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Tempio Pausania, Terapia sub intensiva, tra giochi di prestigio e conferme. Visita ispettiva del sindaco al Paolo Dettori, il video.

Tempio Pausania, 19 gen. 2019-

Biancareddu:

« C’erano alcune cose che vovevo vedere, valutandone la veridicità. La lettera ufficiale della direzione sanitaria dell’area omogenea, ricevuta il 15 gennaio,  parlava di due posti di terapia sub (o semi) intensiva già attivati. Invece, come ormai noto, la polizia locale da me inviata per un sopralluogo, ha verificato e verbalizzato che di questi due posti non v’era traccia».

Inizia così il racconto di una visita effettuata stamani verso le 12.00 assieme al sindaco Biancareddu e al giornalista della Nuova Sardegna Angelo Mavuli, per verificare di persona quanto la lettera ricevuta dal sindaco corrispondesse al vero.

Il titolo del pezzo, senza metterci quella dose di ironia che sarebbe stata in questo caso necessaria per definire quanto visto, vuole invece essere una speranza che si deve sempre porre per essere di aiuto alla causa e non di perenne messa in accusa. In un primo momento è sembrato un gioco di prestigio, letti che appaiono e scompaiono dove il giorno prima pare ci fossero.

« Le informazioni chieste dal comandante di polizia locale ad una persona della direzione sanitaria – continua il sindaco – alla quale non risultava nulla dei due posti di terapia S.I. Risultava una riunione effettuata la settimana scorsa in cui si era palato dell’argomento. L’ispezione dei due reparti di medicina e di chirurgia dove sarebbero dovuti essere i due letti, dava esito negativo. I due letti non c’erano. Parrebbe, e la verifica odierna ha questo scopo, che tra ieri sera e stamattina i due letti siano comparsi ma  non conosciamo ancora quali apparecchiature abbiano in dotazione per essere adibiti allo scopo, se le stesse, qualora ci siano, siano anche funzionanti e conformi, e se l’ispezione di ieri della polizia locale abbia o meno accelerato l’improvvisa apparizione dei due letti. Non essendo un addetto ai lavori ho con me un protocollo formale della dotazione delle apparecchiature necessarie per la terapia sub intensiva. Inoltre, dato che la lettera dice che sono stati attivati, vorrò accertarmi se abbiano o meno la dotazione di organico che mi pare il problema numero uno. Se dovessero mancare questi elementi necessari, ne prenderemo atto e agiremo di conseguenza sollecitando la venuta al Dettori di quanto manca”.

La visita è stata per certi versi surreale. Letti che nessuno sa dove siano, ieri scomparsi, oggi riapparsi. Dotazione di macchinari e apparecchiature necessarie per questo scopo che risultano sparsi in locali adiacenti ma senza che siano accanto al letto. I letti ci sono, ci sono sempre stati e sono stati anche usati ad esempio nel blocco operatorio ove ci siamo recati. In sala operatoria ci sono le apparecchiature con qualche deficienza per la terapia S.I. ma di facile reperimento e senza costi esorbitanti, così come in medicina dove esiste l’altro letto per il quale mancano alcune cose e che per ora risulta ubicato in una stana di degenza con altri  malati. Il protocollo recita e la stanza per la terapia S.I. dev’essere singola e avere certe caratteristiche oggi non presenti.

Il titolo però parla di “conferme”. Perché le conferme ci sarebbero, i letti e le apparecchiature ci sono, ne mancano alcune, quindi siamo lontani dal definire i posti letto attivati. Non solo non lo sono ma proprio non sarebbero assolutamente utilizzabili.

Nel reparto di medicina sono alacremente al lavoro, hanno 36 letti da assistere e un mondo di variabilità patologica di cui occuparsi. Sono tuttavia pronti anche per ulteriori sacrifici per adeguarsi anche alla terapia S.I. E’ troppo importante la posta in palio. C’è la salute dei malati, c’è un ospedale da salvare, ci sono i pazienti da curare. Ci guardano con gli occhi di chi chiede una mano, sanno che siamo per la stessa ragione loro. Perché, sarà anche vero che ci sono medici che remano contro ma la maggior parte ha meritato e merita il nostro impegno, quello di 65 giorni di presidio e quello di una onesta informazione che cerchi anche di tutelare chi ha a cuore la sorte di un ospedale.

ABALI BASTA:

Abali Basta lo farà, perché non abbiamo speso il tempo per sprecarlo adesso, ora che si è giunti ad una definizione maggiore della situazione attuale e prossima. Certo, non si faranno sconti a nessuno, agiremo nel segno della forza avuta fin’ora per una causa di cuore e di interesse collettivo. Lo scrivo, per ricordare ai miei compagni di viaggio che non è questo il momento di disperdere il lavoro fatto in questi mesi, Forza e coraggio. Il risultato ci sarà e potremo andare fieri di quanto abbiamo fatto e faremo ancora.

Antonio Masoni