Ci volevano far credere che fosse tutto perduto. Che niente si potesse fare, perché le decisioni che ci riguardano le prendono altrove. Che decidono per noi gli intoccabili, quelli che stanno a Roma e a Bruxelles. Ci volevano convincere a rassegnarci, a non combattere. A chinare la testa una volta per tutte. E ci stavano riuscendo.
Sì, perché i primi a dirci che non possiamo far nulla stanno appollaiati sugli scranni regionali, siedono nei Consigli comunali. E noi, povera gente poco istruita, potevamo forse dubitarne? Potevamo mettere in dubbio la loro parola?
In silenzio e di nascosto
Così, mentre noi dormivamo i nostri sonni fiduciosi, loro approvavano progetti di nascosto, firmavano delibere indegne, facilitavano il lavoro ai predatori. Come ha fatto la Sardegna nel 2020, ben prima del decreto Draghi, quando la Giunta Regionale al completo ha firmato il D.G.R. n. 59/90 che ha spalancato porte e finestre alla speculazione. Mentre le opposizioni tacevano vergognosamente, Solinas e i suoi altrettanto vergognosamente decretavano la rovina della nostra terra.
Sta scritto lì, in quel decreto voluto da sardi che si sono fatti eleggere per fare “il nostro bene”, che solo un terzo della Sardegna non può (per ora) essere colonizzato: gli altri due terzi sono a disposizione di banditi e predoni, di affaristi provenienti da ogni dove, richiamati dalla facilità con cui qui si ottiene il permesso di derubarci e devastare. In cambio, per noi popolo miserabile, solo brutture e maggior miseria. Se qualcun altro ci guadagna oltre ai pirati, non è dato sapere. Possiamo solo immaginare e fantasticare.
Ora fingono di non saperne nulla: improvvisamente si accorgono che la Sardegna ha le ore contate, che è destinata a diventare un deserto inabitabile. Improvvisamente si rendono conto che la gente si è svegliata, che ha preso coscienza dei tranelli, e comincia la sequela dei proclami dell’ultimo minuto. Facendo a gara a chi la spara più grossa, a chi riesce ad indignarsi di più per la speculazione ormai in atto. Quella speculazione da loro stessi voluta e cercata e approvata.
I cavalieri dell’ultima ora
Ora, con addosso un’armatura luccicante presa in prestito chissà dove, giocano a fare i guerrieri. Coraggio, cerchiamo di rimanere in sella. La meta è vicina, basta stringere i denti ancora un po’. Pochi giorni ed è finita, poi potremo deporre la spada e gettare i paroloni alle ortiche. Tanto la gente non ci fa caso, è abituata. Non si aspetta nulla di diverso. Quasi nessuno sa che quando vennero i comitati a bussare alle porte della Regione, a fine estate 2023, noi fingemmo di ignorare tutto. Come se davvero chi governa possa essere all’oscuro di ciò che accade nel proprio feudo!
Eppure dicemmo loro di non saperne nulla e promettemmo di informarci. E quando tornarono giurammo e spergiurammo che avremmo presto firmato una moratoria per fermare i terribili progetti dei signori del vento… ma poi, al momento della firma, dimenticammo di inserire proprio quel punto all’Ordine del giorno e li prendemmo in giro ancora una volta. Coraggio, la gente queste cose le ignora, per cui possiamo mostrarci tutti candidi e ben intenzionati.
Gli orrori di ferro e vetro
(credit: Luigi Gana)
A proposito, questo in video è il panorama che comincia a delinearsi a Bassacutena, in comune di Tempio Pausania. Queste sono solo alcune delle 20 piccole pale previste con un progetto un po’ datato, ma presto ci ammoderneremo e verranno affiancate da decine di mostri alti più di 200 metri.
Bassacutena non sarà mai più la stessa. L’abbiamo regalata agli speculatori, senza muovere un dito, bypassando l’obbligo di informarne gli interessati, facendo passare i progetti in assoluto silenzio.
Neanche le pendici del Limbara, né il sentiero per la Tomba dei giganti di Pascaredda saranno più gli stessi, rivestiti di ettari ed ettari di orrori di vetro e ferro, destinati a diventare eterne discariche a cielo aperto che mai nessuno recupererà. Chiunque passa scuote la testa e si chiede chi siano i colpevoli di un simile scempio.
C’è chi rompe le uova nel paniere
Sì, perché qualcosa sta cambiando: la gente comincia a capire. Si scambia notizie, si pone domande, si passa informazioni. E poi, questi comitati antispeculazione stanno parlando troppo, stanno rompendo le uova nel paniere. Vedi cosa succede a Nuoro… a Oliena… a Selargius… a Martis… a Telti… a Tempio! Addirittura a Tempio si annunciano due appuntamenti, uno più importante dell’altro.
Il primo è previsto per il 24 febbraio, ore 16, all’Istituto Euromediterraneo. Un team di esperti spiegherà con parole semplici cosa sta succedendo, perché è indispensabile far fronte comune e soprattutto che cosa si può fare. Perché sapere significa proteggersi, significa salvare casa e terra e aziende e futuro. Si parlerà degli strumenti a disposizione degli amministratori di buona volontà, di come possono muoversi quei Comuni che vogliono davvero salvaguardare il proprio territorio e patrimonio, coi fatti e non solo a parole – come invece succede qualche volta.
Ed ecco il secondo appuntamento, ancora più importante: il Consiglio Comunale aperto che si terrà sempre a Tempio il 29 febbraio alle ore 15,30.
«I cittadini sono invitati a partecipare numerosi per vigilare sull’operato del Consiglio, affinché la costituzione della Commissione comunale per la tutela del territorio dalla speculazione, deliberata all’unanimità nella partecipatissima seduta di Consiglio del 16 gennaio scorso, non venga disattesa ma avviata con urgenza».
Torniamo ad essere padroni a casa nostra
Si legge in questa locandina tutta la preoccupazione che quanto già stabilito venga rovesciato, magari approfittando di un momento di distrazione della popolazione.
Segniamoceli questi appuntamenti, e non manchiamo per niente al mondo soprattutto al secondo. Perché è vero che non si può fare nulla, ma solo se ci giriamo dall’altra parte, se lasciamo fare come se non fossimo più padroni a casa nostra.
Non possiamo fare nulla perché continuiamo a fidarci e affidarci, magari nella speranza di non essere traditi ancora una volta. Perché è più facile stare comodi e buoni, senza pestare i piedi a nessuno, piuttosto che alzare la testa e affermare i propri diritti.
Un popolo non può fare nulla quando si dimentica che il potere sta nelle sue mani. Ma quando se ne rende conto… la storia cambia.