Telti, 19 set. 2015-
Il nostro viaggio nel territorio ci ha portati in questo paese vivace che fa quasi da muro di confine tra l’alta e la bassa Gallura, a soli 16 chilometri da Olbia e a meno di 30 da Tempio di cui, sino al 1961 era frazione.
Lo si nota dalla lingua dei teltesi che si nota praticamente uguale alla nostra. Le tradizioni del paese sono la forza da cui si attinge per proporre un’offerta turistica e culturale sempre all’altezza. Se pensiamo al Mirt’ò, oggi collocato tra gli eventi regionali più importanti, già vediamo come esista molto di più. Il rafforzamento di quella profonda radice che pesca nellì’artigianato di pregio, nella valorizzazione della poesia, nelle proposte espositive museali che raccontano quel passato contadino che Telti rappresenta. Il passato ha però bisogna di strumenti moderni per essere riportato in luce e Telti si è inventato Mirt’ò, un nome che significa il prezioso liquore, estratto dalla bacca di cui questa terra è ricca, ma anche un marchio che ha segnato alcuni eventi internazionali sportivi, come il rally, il leitmotiv che definisce una serie di sponsorizzazioni prestigiose.
Oggi, come ci dice Giuseppe Pinna, Assessore alla Cultura e al Commercio, alla Sagra “Ci sono sempre molti turisti, alcuni affezionati che vengono tutti gli anni“.
Mirt’ò non è solo mirto così come il mirto non è il solo prodotto su cui puntare. C’è molto di più. Vengono proposte le tradizioni, i sapori e i saperi, si valorizza quella che è stata in Gallura La civiltà degli stazzi attraverso il racconto delle usanze, dei costumi, delle parole che in quei tempi erano usate dalla gente.
Ecco l’intervista a Gianfranco Pinducciu e Giuseppe Pinna.