Tempio Pausania, 24 gen. 2019-
Non demorde il presidio di occupazione Abali Basta che stasera si è riunito in una ennesima affollata assemblea dei suoi aderenti. Si è fatto ancora una volta, come avviene a scadenza praticamente giornaliera, il punto sulla questione inerente le mancate risposte dell’assessorato alla sanità su quanto ribadito nella legge di riforma della rete ospedaliera sarda.
Vivaci, come sempre, le proposte, tutte volte alla coesione e all’unità degli intenti. Ferme restando le disattese dimissioni dei sindaci del territorio, alle quali manca quella del sindaco di Tempio Biancareddu che riferirà in questi giorni, restano sul tappeto le azioni decise di ferma opposizione all’accettazione supina di quanto sta emergendo.
Sul reparto di ginecologia ed Ostetricia, quest’ultimo chiuso dal mese di aprile 2018, permangono i dubbi più forti in quanto nel documento di potenziamento del Paolo Dettori, mai una sola volta si è fatto cenno alla sua riapertura né tanto meno alla famigerata deroga ministeriale che mai è stata chiesta.
E’ di oggi la notizia, ripresa dal sito on line radiotelegallura.it , che i sindaci dell’Unione, con Fabio Albieri in prima fila, forse convinti dalla pessima figura nei confronti della popolazione per le disattese dimissioni, intendono far emergere il problema dinanzi al Ministro della Salute Grillo per ribaltare a favore del territorio quanto già palesemente deciso dall’assessorato e dall’Azienda Tutela della Salute Sardegna.
” Uno smacco – dicono al presidio – una mancanza di responsabilità dopo che la riunione dell’Unione dei Comuni al presidio di occupazione aveva verbalizzato la loro decisione di dimettersi. Non ci fermiamo, né ci fermeremo, andremo avanti inseguendo in mare aperto qualsiasi opportunità per farci ascoltare. Non è possibile che un esponente politico che ha distrutto la sanità pubblica possa continuare il suo delirio di sfascio della sanità sarda, dopo che in ogni dove, si sta levando forte il grido di disagio provocato dalla perdita del diritto alla salute. I sindaci possono sempre decidere come porsi dinanzi alle loro comunità, ne hanno facoltà e diritto ma resta visibile nella popolazione del territorio dell’alta Gallura, il loro agire che disattende le aspettative di rafforzare con le dimissioni la loro azione. Avrebbero avuto 20 giorni di tempo per riprendersi la fascia tricolore ma quel tempo sarebbe stato prezioso, unito all’azione del prefetto, a far fare marcia indietro ad Arru e C. Noi – dicono ancora – abbiamo diverse carte da giocare ancora, le useremo tutte sino a che non avremo ottenuto giustizia e la garanzia dei diritti per tutta la popolazione dell’alta Gallura.”
Le iniziative sono tutte in cantiere e si attende solo qualche giorno per riprendere l’incessante lotta per il Dettori. Lo si è detto stasera, lo hanno detto tutti i presidianti, che insieme al grido di Abali Basta hanno ancora una volta ribadito i loro intenti.
” Ad Abali Basta – concludono – nonostante la evidente disarmonia con alcuni personaggi estranei alla lotta, da costoro vista come nemica o peggio trainata da una singola forza politica, persino fiancheggiatrice di qualche altra in corsa per le regionali, regna incontrastata empatia e assoluto rispetto. Rispetto che non mancherà mai, nonostante qualche caduta di stile recente, per nessuno. Non si confonda la lotta politica di colore con la lotta per un diritto sancito in costituzione. Pensare ciò è da stolti, o peggio da minus habens che vogliono strumentalizzare una lotta di popolo”.
Antonio Masoni