ma aspettava la visita fiscale, che naturalmente non è arrivata, peccato
Qualcuno non c’era perché all’ultimo momento toh, non è potuto venire
Qualcuno non c’era, perché, semplicemente, non è potuto venire
Qualcuno non c’era, qualcuno
Qualcuno non c’era perché c’era la formulauno, ok
Qualcuno non c’era perché c’era l’Atalanta contro la Sambenedettese, valida per il campionato di serie A e lui aveva giocato la schedina, ok
Qualcuno non c’era perché gli faceva male il dente, quello del giudizio
Qualcuno non c’era perché non aveva il look, ok
Qualcuno non c’era, perché: se lo vedo in giro glielo chiedo, che mi spieghi un attimino
Qualcuno non c’era perché non era stato invitato di persona, personalmente ok
Qualcuno non c’era, perché, perché mica lo freghi
Qualcuno non c’era, perché lui queste cose le sa già, chissà chi gliele ha dette, ok
Qualcuno non c’era, perché tutti i politici, di tutto il mondo, di tutti i livelli…
Qualcuno non c’era semplicemente per qualcunismo
Qualcuno non c’era, qualcuno
Qualcuno non c’era perché se n’è dimenticato e ricorda invece a memoria la raccolta differenziata, ok
Qualcuno non c’era perché non c’era Giuseppe, Francesco e Maria
Qualcuno non c’era perché non c’era la presentazione di Professor Cetto al libro del Professore la Qualunque
Qualcuno non c’era perché, mica c’era da mangiare e da bere
Qualcuno non c’era, qualcuno
Qualcuno non c’era perché quello là gli sta sui coglioni, e pure quell’altro. Che simpatico
Qualcuno non c’era perché non c’era il compare, ok, al quale fa pubblicità occulta, ok
Qualcuno non c’era perché adesso non aveva niente da dire, ma un domani può sempre dire: ve lo avevo detto io
Qualcuno non c’era perché tanto lo danno in televisione
Qualcuno non c’era perché gli si ė rotta la televisione, ok
Qualcuno non c’era perché, mentre non c’era si sono portati via tutta la città, compreso quello che c’era dentro, e lui con chi si poteva lamentare
Qualcuno non c’era perché, mentre non c’era si sono portati via tutta la città, compreso quello che c’era dentro e adesso lui, con chi si può incazzare, poveretto
Qualcuno non c’era perché, mentre non c’era, si sono portati via la città, e fuori non c’era più nessuno, KO
»

A margine di questa legittima e sostanziale disamina a seguito della riunione di sabato scorso, aggiungo un paio di considerazioni. Signori lettori, questa non è una guerra di poltrone o di futuri ed opportuni scenari politici. Questa è la realtà, sintetica ed efficace, di un qualcosa che lascia perplessi, increduli. La nota apatia dei tempiesi dev’essere lasciata da parte e poco serve lanciare strali su facebook. Facebook non è la vita reale. Quella, è là fuori, feroce e violenta. Quella ci sta togliendo il nostro futuro e quello dei nostri figli. Non basta farsi condurre per mano per riuscire a capire cosa sta accadendo. E’ già successo e Tempio, ancora una volta, si scatena sui social provando a degettimare chi sta lottando, denigrando chi vi scrive, e lo fa a caratteri cubitali perché lui “è”. Cosa è? E’ un imbecille vestito e calzato, tra i tanti che sputtanano senza aver mai avuto il coraggio di prendere la parola e provare a capire. Lui sa tutto e si nasconde vigliaccamente nella vita reale mentre mostra la sua bella faccia di sé in maiuscolo su facebook. Peccato non esista il grassetto! Bando alle ciance e riflettiamo su questa nota. In questo momento non occorre sapere della primogenitura di questa lotta, tutti sono stati bravi a metterla in piedi ed essa, come un uragano, sta imperversando nelle nostre coscienze. Ora lasciamo da parte gli errori di comunicazione, chi non ha detto a chi, chi non era presente e pensiamo a sostenere la battaglia per l’ospedale. Chiaro che il Consiglio Comunale è spaccato, lo vede un bambino. Altrettanto chiaro che c’è ancora chi risponde alla segreteria del proprio partito, ovvero a politici che vivono nel virtuale olbiese, rispetto ai nostri problemi reali. E così, mentre già si pensa a respirare per soli 6 giorni durante il nostro “mitico” Carnevale, la nostra città che viveva di poche ma indispensabili risorse, si ridurrà ad un paesello dove un mastodontico ospedale si svuoterà di tutto e alcuni pezzi strategici dell’amministrazione avranno il coraggio di ricandidarsi e provare anche, qualora risultino eletti, a svendere la propria anima in cambio di una poltrona, di una pacca sulla spalla dei Trucconi della politica regionale.

Meditiamo tempiesi e finiamola con queste schermaglie utili solo a chi sta facendo il gioco sporco. Usciamo allo scoperto e iniziamo a sgomitare e ad abbandonare l’idea della sede della ASL. Puntiamo solo a mantenere il nostro ospedale, per Tempio e per tutti quei cittadini della Gallura, dell’Anglona che ad esso afferiscono. Giù le mani dall’ospedale!