La spirale negativa della sanità pubblica.

Spirale perversa.     La sanità pubblica ad un bivio. Da una parte la vicenda avvolta da tuoni e fulmini giudiziari del Mater Olbia; dall’altra l’assessore circondato e stretto dalle polemiche sulle continue chiusure, o sospensioni di reparti ospedalieri.

Se da qualche ospedale giungono timide voci di riapertura di reparti chiusi, a Nuoro si chiude una delle eccellenze. Un servizio fondamentale e poco rappresentato nell’isola, la Neurochirurgia oltre che la Chirurgia vascolare. 

La spirale negativa si amplia e si diffonde come una metastasi nell’ospedale di Tempio. Da oggi 1 luglio, per due mesi (già altre volte il temporaneo è diventato definitivo), sospesa l’attività chirurgica.

Una situazione che abbraccia un arco temporale di 7 anni.  Inizia col governo Cappellacci che determina delle direttive ultra-liberiste imposte alla sanità da diktat internazionali. Prosegue con Pigliaru e il suo assessore Arru, il vero protagonista della eliminazione radicale,  col placet del super manager Moirano.

La Sardegna è povera, tristemente affamata di denaro pubblico che oggi viene centellinato per portare a termine una strategia collaudata in altri ambiti, precarietà del lavoro, su tutti.

La sola cosa che la politica riesce a contrapporre a questo vero e proprio piano di distruzione della sanità pubblica, è una legge di ri-modellamento della rete ospedaliera. Riforma che lascia sul tappeto cadaveri, abbandoni, emergenze continue, inutili rivendicazioni, penuria di medici e sanitari, crollo vertiginoso dell’offerta sanitaria pubblica. Uno su tutti ne è artefice, si chiama Fulvio Moirano, manager ligure che la regione assume per riequilibrare la spesa, già troppo spesso voce allarmante in quanto la più onerosa di una regione. Non più tardi di tre giorni fa, Moirano si dimette dopo aver compiuto il capolavoro di portare in pareggio la spesa sanitaria. Venne qui con la fama di tagliatore dei servizi sanitari in Piemonte, mantiene intatta anche in Sardegna questa nomea.  Un vero talento!

A nulla serve l’autonomia che è oggi una semplice parola seguente al marchio Regione della Sardegna e che ci darebbe specificità in costituzione per determinare da noi come agire.

La sanità va riconsiderata e per farlo si deve tagliare con l’incendio e con con lo sfalcio.

Spirale per la politica?

Sulla vicenda Mater si è scritto tanto, con enfasi mediatica bipartisan, trionfalismi esagerati e soprattutto prematuri. Il finanziamento, da tempo annunciato, a qualcuno pare non piacere, forse a chi maggiormente scafato in questioni amministrative, vede “nell’affaire” qualcosina di non lecito. In effetti, qualcosa c’è ed è sotto la lente di ingrandimento di due procure, quella di Tempio e quella di Roma. La politica si intreccia coi tribunali, ancora una volta qualche procedura non è eseguita correttamente.

A questo si aggiunge una struttura non ancora finita, una situazione debitoria denunciata che pare sia emersa nel carteggio delle due procure ed un approssimativo completamento dei vari servizi previsti. Non ci sono, al momento, servizi di eccellenza, se non meri doppioni già presenti nelle strutture ospedaliere sarde.

Un super accusato di estorsione verso lo stato del Qatar, Alessandro Marini, imprenditore, a capo del CdA dell’Istituto Vendite Giudiziarie Italia, IVG, si difende attaccando. Raccoglie centinaia di documenti e profila un quadro sensibilmente diverso della vicenda. In TV, a RadioTeleGallura, racconta la sua storia. Spetterà alla magistratura, sia di Tempio che di Roma, sbrogliare questo pasticciaccio che nel frattempo preoccupa, e non poco, la politica regionale e non solo!

Da voci che giungono da Cagliari, pare che ci siano contrapposizioni tra i consiglieri galluresi e il resto del consiglio regionale. Il finanziamento previsto per la restante parte del 2019, non è di 25 mil. di € ma dicono assai meno (8/10). Ma la cosa che trapela, ed è questa la patata che non dovrebbe far esultare nessuno per questa trasversale storia, è che questi soldi qualcuno del governo regionale non vuole toglierli. Forse qualcuno più saggio che teme i riflessi giudiziari in corso? O qualche concorrente territoriale di altri lidi che intravvede la morte della sanità del suo territorio?

Che non si tratti di semplice e pura saggezza che vuole prima chiarire i risvolti giudiziari prima di dar luogo al finanziamento prodromico di una catastrofe?

La politica si mantiene prudente

Il giornale La Nuova Sardegna esce oggi con un pezzo a tutta pagina. La data preventivata di apertura del Mater era questo 1 luglio. I toni, tuttavia già paiono più pacati, nessuna inaugurazione per ora e andazzo decisamente prudente. Come strali sono arrivate a tutti i protagonisti della nuova amministrazione regionale, anche al Ministero, delle PEC illuminanti, basate su “riflessioni” già agli atti. Se l’ospedale sardo qatariota si dovrà fare, è meglio che sia tutto in regola. Non crediamo che i politici al governo attuale, ma nemmeno chi soffia dalle minoranze pro Mater, vogliano una struttura inficiata da questioni poco nobili e soprattutto con risvolti penali. Insomma, la spirale negativa, che potrebbe profilarsi, sarebbe la definitiva scomparsa della credibilità e della onestà della politica, da ambo le parti si intende.

Vedremo a breve, quando anche la stampa regionale, trova il coraggio di scrivere che questi problemi ci sono. Prima che lo faccia, come accaduto, la stampa nazionale, internazionale, siti  on line e altre autorevolissime testate che hanno in mano il carteggio completo della storia Mater. A breve si attende un resoconto sulla questione su testate prestigiose nazionali.

 

 

 

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