Tempio Pausania, 16 giu- 2017-
L’assemblea indetta da Mamme di Gallura, Comune e Amministrazione Civica, gruppi spontanei di cittadini, a difesa dell’ospedale Paolo Dettori, ha avuto un esito importante. Finalmente, si è deciso di fare i tentativi politici ancora percorribili, quelli diplomatici per intenderci, ma si è anche palesato il forte disappunto per le mancate risposte della Regione alle continue e incessanti sollecitazioni delle amministrazioni del territorio nelle precedenti manifestazioni. Tutte sono state un buco nell’acqua, tutte sono state perdite di tempo. Questa politica inservibile, disumana, carente di valori etici, non regge più il peso della devastazione in atto in qualsiasi aspetto dello stato sociale. Almeno dobbiamo farle capire che i tempi delle prese per il culo sono finite. Agire, con forza, con gli strumenti pacifici della lotta e del dissenso, ma agire.
Varie le posizioni ascoltate, da quella del sindaco Biancareddu, che intende usare la via politica sinché la stessa avrà spazio, poi lascerà che si mettano in pratica soluzioni anche drastiche e sarà lui stesso a promuoverle, a quella di Emiliano Deiana, sindaco di Bortigiadas e Presidente ANCI Sardegna pro tempore che si è fatto portavoce, in continui viaggi a Cagliari, in qualità di Presidente dell’Unione dei Comuni, di perorare la causa sanità alta Gallura e che anche il prossimo 23 giugno sarà in riunione per discutere di Sanità ad Abbasanta con tutti i sindaci della sardegna. Con lui anche Biancareddu quindi e sarà l’occasione per tentare una strada di unione di tutti i comuni sardi per stanare i referenti regionali dei singoli territori e invitarli a dire no al ridimensionamento sanitario dell’isola, specie per alcuni presidi che saranno depotenziati e privati di alcuni servizi fondamentali.
Questa, probabilmente, sarà l’ultima tappa da seguire con la diplomazia, la discussione, la concertazione politica. Poi, saranno messi in essere istanze differenti, azioni che colpiscano al cuore questa inutile sarabanda di politicanti che hanno in mano la ruspa e la motosega, non il rasoio. Qui non stanno sfoltendo gli sprechi, qui si sta dicendo la sanità pubblica deve finire.
Martedì 18 luglio suonerà l’ultima campana, con una imponente manifestazione di massa, nella quale, se nulla verrà rivisto attraverso i precedenti colloqui con la controparte aziendale e regionale, molti cittadini porteranno la tessere elettorale in piazza e le daranno fuoco. Uno strumento di democrazia, quello stesso che oggi è stato svuotato di qualsiasi contenuto sociale, che non da più alcun valore all’uomo in quanto tale, verrà distrutto perché esso non rapppresenta più uno strumento civile ma l’arma che sta portandoci tutti alla morte. Con questo gesto estremo, parlando di strumenti di vera democrazia disattesa, si sancirà certo la fine della nostra volonta di scegliere ma anche la salvezza della diginità umana. Basta!
Il video racconta meglio le posizioni espresse e nulla di più c’è da aggiungere.
L’orario della manifestazione sarà probabilementa deciso in queste prossime riunioni di giovedì con un comitato ristretto di rappresentanti del mondo sociale, delle istituzioni politiche e dei cittadini. Si fisserà la data certa, che sarà comunque il 18 luglio, con inizio presumibile alle ore 19.00. Anche alcuni commercianti ed esercenti abbasseranno le serrande e daranno, chi più chi meno, un segnale della loro solidarietà ad una lotta comune.
Il giorno 6 luglio, a Cagliari la triade sindacale, ha invece indetto uno sciopero del comparto sanità sempre per protestare contro questa presunta riforma che è equivalente alla fine della Sanità pubblica.
Antonio Masoni