Tempio Pausania, 3 set. 2016-
Si è svolto ieri sera a Tempio, al Palazzo Villamarina Pes un interessante dibattito sul “fine vita” e sul testamento biologico, organizzato, tra gli altri, da Mario Dettori, medico Tempiese specializzando in medicina d’urgenza. Presente Beppino Englaro, padre di Eluana a cui decise, rispettandone la volontà in vita della figlia, di staccare la spina che la alimentava da 17 anni. Eluana Englaro rimase colpita a soli 22 anni da un incidente stradale che ne decretò la morte cerebrale e fu tenuta in vita, attraverso la nutrizione artificiale, per 17 anni sino a quando, sud decisione della famiglia, le fu interrotta l’alimentazione. Il caso Englaro divenne “il caso” giudiziario su un tema che ha sempre diviso la popolazione italiana tra favorevoli e contrari. Il padre riteneva inutile l’accanimento terapeutico verso la figlia di cui egli stesso, e tanti suoi amici e conoscenti, ricostruirono la volontà in vita che era appunto quella di non voler essere tenuta in vita. Un suo amico era stato in quella condizione e lei, più volte, sostenne che: “se capitasse a me, interrompete la nutrizione e lasciate che io muoia“.
Il dibattito, al quale hanno partecipato oltre al padre di Eluana anche alcuni docenti universitari esperti su questa tematica, è stato movimentato ed utile per capire i diversi orientamenti che stanno alla base della scelta di ciascuno di noi. Su questo incontro, preceduto dal film di Marco Bellocchio “Bella Addormentata”, ispirato alla vita di Eluana che resta come sfondo ad episodi di vita raccontati dal regista italiano (sono quattro storie diverse), tutti orientati a casi simili a quello di Eluana.
Un resoconto sul pensiero del padre di Eluana ce lo ha fornito l’amico Giuseppe Scano al quale devo anche la foto che ritrae Beppino e che vedete nel testo.
“ Una presa di posizione chiara da parte di Englaro contro l’accanimento terapeutico. Si è davanti alll’impossibilità del paziente o chi per lui, di rispettare la volontà di vivere o di morire. Tuttavia, qualora lo avesse fatto presente in vita e non potendola più esprimersi per confermarla, rimane la decisione di morire con dignità rifiutando l’accanimento terapeutico o vivere legato a macchine e dipendere in toto dagli altri\e . Inoltre Englaro , anche se costretto dal primo intervento ad insistere sulla vicenda della figlia, ha preferito insistere di più sul film ( precisando che lui non avrebbe mai fatto un film su Eluana) . E che il film di Bellocchio non è un film su di lei , anche se ne prende spunto. In Italia – dice Beppino Englaro – non c’è rispetto sulla volontà di interrompere la nutrizione artificiale, cosa che nel resto dell’Europa è legge. Qui, nel nostro paese non esiste una legge ancora chiara sul fine vita.” (Giuseppe Scano).
Antonio Masoni